Il 14 settembre 2014 apre al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia la mostra Tomaso Buzzi alla Venini a cura di Marino Barovier. La mostra è la terza del ciclo espositivo dedicato alla storia della vetreria Venini e organizzato da Le Stanze del Vetro, progetto culturale pluriennale avviato da Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria del ventesimo e ventunesimo secolo.

L’architetto lombardo Tomaso Buzzi (1900-1981) è stato un esponente di spicco del cosiddetto “Neoclassicismo Milanese”.

Fu amico e collaboratore di Gio Ponti e membro dell’associazione “Il Labirinto” – insieme ad architetti e imprenditori come Gio Ponti, Michele Marelli e Paolo Venini, intenti a “promuovere la diffusione nella casa delle moderne arti decorative.”

Proprio insieme a Ponti, Tomaso Buzzi è stato uno dei più importanti creatori del gusto italiano degli anni ‘30, per l’eleganza e la raffinatezza che ha saputo portare nelle arti applicate. Architetto colto, designer curioso, raffinato progettista d’interni, oltre che collaboratore della rivista Domus, lavorò per le figure più importanti dell’alta borghesia del nostro paese: Volpi, Cini, Visconti, solo per citarne alcuni.

Tra il 1932 e il 1933 l’architetto milanese Tomaso Buzzi avvia un’attiva collaborazione con la vetreria Venini, che prosegue episodicamente anche durante gli anni successivi. Il contributo creativo di Buzzi si caratterizza per il suo approccio sperimentale alla forma e ai materiali. La sua ampia ricerca riguarda anche l’illuminazione, dando così inizio a una nuova veste a questo tradizionale settore del vetro di Murano.

Quando nel 1932 arriva a Murano alla Venini, Buzzi porta il suo notevole bagaglio culturale e la sua profonda conoscenza dell’arte antica, in particolare di quella etrusca, verso la quale l’architetto ha una particolare attenzione.

Una tra le fonti di ispirazione nella produzione di Buzzi, è infatti rappresentata dalla tipologia dell’askòs, un vaso in ceramica con una o due bocche a entrambe le estremità, di origine greca e diffuso in età etrusca, utilizzato per contenere liquidi oleosi, spesso modellato a figure zoomorfe, come volatili o animali cornuti. Non è un caso, infatti, che nel corso degli anni venti l’arte etrusca fosse stata oggetto di riscoperta e approfondimento: è qui che Buzzi cerca motivi di ispirazione, con la volontà di creare manufatti nuovi e originali che se da un lato non negano la loro ispirazione storica, dall’altro esaltano le caratteristiche plastiche e materiche del vetro. Ciò avviene attraverso la sperimentazione con un nuovo tessuto vitreo, il vetro incamiciato a più strati di colore e applicazioni di foglia d’oro, e l’utilizzo di particolari zoomorfi (come chiocciole, teste di cavallini e di capra) o elaborati collarini, nastri annodati e manici a forma di elmo stilizzato. Tra gli oggetti più significativi, presentati alla V Triennale di Milano, si distinse la celebre “Coppa delle Mani”, sostenuta da mani con polsi uniti e dita affusolate, decorati da bracciali e anelli.

La nuova tecnica, inventata da Buzzi, trasforma radicalmente l’aspetto dei vetri prodotti fino ad allora dalla Venini, contribuendo all’esigenza di rinnovamento dell’azienda muranese e affermandone la sua vocazione alla produzione di vetri eleganti e raffinati. È noto, grazie all’analisi e allo studio dei disegni conservati nell’archivio Venini, che Buzzi studiò 14 ricette diverse per la produzione dei vetri incamiciati a più strati, una tecnica che potrebbe essere assimilata a quella della velatura ad olio nella pittura. L’architetto utilizza diversi strati di colore per ottenere tonalità come il rosa, il verde, il grigio-azzurro e il rosa-rosso, che daranno vita alle serie dei vetri “laguna”, “alga”, “alba” e “tramonto”.

“Questa tecnica” – afferma il curatore Marino Barovier – “gli consente di ottenere tonalità inedite, ricche di intensità e di sfumature, e una materia che reagisce alle variazioni della luce, anche in relazione alla forma dell’oggetto e a seconda degli spessori ottenuti con la soffiatura. Tale materia per la sua modalità di realizzazione non è mai ripetibile e uguale a se stessa e, in tal modo, contribuisce a determinare l’unicità e nello stesso tempo l’originalità dell’oggetto”.

La mostra Tomaso Buzzi alla Venini, a cura di Marino Barovier, ripercorre questa breve ma fruttuosa collaborazione, documentata non solo attraverso le opere selezionate (circa 200), i disegni originali catalogati nell’archivio Venini, ma anche attraverso progetti inediti conservati alla Scarzuola a Montegabbione (Terni), la città-teatro (originariamente un convento con annessa una chiesa del Duecento) che Buzzi costruì a partire dalla fine degli anni sessanta e che continuò a modificare fino all’anno della sua morte avvenuta nel 1981.

