Una figura geometrica per rivoluzionare le regole della danza classica: l’icosaedro costituita da 20 facce. Per uscire dalla verticalità del balletto e ritrovare il peso come guida al movimento coreutico. Se ne è servito Rudolf Laban, ballerino, coreografo e teorico del movimento. Inventore di un metodo che ha aperto la strada alla danza contemporanea. Ma non solo, Laban è l’autore del Labanotation un codice per creare le forme del movimento e dei passi di danza con una serie di notazioni che trovano elemento di similarità con la scrittura musicale. Laban nasce in Ungheria, conosciuto come Rudolf von Laban a Bratislava nel 1879 e muore in Gran Bretagna a Weybridge nel 1958.

È considerato a tutti gli effetti il maggior teorico della danza moderna, tra le sue allieve che proseguirono la sua impostazione si ricorda Mary Wigman. Nato in una famiglia in continuo spostamento nelle varie aree dell’Europa orientale, a causa del lavoro del padre, un ufficiale dell’esercito austro-ungarico, Laban ha modo di conoscere varie lingue e molte culture.

Tuttavia, è insofferente al volere del padre che vorrebbe per lui una carriera militare. Il giovane Rudolf è, invece, affascinato dalle arti e inizia a studiare a Parigi pittura e architettura, ma anche in questo caso abbandona presto gli studi perché sono le arti performative, il teatro e la danza come teoria del movimento a suscitare il suo interesse. L’estetica di François Delsarte, tenore e insegnante francese e le sue teorie convinsero Laban che la danza poteva anche essere scollegata dalla musica. Per il coreografo, che coniò anche il termine di coreologia, il movimento e i passi di danza devono partire da un moto interiore, da un’emozione che si trasmette come un impulso a ogni parte del corpo, un movimento che non può quindi essere prefissato ma nascere nell’istante della sua presa di coscienza.

La notazione in movimento che teorizza Laban prende il nome di kinetografia o Labanotation, mentre l’analisi del movimento parte da quattro punti principali: il corpo, lo spazio, il tempo, la forma. Il peso esercita quindi la forza che conduce il corpo verso il movimento, un peso che può essere forte, leggero a fronte di un tempo sostenuto, o improvviso e di uno spazio diretto, indiretto, flessibile in un flusso contenuto o libero. Tutti questi elementi messi insieme costituiscono le basi del movimento coreutico su cui il danzatore lavora per l’analisi, l’insegnamento e la composizione delle sue coreografie.

Dopo l’esperienza francese con Delsarte, Laban si trasferisce in Germania dove potè svolgere la sua formazione da danzatore e coreografo. È proprio nei primi anni dieci del Novecento che costituisce un gruppo di giovani danzatori, tra questi appunto Mary Wigman sua allieva, e con loro fonda una comunità che si stabilisce nel Canton Ticino in Svizzera sul Monte Verità vicino ad Ascona. Qui mette in atto le sue teorie che muovono dalla teosofia alla psicoanalisi di Jung, per dare vita alla cosiddetta “danza libera” dalle regole e costrizioni del balletto classico.In Germania, poi, il coreografo ungherese fondò diverse scuole in cui si insegnava il suo metodo di danza e la notazione Laban per le coreografie teorizzata proprio nel 1928. Il successo in Germania durò fino al 1938 quando Laban dovette lasciare il paese a causa del regime nazista che non vedeva di buon occhio le sue idee.

Rudolf Laban si trasferì quindi in Gran Bretagna dove fondò altre scuole del suo metodo di insegnamento e l’Art Movement Studio a Manchester nel 1946.Il testo che raccoglie le teorie di Laban, sia dal punto di vista dell’analisi del movimento che della notazione coreografica, è “Modern Educational Dance” che Laban scrisse nel 1948.

Una summa in cui il teorico della danza ungherese mette a frutto anni e anni di lavoro sul corpo ma non solo. Nel suo testo si esamina l’importanza per il danzatore di considerare gli elementi artistici, estetici, sociali e simbolici che alimentano e rendono la propria arte unica e originale. L’idea che tutti questi elementi fossero un tutt’uno stava alla base delle concezioni di Laban sulle espressioni artistiche e della danza in particolare.

Nel suo testo propone infatti ben 16 temi di movimento che riflettono le sue teorie relative allo spazio, dinamica e relazione. Come ricordato in precedenza secondo Rudolf Laban energia, spazio, tempo e flusso sono il fondamento di ogni tipo di movimento e ovviamente devono essere alla base della danza.