Paolo Serra e Paolo Iacchetti

La Galleria Marcorossi artecontemporanea ha il piacere di presentare per la prima volta, contemporaneamente in una doppia personale, le opere di due artisti italiani che nel mondo dell’astrazione hanno fatto della ricerca uno dei temi fondanti del loro lavoro.

Paolo Serra nasce nel 1946 a Morciano di Romagna, nel 1955 si trasferisce per ventisette anni in Inghilterra, ora vive e lavora tra le colline di Rimini e Milano. Artista dal percorso internazionale, le sue opere fanno parte delle collezioni private di numerosi musei, istituti di credito e fondazioni in Olanda, Germania e Inghilterra, lavora con la Galleria Tribold di Basilea e la Galleria Ronchini di Londra.

Le opere di Serra svelano il suo costante impegno nella ricerca sulla luce, la forma e lo spazio. Le sue geometriche composizioni sono realizzate con antiche tecniche pittoriche da lui rielaborate in modo contemporaneo, utilizzando lacche, colori, ossidi naturali e sono magistralmente integrate ad una scientifica matematica delle proporzioni da cui scaturisce un’armoniosa convivenza tra modernità e tradizione. Protagoniste nei lavori di Paolo Serra sono forme geometriche: cerchi, quadrati e rettangoli che vengo disposti nello spazio pittorico secondo la Regola Aurea o secondo il principio matematico della serie numerica descritta nel 1202 da Leonardo Fibonacci.

Paolo Iacchetti nasce a Milano nel 1953, città alla quale è profondamente legato, dove vive e lavora. Laureato in chimica e diplomato a Brera, espone dal 1983 mostre personali in Italia, Svizzera e Germania, e partecipa alle maggiori rassegne sull’arte astratta e radicale in Italia e in Germania. Ha esposto al MART (2005), al Museo di Hanoi (2007), alla Permanente di Milano (2006) e al Museo Diocesano di Milano (2009), una sua opera fa parte della collezione sull’arte italiana esposta alle Gallerie D’Italia di Piazza della Scala.

Le opere di Iacchetti che Marcorossi presenta a Milano sono i lavori più recenti, dove all’apparente monocromaticità che lo ha sempre contraddistinto, è subentrata una trama di “segni” molto evidente. Questa esperienza è sempre esistita nelle sue opere, ma, era quasi invisibile all’occhio, perché composta da sfumature cromatiche, sovrapposte come in una struttura architettonica. Per la mostra i segni prenderanno il sopravvento, si espanderanno, sconfinando dalle tele ai muri della Galleria creando un’installazione site specific di grande impatto visivo.