In occasione della mostra, verrà pubblicato il primo catalogo ragionato dell’opera su vetro di Tomaso Buzzi, pubblicato da Skira per Le Stanze del Vetro e curato da Marino Barovier con Carla Sonego.

Inoltre, anche in occasione di questa terza mostra dedicata alla Venini, il regista Gian Luigi Calderone ha realizzato un film documentario, dal titolo “Tomaso Buzzi. Le memorie dell’Angelo Custode”, che racconta la figura dell’architetto milanese attraverso degli appunti inediti, attraverso i quali Buzzi progettava di scrivere la sua autobiografia, in una forma insolita, ossia raccontata dal suo “Angelo Custode”. La voce di Buzzi è di Roberto Hertzliska.

In concomitanza con la mostra Tomaso Buzzi alla Venini, rimarrà aperto al pubblico anche il padiglione temporaneo progettato dall’artista giapponese Hiroshi Sugimoto. “Glass The House Mondrian” è la prima opera architettonica di Sugimoto a Venezia.

Tomaso Buzzi Nato a Sondrio il 30 settembre 1900, si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1923. Dopo una prima e fondamentale fase, legata alla collaborazione con Gio Ponti per l’architettura d’interni caratterizzata da arredamenti lontani sia dal gusto déco sia dal peso novecentesco, nel 1927 con Lancia, Marelli, Venini, Chiesa e lo stesso Ponti fonda l’associazione “Il Labirinto”. Nel 1928 inizia a collaborare con la rivista Domus, mentre tra il 1932 e il 1934 lavora attivamente con la vetreria Venini. Animato dal motto “l’architetto è soprattutto un direttore d’orchestra”, a partire dal 1934 intraprende il restauro di palazzi di assoluto rilievo: dalla palladiana Villa Maser a Treviso, a palazzo Papadopoli a Venezia, sino a giungere alla realizzazione in toto di Villa Necchi a Nervi tra il 1953 e il 1956.

Tra i numerosi progetti vanno segnalati Palazzo Marcoli a Roma, la Villa Pacelli a Forte dei Marmi, la Villa Rossi di Montelera a St. Moritz, la Villa Nasi Agnelli a Cap-Ferrat, la Villa Putti a Bologna e il Teatro della Cometa a Roma. A lui si deve anche la ristrutturazione dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo e a Bangkok. A partire dal 1956 su segnalazione del marchese Paolo Misciatelli, acquista a Montegabbione, nei pressi di Terni, un convento con annessa una chiesa del Duecento fondato da San Francesco, detta “La Scarzuola” che diverrà, nel corso degli anni, un laboratorio continuo al fine di creare una propria città ideale. Il 16 febbraio 1981, Tomaso Buzzi muore a Rapallo. La sua capacità di muoversi tra le varie forme artistiche e apportarne un nuovo contributo, ne hanno fatto un protagonista assoluto del gusto italiano moderno, ancor oggi, spesso imitato.

Attività didattiche

La mostra Tomaso Buzzi alla Venini è aperta dal 14 settembre 2014 all’11 gennaio 2015 dalle 10:00 alle 19:00 (ingresso libero, chiuso il mercoledì).

Anche per questa esposizione, continuano le attività didattiche gratuite per studenti di scuole elementari, medie e superiori, insieme al servizio di accompagnamento guidato gratuito per i visitatori de Le Stanze del Vetro e attività didattiche speciali rivolte alle famiglie. Nello specifico, le attività didattiche prenderanno la forma di laboratori e workshop, durante i quali ragazzi e bambini si confronteranno direttamente con la storia e l’importanza dell’arte vetraria per Venezia, producendo artefatti e partecipando ad attività laboratoriali e momenti di confronto.

Per entrambi i servizi è obbligatoria la prenotazione telefonando al numero verde 800 662 477 (dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle 17.00) o inviando una e-mail a: artsystem@artsystem.it. Sul sito internet www.artsystem.it saranno disponibili informazioni dettagliate sulle attività laboratoriali per studenti suddivisi per fasce di età.

Le Stanze del Vetro

Isola di San Giorgio Maggiore
Venezia 30124 Italia
Tel. +39 041 5230869
press@lestanzedelvetro.it
www.lestanzedelvetro.it

Orari di apertura

Giovedì - Martedì
Dalle 10.00 alle 19.00

Immagini correlate
  1. Galline e Galletti in vetro a filigrana a reticello, 1933
  2. Coppa con uccellino in vetro a più strati di colore, 1933
  3. Frutta in vetro a filigrana a reticello, 1933
  4. Piccole brocche con bocca a cuore in vetro incamiciato a più strati di colore, 1932-33
  5. Coppa delle mani in vetro laguna a più strati di colore con applicazione di foglia d’oro, 1933
  6. Boccia dei cavallini marini in vetro alga con applicazione di foglia d’oro. Vaso in vetro alba a più strati di colore con applicazione di foglia d’oro, 1932-33