Caro Diario,
oggi gliel'ho visto fare un'altra volta. Si è tolta dal seno un biglietto da dieci e ha pagato i gelati. E poi, Esterina ha starnutito, e lei dal seno si è tolta un fazzoletto di mussola per farle soffiare il naso. La signorina Nella lo fa, appena c'è qualche cosa. Ma dico, senti questa, l'altro giorno si è tolta dal seno un sapone, per farmi lavare mani e faccia inzaccherate di fango. Un sapone bianco, grosso quanto un limone. Non guardo spesso lo scollo della Nella, perché mi mette imbarazzo, ma pare lì dentro riesca a farci stare tutto. Ma vuoi sapere una cosa? Quando la Nella si è tolta il sapone, il volume del suo décolleté non si è sgonfiato di tanto così. Può darsi usi uno di quei reggiseni rigidi. Esterina dice che Nella lo fa, e lo usa come recipiente. Io ho undici anni e anche se sono sveglio non ci capisco. E comunque Esterina ha otto anni e anche lei non ci capisce.

Caro Diario,
stamane il gallo ha cantato mattina e io c'avevo la rabbia nelle mutande, sicché mi sono lanciato in precipite corsa in bagno e sì, qualche sollievo l'ho provato, ma mi secca l'anima, devo confessare, questo stato. Forse potrei dirlo a Nella. Di sicuro non a mamma - e lei non vuole la si chiami signorina, ma il babbo sì, e per Nella è uguale. Non so come fare. Magari Nella ha qualche pomata. Fatto sta, sono andato in cucina e lei era già lì. A volte si ferma per la notte. Ed era al tavolo della cucina e l'ho vista, diario, con questi due occhi tirarsi fuori dal seno una mela, una pera e un coltello. Ha sbucciate mela e pera e ha fatta colazione. Pacifica. Poi, il coltello se l'è ricacciato in seno. Sbattevo gli occhi e quando l'ho raccontato a Esterina mi dato del tutto matto.

Caro Diario,
ieri giocavamo alla lotta con i cuscini e siamo riusciti a coinvolgere la Nella. Lei s'è messa a starnazzare, mentre cascava sul materassone del lettone nella camera dei miei e le davamo di cuscinate. Il babbo per descriverla usa quella parola strana: felliniana. Io al babbo dico che Nella è grassa e lui mi dice ma no, è felliniana. Casca sul lettone e noi le siamo sopra con i cuscini e lei starnazza e sbatte le braccia e sprofonda nel lettone tutta rossa in viso. Noi colpiamo e colpiamo e a un certo punto succede una cosa. I tettoni le escono dal decolleté, e non avevo mai visto due tettoni dal vivo, due tettoni felliniani, se non quelli di mamma, e mi fanno strano, quei due bottoni rossastri sulla sommità di quelle puddinghe; però sono così bianchi e grossi, i tettoni, che mi viene da ridere; e mentre Nella starnazza, sbattendo le braccia, e mentre Esterina le dà cuscinate, io allungo una mano e tocco. Prima palpo, poi premo, schiaccio quei tettoni di biacca, e poi faccio un balzo indietro gridando incredule. Un telefonino è sceso dal seno destro, anzi ne è proprio uscito.

Ma Esterina stava ancora pigliando a cuscini Nella e Nella non riusciva a coprirsi le pudenda, sicché superato lo stupore iniziale mi son avvicinato e di nuovo ho premuto, schiacciato e stavolta dal seno è uscito un depilatore. È uscito dal seno, diario. Capisci cosa ti sto dicendo? Dal seno. Poi, la signorina Nella è riuscita a risollevarsi dalle sabbie mobili del lettone e a rimettersi in ghingheri. Sì è fatta ancora più rossa mentre Esterina si capottava di risa e io la guardavo stralunato. Ed è andata via.

Caro Diario,
stanotte sono andato nella stanza riservata alla signorina Nella quando si ferma da noi la notte. Non sono andato con Esterina perché non volevo si spaventasse e non mettevo affatto in conto di spiegarle ciò che avevo visto durante la battaglia a cuscinate. Sono andato solo. La signorina Nella dormiva, matronale. Ronfava come un generale, pronto a svegliarsi e a impartire ordini. Dormiva su un fianco e quando son riuscito a farla girare sulla schiena, i tettoni erano così prorompenti che il suo profilo nella stanza occupava ancora più volume. Le ho tirato giù il décolleté del pigiama (la signorina Nella aveva sempre il décolleté, in ogni vestito; diceva per via del caldo, ma ho capito che era per togliersi dal seno qualcosa alla bisogna) e le ho fatto uscire i budini fuori. Ballavano gelatinosi. Schiaccio un seno e viene fuori una calcolatrice.

E dall'altro seno un asciugacapelli. Schiaccio ancora e viene fuori un piccolo mappamondo. L'oggetto emerge dalla carne del seno, dalla parte inferiore. Non si apre, il seno. È l'oggetto a emergere. Lo so. È strano. Impossibile. Ma così è. Sto lì a schiacciare le tette della Nella quasi tutta notte. Facendo venir fuori un mucchio di altri oggetti. Non prima di aver rimesso i seni di Nella nel suo pigiamone di madapolam ho fatto tutto su e ho portato nella mia stanza, nascondendo ogni cosa sotto il letto. Se lo racconto a qualcuno, nessuno ci crede. E mamma e babbo non mi hanno regalato un cellulare con la fotocamera e non posso fare video.

Caro Diario,
oggi sono caduto dalla bicicletta e mi sono sbucciato un ginocchio. Eravamo al parco con la signorina Nella e lei si è precipitata e ha visto tutto quel sangue e allora presa dal panico si è tolta dal seno una boccetta di acqua ossigenata, una di tintura di iodio, una garza e mi ha medicato. Dopo le ho detto di sapere dei suoi seni magici e le ho chiesto se tirava fuori oggetti a caso e lei, ormai alle strette, ammettendo di essere stata beccata, mi ha detto di pensarli prima. Di pensare a tutto.

Caro Diario,
ho in foia di chiedere alla signorina Nella di pensare a un cellulare nuovo per me e di togliersi dal seno un bel saccone di banconote. Altrimenti, spiffero al mondo. A dopo, caro.