I Futuristi trovano una prospettiva inedita volgendo, nel loro dinamismo, non solo gli occhi verso la Terra, ma alzandoli al cielo, dove i primi aerei svettano sorvolando città e campagne: le macchine volanti svelano un incanto che sta a metà strada tra il magico ed il tecnologico. L'aereo è certamente la forma meccanica che più ha incarnato la velocità, perché ha soddisfatto quel desiderio, ispiratore della Corrente, ma anche il sogno mai sopito, da sempre, molto prima delle ricerche stupefacenti sul volo di Leonardo Da Vinci.

Dai tempi più antichi, l’uomo ha sognato di volare, libero come gli uccelli, invidiando la loro capacità di spaziare nell’azzurro. I Futuristi trovano nell’Aeropittura l’ultima loro grande ispirazione che, già accennata nel 1910, solo nel 1929 trova il modo di essere pubblicata nel celebre Manifesto. L’esperienza dei voli della Prima Guerra Mondiale, ne ha sicuramente suggerito il lato più drammatico, con tutto l’orrore del conflitto, tuttavia non ha annullato la meraviglia dei voli radenti, delle spettacolari evoluzioni, delle discese acrobatiche.

Chi resta a terra cerca di immaginarsi i mondi di lassù. L’Aeropittura risponde a questo desiderio di conoscenza con molta immaginazione, trovando soluzioni aeropittoriche che hanno superato la visione idilliaca della natura, per arrivare a soddisfare il “Desiderio latente di vivere le forze occulte dell'idealismo cosmico” come ebbe a dichiarare Enrico Prampolini, descrivendo la sua visione del volo. L’Aeropittura asseconda il desiderio generico della documentazione dall’alto, esalta l’entusiasmo per il volo, la velocità e il dinamismo, derivati dalle innovazioni della tecnologia tanto ammirata da questi artisti.

Gianni Gaschino, è un pilota d’aereo, che ha trascorso molto tempo veleggiando nel cielo, da lassù vede il mondo farsi piccino e sempre più ameno: perché più ti allontani dalle piccolezze umane, più idealizzi la realtà, cogliendo il genius loci dei latini, ovvero il vero senso del luogo a discapito di particolari poco significativi. In più lui ha pilotato, dopo aver visitato tanta parte del mondo, nei luoghi più amati, Langhe e Roero, luoghi del cuore, dove le colline sono dolci, ravvivate da antichi castelli, che ci narrano tanta parte di storia, animate da fiumi, canali e ruscelli, che allietano con le loro sponde verdeggianti una delle zone più rigogliose d’Italia.

L’artista, nato a Cuneo nel 1946, è vissuto più di mezzo secolo dopo i Futuristi, che ha sempre apprezzato come tutti gli ingegneri meccanici, naturali eredi dell’interesse per il movimento e la tecnologia, che tanto ha caratterizzato questa Corrente d’Avanguardia, che ha influenzato e ispirato un grande numero di artisti a livello mondiale dai primi del ‘900. Gianni Gaschino dopo la brillante laurea in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Torino, ha frequentato l'Accademia Aeronautica a Pozzuoli, quindi la base radar di Capo Mele, a stretto contatto con la base degli Intercettori di Cameri (No). Dopo aver ottenuto, nel 1975, il brevetto, ha volato per circa 750 ore tra Italia, Europa e Usa. Ha iniziato poi la sua attività di direttore commerciale presso grandi gruppi industriali, che l'hanno portato a vivere in Francia e a New York per anni. È in seguito tornato a vivere nell'antica e incantevole dimora di famiglia a Guarene nel Roero.

Multitasking, come molte persone particolarmente vivaci e attive, – anche la sua vita familiare è stata ricca di soddisfazioni e passioni se oggi può contare su tre figli e ben sei nipoti – con costanza si è dedicato alla pittura, sempre portata avanti in parallelo con le varie attività, come consolazione, svago, ma soprattutto divertimento e soddisfazione personale coronata da una mirabile autoaffermazione. Non si è mai identificato con una corrente artistica, il suo iter personale registra colori piatti e bordati, racchiusi in tasselli come in un mosaico ed in forme ridotte alla loro pura essenzialità, a cui è arrivato sperimentando progressivamente dall'acquerello ai colori ad olio, fino all'acrilico.

Ciò che lo collega all’Aeropittura è l'ispirazione delle sue tematiche, stimolate sempre dai voli aerei: ma lui è un artista del suo tempo, che interpreta la realtà con la sensibilità dell’uomo contemporaneo, dotato di talento naturale nel disegno, che l’ha spinto verso una ricerca personale e originale nel campo della pittura. Dotato di una manualità molto creativa, assecondando l’impulso verso la libera espressione rappresentativa della realtà, ha raggiunto un livello di armonia notevole, mediato tra la capacità personale di espressione grafica e ispirato al desiderio di dipingere le sensazioni che la natura, vista dall’alto, durante il volo, riesce a comunicargli, sia dei luoghi natali che evocano i ricordi infantili e familiari, che dei luoghi delle vacanze più amati.

