«La Champions League ha scandito i tempi della nostra vita, e scandirà i tempi di quelli che verranno». Questa la frase di apertura, reinterpretata, del programma Storie Mondiali, firmato da Federico Buffa. Un verso originariamente elogiante i mondiali, ma che ben si presta al fascino della coppa dalle grandi orecchie. La storia, di quella che è tutt'oggi la competizione più intrigante al mondo, trova le sue radici in un'amichevole e in un fortunato articolo di giornale. Siamo nel 1954, Inghilterra, più precisamente allo stadio Molineux di Wolverhampton. Il contesto: un’amichevole tra i padroni di casa dei Wolves, contro la compagine ungherese dell’Honved. Una squadra quella ungherese, che ai tempi contava tra le sue fila, colui che è passato alla storia come il “Maestro” del calcio magiaro, Ferenc Puskás.

L’esito della partita è un 3-2 in rimonta per i Wolves. Un risultato non certo di blasone, ma che vale al Wolverhampton la menzione d’onore sul Daily mail, il quale recita «Wolverhampton Campione del mondo». Un appellativo, che si arricchisce anche dei successi, pur sempre in amichevole, ottenuti contro il Racing club e lo Spartak di Mosca. Un titolo di giornale, non certo veritiero ma quanto mai altisonante,e che in breve fa il giro del globo. La notizia dei Wolves campioni del mondo arriva poi anche in Francia. E più precisamente, nel paese transalpino, la news viene a bussare alla porta di un certo giornalista, di nome Gabriel Hanot. Un Nome, quello di Hanot che da lì in poi verrà per sempre ricordato come uno dei più grandi rivoluzionari della storia del calcio. Personaggio eclettico quello di Gabriel, in giovane età giocatore, di ruolo difensore, per i galletti di Francia, nel periodo pre Prima guerra mondiale, poi tecnico della nazionale stessa, e che ora invece svolge il ruolo di editore per il quotidiano sportivo L’équipe.

Ritrovatosi con una copia del Daily mail tra le mani, Hanot ha un sussulto. È il primo a intuire la necessità della creazione di una nuova competizione, che raggruppasse al suo interno le migliori squadre del continente europeo. Per assegnare così un titolo effettivo, che non fosse solo riportato su di un titolo di giornale. Un’idea quella del francese, certo allettante, ma che fin da subito trova la ferma opposizione della Uefa. Il massimo organo del calcio europeo vedeva in una competizione del genere, un forte fattore di rischio per la competitività dei campionati nazionali. Allo scetticismo iniziale fece però poi seguito, l’assenso del massimo organo calcistico mondiale: la FIFA. Quest’ultima, infatti, vedeva in tale competizione, un’idea interessante e dal probabile successo. Forte di tale assenso Hanot fa la sua proposta alla UEFA, e con l’appoggio di Bernabeu e Julet Rimet, il 5 marzo 1955, nasce “la coppa dei campioni” sotto l’egida UEFA.

Il primo formato della competizione è molto diverso da quello a cui siamo abituati. La prima edizione disputata vede la comparsa di sole 16 squadre, con un netto no di diverse federazioni, tra cui quella dell’Inghilterra. Ai tempi un po' superba e scoraggiata dal basso livello della neonata competizione. Al termine del torneo il Real Madrid alza per la prima volta al cielo la coppa dei campioni. Una coppa ai tempi molto diversa da quello che siamo abituati a immaginare. Un trofeo dalle forme longilinee, molto più piccolo del suo attuale formato, viene consegnato nelle mani di capitan Muñoz, davanti agli occhi di 40 mila spettatori, sotto il cielo di una splendente Parigi. Si dà così avvio alla nuova competizione. Una competizione dalle forti tinte spagnoleggianti, nelle sue prime 5 edizioni.

Al successo ottenuto contro il Reims sotto il cielo di Parigi, seguono altri 4 trionfi merengues, risultato mai eguagliato nella storia della competizione. Per un cambio di rotta bisognerà attendere poi la venuta, sul palcoscenico mondiale del leggendario Benfica della “pantera negra” Eusebio. La coppa dei campioni inizia a fare incetta di campioni, e una dopo l’altra le varie federazione calcistiche decidono di parteciparvi iscrivendo così i loro giocatori più forti. Dando così il via a un graduale adeguamento del format, che è poi proseguito con la competizione che noi tutti conosciamo, la Champions League.