Il Perù, con una superficie di 1.285.215 km2 (quattro volte l’Italia) e una popolazione di circa 32 milioni di abitanti, è una Repubblica presidenziale dove il Capo dello Stato, a ogni mandato, nomina il primo ministro.

Il 28 luglio 1821, in seguito a una guerra di liberazione dagli spagnoli, dopo tre secoli di dominazione, il Paese divenne indipendente, ma da quel giorno fino a oggi, a eccezione di qualche governo democratico, si sono succedute dittature spietate, golpe militari e colpi di mano di ogni tipo; l’ultimo risale al 15 dicembre 2022 quando il Presidente in carica Pedro Castillo è stato destituito, addirittura arrestato, per aver provato a sciogliere il Congresso che voleva sottoporlo a impeachment. La situazione è ancora in evoluzione.

Da quando Cristoforo Colombo mise piede in America per la prima volta, nel 1492, e da quando gli spagnoli iniziarono la loro impresa civilizzatrice del popolo Indio e “selvaggio”, con inimmaginabili predazioni e uccisioni di massa e schiavismo, gli indigeni sono praticamente scomparsi: da 20 milioni che erano furono ridotti a poche migliaia. Sono stati tutti convertiti al cristianesimo, una fede che però in questo popolo è stata sempre influenzata da un forte misticismo mitologico pre-colombiano. Durante il colonialismo molti indigeni furono sfruttati nei campi e nelle miniere d’argento e di altri minerali preziosi. In questi ultimi anni nell’Amazzonia peruviana si sono scoperti dei giacimenti petroliferi, gli Indios ancora rimasti sono stati cacciati dalla foresta e si è iniziato a distruggere impunemente l’ambiente ancora più rapidamente di quanto sia stato fatto nel passato.

Faunisticamente il Perù, nonostante i suoi problemi politici ed ecologici, è molto ricco, e offre una grande varietà di specie grazie anche alle sue diversificazioni geologiche e geografiche (grandi pianure, altopiani, laghi, foreste, boschi e coste marine ricchissime di pesce). Si stima che in Perù le specie di mammiferi attualmente presenti siano circa 400, tra cui il cervo dalla coda bianca, il lama, la viscaccia, la vigogna, il puma e il formichiere; 1700 sono quelle degli uccelli tra cui il condor, l’are e il tucano che, tra l’altro, è il simbolo del Paese; ci sono poi 500 specie di rettili e anfibi e ben 2000 specie di pesci. Purtroppo, molti di questi animali ora sono in via di estinzione. Tra i mammiferi in pericolo ci sono il giaguaro, la pantera nera, il puma, il bradipo, l’armadillo, il tapiro, l’orso dagli occhiali; e l’elenco potrebbe continuare.

Nella foresta peruviana vivono (ancora) le scimmie. Appartengono a più di una trentina di specie diverse delle Famiglie Callitricidi, Callimiconidi e Cebidi. La maggior parte si trova nei parchi nazionali, nelle oasi, nelle riserve, nei boschi protetti, ma alcune, purtroppo, si trovano in riserve di caccia. Altre scimmie si trovano in aree in cui per loro non esiste nessuna protezione e dove corrono il pericolo di essere cacciate vive o morte ammazzate. Lo sforzo del governo peruviano per proteggerle è encomiabile ma mancano controlli diffusi, personale specializzato e ancora non vi è nel popolo una diffusa cultura ecologica.

In Perù i Parchi, le Riserve e le Oasi sono sotto il controllo del SINANPE (Sistema Nacional de Areas Naturales Protegidas por el Estado) che attualmente si trova a gestire in tutto il Paese complessivamente 61 aree protette. A sua volta del SINANPE è responsabile l’INRENA (Istituto Nacional de Recursos Naturales) che è sotto il controllo del Ministero dell’Agricoltura che controlla tutto il territorio nazionale attraverso l’IANP (Intendencia de Areas Naturales Protegidas). Nonostante ai nostri occhi questo sistema a scatole cinesi possa risultare molto farraginoso e poco produttivo, per ora ha dato buoni risultati, considerate le pessime condizioni politiche ed economiche in cui si trova il Paese. Tutti gli addetti comunque sono molto entusiasti del loro lavoro, si impegnano e si sentono molto motivati.

Quali sono i Parchi più importanti del Perù? Ce ne sono molti, piccoli e grandi; tra i più noti c’è il Parque Nacional Manu (20.000 Km2), dichiarato nel 1987 dall’UNESCO Patrimonio Naturale dell’Umanità, in cui vivono 13 specie di scimmie delle 32 complessive di tutto il Paese (poco meno di un terzo), poi c’è il Parque Nacional Huascaran (3.400 Km2) che si trova a ridosso della costa pacifica, mediamente a 4.000 metri s.l.m., sostanzialmente un parco andino, poi c’è la Reserva Nacional de Allpahuayo-Mishana (5.700 Km2), vicina alla città di Iquitos, famosa per ospitare 63 specie di pipistrelli quando in tutto il Perù ne esistono 65 in totale, un paradiso per i chirotterologi. Questa Riserva ospita inoltre tre specie di scimmie, tutte in via di estinzione, cioè il Callimico goeldi (Tamarino di Goeldi), la Pithecia aequatorialis (Pitecia equatoriale) e il Callicebus torquatus (Callicebo dal collare).

Anche se, tra parchi, riserve, boschi eccetera, ce ne sarebbero altri di cui parlare, concludiamo con il Bosque de Protección de Alto Mayo (1.820 Km2) in cui vivono diverse specie di scimmie, anche loro in pericolo di estinzione, cioè la Lagothrix flavicauda (Lagotrice dalla coda gialla), l’Alouatta seniculus (Aluatta rossa) il Cebus apella (Cebo dai cornetti), il Cebus albifrons (Cebo dalla fronte bianca) e il Callicebus oenanthe (Callicebo delle Ande). Quest’ultima è una scimmia tipica dell’Alto Mayo ma a causa del dissesto ambientale e della sua caccia a scopo alimentare è praticamente scomparsa.

Ciò è grave non solo ai fini della sua conservazione, ma anche di quella del bosco in cui vive. Come molte altre scimmie, il Callicebus oenanthe è fondamentale per la dispersione dei semi della frutta di cui si ciba e che sputa e defeca nel terreno, semi dai quali poi possono spuntare piante importanti per la conservazione dell’ambiente. I Parchi, le Riserve e le Oasi in Perù sono più o meno tutti allo stesso livello di conservazione, dopotutto ancora ricchissimi di flora e fauna autoctona che andrebbero comunque salvaguardate maggiormente e meglio.