Gaschino è attirato dalla bellezza della natura, colta nei momenti che suscitano profonde emozioni nel suo animo e spingono la sua mano a trasporre sulla tela quell’attimo indicibile in cui ha goduto della natura così intensamente da voler conservare quel momento trasformandolo in un'opera creativa. Un artista che attinge alla Storia dell’Arte inconsapevolmente o anche attraverso gli studi, che l’hanno portato a conoscere il disegno e la prospettiva, mentre è autodidatta nell’uso dei colori.

Abituato a guardare in alto, nel cielo, ha anche alzato lo sguardo nelle cattedrali di tutto il mondo che ha visitato nei numerosi viaggi: ne è derivato nella sua pittura quell’uso dei contorni scuri che ricordano le vetrate delle grandi basiliche, ma che già i Nabis e Gauguin avevano adottato in contrasto con la leggerezza degli Impressionisti, che dipingevano più l'impressione della realtà concreta.

Quando si instaura una Corrente, in poco tempo c’è il desiderio di superarla: è stato così per tutte le correnti pittoriche, troppo forte è nell’uomo il desiderio di esplorazioni sempre in campi diversi. Nell’arte troviamo di tutto, soprattutto da quando l’arte si è affrancata dall’accademismo e ha iniziato i suoi voli pindarici con le Avanguardie.

In seguito l’arte, nella sua evoluzione, ha subito involuzioni e torcimenti su se stessa ed è quasi riuscita ad annullarsi. Di artisti come Gianni Gaschino ne esistono diversi, talvolta ignorati dalla critica d’avanguardia contemporanea, sempre alla ricerca di ciò che fa più scalpore e trova acquirenti che magari nel tempo si trovano nelle mani opere che erano di avanguardia, ma sono passate di moda e finite nel dimenticatoio: c'è la speranza che qualcuno le riscopra ed a volte succede!

Ma gli artisti come lui non rispondono che al loro impulso creativo a cui non riescono a negarsi, troppo forte è il desiderio di comunicare ciò che si sente attraverso quello che si vede e si pensa. È un impulso che non permette la stasi, che non è possibile non esprimere, perché come un'onda di maremoto, deve rivelarsi. L’arte pittorica è arte visiva, è arte che comunica, è un desiderio profondo e generoso di comunicazione: ed è ciò che recepiscono i tanti ammiratori di Gaschino, molto apprezzato, spesso gli vengono commissionate opere ed è invitato a prestigiose esposizioni istituzionali.

Lui ha trovato la sua “cifra”, il suo modo di comunicare a cui è fedele, uno stile che affascina e incanta: guardando una sua opera ti pare di essere nel mondo delle fiabe, sia per la forma che per i colori delicati che ricordano l'arte di Jean Michel Folon, il famoso artista belga, deceduto nel 2005, che ci ha lasciato tante opere interessanti e notevoli, come i paesaggi densi di velature acquarellate, tra monti vaghi come fondali teatrali e deserti variopinti, ma è soprattutto l’uso del colore che lo accomuna a Gaschino, che tuttavia non sempre dipinge con accostamenti delicati perché arriva a volte a far urlare i colori con audaci giustapposizioni, che sono quelle che a volte la natura ci regala, nei meravigliosi tramonti, che lui ha modo di ammirare nei suoi voli serali, quelli che preferisce.

L’arte è amore per il Bello e per le meraviglie artistiche del nostro passato glorioso, l’artista è l’espressione del bello, del sublime, dei sentimenti, delle passioni e delle sofferenze.

Cosa differenzia un artista da un altro? La sua personalità, la sua capacità di trovare uno stile tutto suo, in cui chiunque lo riconosca e lo connoti immediatamente: questa è la vera bravura dell'artista. Quella che ha fatto esclamare a Vittorio Sgarbi, davanti ad un'opera di Gianni Gaschino: “Ecco un'artista che non copia nessuno!” Gianni Gaschino, così amante dell’arte, sta accarezzando un progetto futuro, impegnativo ed ambizioso: progetta di attrezzare parte della sua ampia casa, che ben si presta, sia all’interno che all’esterno, ad esposizione/museo privato permanente, visibile a tutti, dove non solo continuare ad esporre liberamente le proprie opere, ma anche ospitare altri artisti affermati o promettenti, incoraggiandoli e sostenendoli, contribuendo così efficacemente alla diffusione dell’arte in senso lato.

Ho intervistato Gianni Gaschino nel suo studio.

Quando hai scoperto di voler diventare artista?

Ho sempre disegnato fin da giovanissimo, direi dai tempi delle elementari. Conservo con cura moltissimi di questi disegni per lo più a matita, già fin d’allora in prospettiva, come ricordi cari del mio punto di partenza artistico assolutamente originale e spontaneo.

