La galleria Paci contemporary è lieta di annunciare l'apertura del nuovo spazio espositivo a Porto Cervo.

Il nuovo spazio espositivo di Paci contemporary, nel cuore di Porto Cervo in Costa Smeralda, si articola su 3 piani, ciascuno dei quali ospita una diversa mostra: Solo Show di Sandy Skoglund; Solo Show di Michal Macku; Group Show degli artisti della galleria.

Sandy Skoglund (Quincy, 11 settembre 1946) è un'artista, fotografa e installation artist statunitense, vive e lavora a New York. Sandy Skoglund crea immagini surrealiste con la costruzione di set elaborati o tableaux, attraverso l’uso di oggetti colorati e accuratamente selezionati, in un processo la cui realizzazione richiede anche diversi mesi. Una volta completata la scenografie, Sandy Skoglund fotografa il set completo mentre degli attori eseguono una performance.

Sandy Skoglund ha studiato storia dell'arte allo Smith College di Northampton, Massachusetts, dove si è laureata nel 1968. Nel 1967, ha studiato storia dell'arte anche alla Sorbona e all'Ecole du Louvre di Parigi, in Francia. Dopo la laurea presso lo Smith College, ha frequentato la University of Iowa nel 1969 , dove ha studiato cinema, arte multimediale e incisione . Nel 1971 , ha conseguito il Master of Arts e nel 1972 un Master di Belle Arti di pittura.

Nel 1972, la Skoglund ha iniziato a lavorare come artista concettuale a New York . Nel 1978 , ha prodotto una serie di nature morte con il cibo come tema dominante (“Still Life”) .

Una delle sue opere più note è Radioactive Cats (1980), una monocroma stanza grigia abitata da due anziani personaggi immobili e da una grande quantità di gatti verdi. Da allora Skoglund realizza installazioni ambientali utilizzando oggetti quotidiani, piccole sculture e materiali da lei disegnati e fabbricati. Crea dimensioni surreali ed ossessive in cui dominano colori uniformi e irreali che poi fotografa, rendendole ancora più agghiaccianti attraverso l'appiattimento dei rapporti luce/ombra in sede di ripresa e lo sfruttamento dei colori vivi delle grandi cibachrome su alluminio. Produce circa un'immagine all'anno curandone ogni minimo dettaglio. Ogni installazione viene costruita con tecniche diverse ed è dotata di significato autonomo, indipendente dalla realizzazione fotografica finale, la quale tuttavia risulta essere un unico oggetto espositivo a rappresentare l'artificiosità del mondo contemporaneo.

Le sue opere sono esposte in numerose collezioni museali, tra cui il Museum of Contemporary Photography di Chicago (USA), il Museum of Modern Art di San Francisco (USA) e il Dayton Art Institute in Dayton, Ohio (USA).

Sandy Skoglund attraverso le sue scenografie create manualmente, ci trasporta in un mondo surreale e fantastico, le sue opere sono caratterizzate da una straordinaria quantità di oggetti, di forme e di colori. Nelle sue installazioni si sforza di trovare un equilibrio tra la fantasia e la realtà. Introducendo elementi irreali o insoliti in una scena ordinaria produce un effetto spiazzante e divertente, ma per l’artista la fantasia è un modo di vedere la realtà interrogandosi su quello che prendiamo per scontato.

Nelle sue opere è presente un conflitto, è come se gli uomini avessero creato un mondo che è fuori controllo e gira intorno ad essi.

“Definire le sue opere è un problema non da poco. Sono sculture, oppure installazioni, o fotografie di installazioni e sculture? Quel che le sue immagini ci mostrano è tutto vero? Sicuramente sì, ma non nel senso comunemente inteso: si tratta piuttosto di una True Fiction. Niente viene infatti manipolato con il photoshop e tutto si mostra per quel che realmente è.” […]

“Creato il suo magico paesaggio, e dopo aver inserito alcune persone reali che paiono vivere con assoluta normalità tale angolo da paese delle meraviglie, Sandy effettua numerosi scatti fino a sceglierne uno solo. Un’unica immagine di grande formato diventerà infatti la testimonianza del lungo lavoro, durato magari quasi un anno, necessario per creare simili luoghi un po’ da sogno, un po’ da incubo.” - Testo: Mondi Ibridi di Gigliola Foschi Da: “Sandy Skoglund – Magic Time” catalogo ed. PaciArte

