Gioacchino Ersoch. Architetto, urbanista, inventore. È a lui – in occasione del bicentenario della nascita - che è dedicata la mostra “Gioacchino Ersoch (1815 – 1902). Un architetto per Roma Capitale” ospitata al Museo di Roma Palazzo Braschi dal 16 maggio al 20 settembre 2015.

In esposizione una serie di progetti e disegni dell’architetto romano di origini svizzere, in parte inediti, accompagnati da dipinti e fotografie d’epoca, per raccontare un periodo della storia di Roma e dell’amministrazione capitolina poco noto e far conoscere meglio la sua figura di professionista al servizio del Comune dal 1848 al 1889. Sono anni di importanti cambiamenti per la città, soprattutto nei primi decenni dopo il 1870, quando Roma, designata a capitale d’Italia, è protagonista di grandi trasformazioni, oltre che nel campo politico e sociale, in quello dello sviluppo urbanistico e architettonico. Ersoch, responsabile dell’Ufficio municipale di edilizia pubblica, impresse una decisa svolta alla sua personale progettualità e a quella del suo staff, indirizzandola verso un’architettura pubblica più adatta al nuovo ruolo di Roma studiando, nel contempo, adeguate tipologie di arredo monumentale e celebrativo.

L’esposizione affronta diverse linee tematiche che illustrano il lavoro dell’architetto. Le opere e i documenti presentati, provenienti dalle collezioni del Museo di Roma, dall’Archivio Storico Capitolino e dall’Archivio Gianfranco Ersoch, tratteggiano la carriera, le idee e la pratica dell’architetto, anche attraverso l’esposizione di alcuni dei suoi strumenti di lavoro. Si propongono quindi alcuni studi di dettagli di “ornato”, dai quali emerge la versatilità del progettista in grado di lavorare a tutto campo, immediatamente confrontabili con ideazioni più grandiose, come i piani per la trasformazione dei palazzi capitolini o per i monumenti celebrativi, tra questi ultimi un monumento a Vittorio Emanuele II mai realizzato. A questi progetti sono affiancati quelli per l’arredo della pubblica passeggiata del Pincio (i cui esiti caratteristici sono brillantemente raffigurati in alcuni dipinti dell’epoca), e quelli per gli interventi urbanistici ed edilizi di scala maggiore. Tra questi molti impianti “funzionali” per la vita cittadina, come scuole, mercati e cimiteri, ma soprattutto il Mattatoio a Testaccio, grande opera e suo capolavoro indiscusso, modello di efficienza e razionalità funzionale.

La mostra vuole dunque rendere noto un lavoro complesso e articolato, nel quale hanno trovato posto anche le realizzazioni effimere tanto in voga a Roma nell’Ottocento: gli allestimenti celebrativi per l’accoglienza delle personalità di Stato, i “catafalchi”, eretti in occasione delle cerimonie funebri, e le complesse macchine pirotecniche per onorare degnamente le nuove ricorrenze nazionali, come la “Festa dello Statuto” istituita nel 1861 per celebrare, nella prima domenica di giugno, l’Unità d’Italia.

Per l’intera durata della mostra, l’Archivio Storico Capitolino ospita una selezione di carte e disegni progettuali lì conservati che costituiscono un approfondimento sull’opera e il percorso professionale di Ersoch.