Come ti sei avvicinato al mondo dell’arte?

È stata una naturale evoluzione l’accostarmi negli anni successivi, quelli delle medie e del Liceo Classico, all’uso del colore sperimentando e perfezionando l’acquerello e in seguito i colori ad olio, da autodidatta, senza insegnanti o corsi di pittura. È stata una scoperta fatta negli anni, ricavando sensazioni e soddisfazioni appaganti dalla mia immaginazione interiore più libera e spontanea. Da decenni sono passato all’acrilico su tela o su legno. Anche di questo periodo conservo molte tele e cartoni che denotano già un amore intenso per il figurativo con colori vivi e ben definiti e scanditi, sempre in un contesto geometrico prospettico ben definito.

Cosa ti ha spinto a scegliere i soggetti e le tematiche?

Direi l’interesse e la passione per i luoghi, la natura. Era vivo il desiderio di esprimere il tutto sulla spinta delle sensazioni e dei luoghi cari della mia giovinezza: le montagne intorno a Cuneo, la mia città natale, Le colline delle Langhe sede della mia casa paterna, il mare delle prime vacanze autonome, ai primi amori giovanili vissuti con intensità alla scoperta dell’animo femminile da me sempre ammirato, alle visioni e soprattutto alle emozioni intense suscitate e conservate gelosamente dentro di me.

Quali significati vuoi rappresentare nelle opere?

Da decenni sono passato all’acrilico su tela o su legno, mezzi che meglio mi consentono di rappresentare la meravigliosa bellezza della natura colta nei momenti che suscitano emozioni e renderne lo spirito evitando di farne una semplice illustrazione: nascono allora i miei chiari di luna, i rossi tramonti, le nevicate sulle alpi, i mari assolati, i colori dell’autunno…

Quanto c’è della tua vita nelle opere?

C’è tutta la mia vita, visto che dipingo ininterrottamente da oltre 60 anni, sempre in parallelo con la mia attività professionale. La pittura è stata uno dei tanti amori della mia vita che mi hanno dato tanta gioia e tante vere emozioni.

Quanto ha influito il volo nelle tue opere?

Il fascino del volo è il possesso della terza dimensione: navigare nel cielo e vedere dall’alto. Nelle mie opere spesso il mondo è visto dal cielo in terza dimensione.

A quale Corrente artistica ti ispiri?

Avendo conseguito una maturità classica oltre ad una laurea in ingegneria, si riconoscono nei miei quadri la matrice classica, la padronanza della prospettiva e la predisposizione all’armonia dei colori.

Come vedi il mondo dell’arte italiana?

L’Italia è riconosciuta come una delle grandi culle dell’arte sulla Terra per moltissimi secoli a partire dall’arte greco-romana. Constato ultimamente una tendenza verso forme d’arte nuove che si discostano dall’essenza dell’arte italiana che ha sempre avuto come fine ultimo la rappresentazione della armonia e della bellezza, espressa contestualmente nell’umanistico insieme di pittura, scultura, architettura, letteratura e musica. Riconosco per altro che tale tendenza ha moltissimo seguito.

Cosa pensi dell’arte contemporanea?

La mia formazione classica mi porta a credere che l’arte sia sì genio creativo, ma anche capacità e talento, non solo apparenti forme di provocazione o improvvisazione ad ogni costo e con qualsiasi mezzo. La vera arte parla da sola ai cuori anche dopo 2000 anni e riconosco che certa arte contemporanea sa comunicare messaggi e suggestioni.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Voglio continuare a dipingere seguendo solo la mia ispirazione e le mie emozioni del momento e mi piacerà continuare a trasmetterle. Sono fortunatamente libero di dipingere solo quando sento l’impulso del farlo e non perché devo farlo. L’apprezzamento dei giovani mi dà conferme e grandi soddisfazioni.

Quanto ti senti soddisfatto delle opere che realizzi?

Mi sento soddisfatto quando una mia opera mi emoziona e quando essa crea le stesse sensazioni ad altri, fino ad indurli al desiderio di possederla. Si viene in tal modo a stabilire tra il pittore e l’estimatore una affinità intellettuale e spirituale che crea nel tempo e nello spazio un’estesa rete di sincere amicizie che mi appagano.

Quali esposizioni ritieni più significative nella tua vita artistica?

Credo che la mostra personale valorizzi al meglio il pittore, per questo mi sono sempre indirizzato verso questi tipo di esposizione al pubblico cercando luoghi qualificati deputati all’arte. Per esempio nel mio caso, tra gli altri, il Palazzo Salmatoris a Cherasco, il Palazzo Samone a Cuneo, il Palazzo della Regione Piemonte a Bruxelles.

Consiglieresti a un giovane artista di intraprendere questa carriera?

Certamente, a patto che il giovane riesca ad avere perseveranza e costanza individuando per sé e perseguendo nel tempo un proprio stile senza deroghe o deviazioni dettate da mode o lusinghe del momento.