Dalla fine del 1989, Michal Macku utilizza la tecnica di sua invenzione chiamata Gellage. La tecnica consiste nella lacerazione dell’emulsione di gelatina dalla pellicola durante la fase di stampa. A partire dal 2007, dopo anni di sperimentazioni, Michal Macku ha raggiunto la tridimensionalità nella fotografia analogica, sfruttando la trasparenza del vetro: l'artista lavora su un blocco di speciale vetro temperato, che suddivide in più lastre, su ciascuna delle quali imprime in camera oscura due tecniche fotografiche: il Gellage e il Carbon Print. Questa tecnica assolutamente innovativa e rivoluzionaria prende il nome di Glass Gellage, ed è il risultato dell’applicazione su vetro delle due tecniche fotografiche di cui Michal Macku è padrone assoluto: il Gellage e il Carbon Print.

Jerry Uelsmann. A partire dagli anni Sessanta, un gruppo di autori rivoluzionano la fotografia: il loro intento, infatti, non è più quello di documentare il reale, ma di spingersi al di là di esso, riannodando i fili spezzati che possano unire immaginario e visione, visibile e invisibile. Fra questi autori Jerry Uelsmann, capace di creare immagini che ci conducono sulla soglia di un’altra realtà, mitica e onirica. Il lavoro di Jerry Uelsmann è legato al procedimento analogico ed è il frutto di varie sovraimpressioni di negativi su un'unica stampa.

Esso, come ci suggerisce il titolo, è legato alla teoria del sincronismo per cui le cose accadono nel momento stesso in cui devono accadere, l'opera infatti svela la propria identità solo durante il processo creativo.

Le sue creazioni surrealiste sono una complessa composizione di diversi elementi che vengono combinati in modo enigmatico, il che lascia spiazzato lo spettatore perché nulla è come se lo aspetterebbe, ma al contempo lo rassicura perché ogni elemento è singolarmente riconoscibile.

Come lui stesso dice “Tutte le informazioni sono lì eppure il mistero rimane”.

Sta all’osservatore attribuire un significato all’opera, quasi fosse un gioco interattivo, è suo il compito di chiudere la filiera creativa dando la sua soggettiva interpretazione.

Eric Rondepierre è nato nel 1950 a Orléans, laureato alla Ecole des Beaux-Arts de Paris, (disegno, incisione). Dottorato di ricerca in Estetica (tesi su "Les yeux verts" di Marguerite Duras, Università Paris I,). Aggregazione in Arti Visive.

Tesi di laurea sul teatro di SI Witkiewicz (Parigi 1, 1976), e un DEA in letteratura comparata su "immagini scritte" (Università di Parigi VII, 1983). La sua formazione multidisciplinare e gusti personali lo hanno portato in diverse direzioni. Ha lavorato come attore professionista in Francia e in Europa con registi quali Pierre Chabert, Le Théâtre d'en face e Bruno Meyssat, e con coreografi come Mathilde Monnier, Alain Rigout, Grands Magasins, Catherine Diverres e Bernardo Montet. Ha inoltre lui stesso realizzato cortometraggi. (1985-90).

Nei primi anni 1990 Eric Rondepierre ha iniziato ad esplorare gli angoli bui del cinema. Il suo intervento consisteva nella scelta di fotogrammi (le immagini che vengono proiettate ad una velocità di 24 al secondo sullo schermo, e che sono invisibili in uno screening normale) in base a criteri chiaramente definiti, riprendendo il passo scelto come soggetto di stampe fotografiche di grande formato. Questa economia dell'immagine, che viene spesso definita come "concettuale", mette in gioco diverse arti (testo, pittura, cinema, fotografia) con un rigore che non esclude stranezza o umorismo.

Con mostre in Francia e all'estero sempre più frequenti, iniziò a scrivere romanzi attorno ai suoi testi fotografici. Nel 1996 è stato nominato professore associato presso l'Université de Paris I (Panthéon-Sorbonne). Dal 2002 il suo lavoro si è ramificato. L'artista ha iniziato a utilizzare le proprie immagini, per ricomporle in combinazione con i suoi testi o disegni, o con immagini appropriate del cinema. I suoi scritti più recenti si sono estesi anche in altri campi, quali fiction e autobiografia.

Paci contemporary

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Orari di apertura

Martedì - Sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30
Domenica e Lunedì su appuntamento

Immagini correlate
  1. Sandy Skoglund, Radioactive Cats, 1980
  2. Eric Rondepierre, Cent titres, 2010
  3. Lori Nix, Circulation Desk
  4. Phil Borges, Dolkar e Tashi, Daranisola, India
  5. Jerry Uelsmann, Untitled, 2003
  6. Maggie Taylor, The Divide