Le relazioni, se dovessimo compararle ad una bicicletta sarebbero o la cosa più diametralmente opposta oppure la bicicletta più difficile che possa esistere. Infatti, se comunemente vale il detto che una volta imparato a pedalare non si scorda più, nel caso specifico delle relazioni non è così. Perché, da un lato sembra che ci sia sempre qualcosa da imparare, quindi non si potrà mai semplicemente applicare l’esperienza passata, mentre dall’altro ogni volta pare si cambi mezzo. Insomma, l’amore non è una dannata bicicletta, anche se ci farebbe davvero comodo se fosse così. È possibile però, con un piccolo sforzo immaginifico, dire che le relazioni sono una bella biciclettata con una persona, o con delle persone speciali.

C’è la difficoltà iniziale anche solo nel trovare qualcuno che voglia farla e anche se trovate non è detto che abbiano in mente lo stesso percorso. Poi come ben sappiamo non basta mai l’intenzione pura, ci vuole anche l’azione. Quindi, anche quello va a mettersi di mezzo, c’è bisogno di chiamare e organizzare e una volta avviata bisogna trovare il passo, fare salite e sapere dove frenare nelle ripide discese per godersi l’adrenalina senza farsi male. Per fortuna, soprattutto quando si riesce a farne una bella lunga, dopo tutte le emozioni della giornata è sempre bello tornare e godersi il tramonto consci che la parte migliore deve ancora arrivare: il riposo, quando con le gambe stanche ci si avvicina al letto e ci si abbraccia indolenziti pronti per dormire, sognando le prossime pedalate sulla bicicletta.

Palermo brucia

Palermo ha bruciato per accogliermi
come una donna sola
che fa finta di esser nuova
di non avere che quella identità
pur di non vedere ancora
il chiaro di luna senza una mano
da accarezzare

Palermo brucia
e io seguo, che guardando il mare
mi sento irrequieto e non saprei dove tuffarmi
per riuscirci davvero ad entrare

All’orizzonte si intravedono sagome
di potenziali Sicilie
in ognuna della quali ci siamo
io e tu, senza troppe pretese
di definire tutto il possibile
che più ci penso, più aumentano le sfaccettature
esplodono le potenziali traiettorie
di ogni molecola che mescolata e rimestata
da questo mare freddo
si cristallizzerà in una forma precisa
un Futuro definito

per ora brucia invece
il futuro brucia
e non c’è nulla di grave,
però, chissà di che rosso sarai tu.

25.04.2020

Penso sempre all’acqua
la uso per tutte le mie immagini
per tutte le indagini
dei tuoi sinuosi argini
sarà che fugge
ma non ti lascia
con la scia ricorda
di quel gioco
di flutti e freschezza
e riflessi fulgenti.

Ogni tanto ho mal di testa
sarai tu che t’infiltri fresca
e spegni i dolori
goccioli e scivoli
tra le mie ossa parietali
goccioli piccola
ma costante
cadi da istante a istante
ritmata, infermata
irradiata di una luce
che sta solo nei tuoi occhi

piove nei miei lobi temporali
piove e scroscia incessante
s’innaffiano le piante
e portano ossigeno nuovo
nella mia mente stanca.

Ho molta paura
che tu scorra via
sparisca in qualche anfratto
proprio ora che mi hai retto
con le tue forti correnti
mi hai sostenuto
con quei sorrisi splendenti
con le tue frasi suadenti
che così si adattavano
e annegavano i miei malumori.

Da quanto goccioli tu
ho chiuso l’ombrello
e mi lascio inzuppare
mi lascio rigare
tagliare e attraversare
gocci e penetri
fino all’amigdala, ai timori
ti fai mare tra i miei orrori
e ti agiti, e sbatti e ti muovi
sei tsunami che spiana sentieri nuovi

sei acqua tranquilla
che brilla rosata,
nel crepuscolo serale
sei acqua che dona vita
acqua gioiosa, che piango sulle mie dita.