Ogni volta che mi concentro sulla bellezza di un viso, sulla perfezione di ogni singolo dettaglio, mi sembra come se non potessi cogliere cosa ho di fronte, sedotto dallo standard di bellezza dell'altro o dalla sua opinione su quali siano le sue migliori qualità. E di solito questo non è mai auspicabile. Così ogni sessione diventa una sfida. -Richard Avedon

Gagosian Gallery Roma è lieta di annunciare "Avedon: Beyond Beauty", una retrospettiva che include la maggior parte delle fotografie di moda e molti degli iconici ritratti femminili realizzati da Richard Avedon durante la sua originale e prestigiosa carriera.

Giovane assistente fotografo della Marina Mercantile Americana durante la Seconda Guerra Mondiale, il primo compito di Avedon era scattare foto identificative, un'esperienza sulla quale disse: "Penso di aver ritratto centomila volti prima di diventare un fotografo". Successivamente e fin dall'inizio della sua carriera da professionista, la padronanza della composizione, dell'ambientazione, delle circostanze, e il rifiuto di distinguere tra fotografia artistica e commerciale, hanno dato vita ad un corpus di lavori di grande effetto - che fossero ritratti di personaggi famosi, scatti pubblicitari di marchi commerciali, o intensi reportage culturali e politici sulla povertà, la guerra, le questioni razziali.

Come fotografo di moda dalla metà degli anni '40, Avedon si è distinto con un immaginario così peculiare e innovativo da sfidare i canoni della bellezza convenzionale. Nell'arco di sessant'anni, l'artista ha immortalato con originalità, umorismo ed intuizione sia donne famose che sconosciute, celebrità e modelle ma anche parenti ed amici. Affascinato dalla capacità della fotografia di evocare la personalità e raccontare la vita del soggetto, considerava pose, atteggiamenti, capi d'abbigliamento e accessori come caratteristiche vitali e rivelatrici di un'immagine.

"Avedon: Beyond Beauty" sottolinea la forza della rappresentazione, creativa e a volte scioccante, che Avedon faceva delle donne, dai ritratti intimi alle celebri fotografie di moda realizzate per Harper's Bazaar, Vogue, The New Yorker e altre importanti pubblicazioni. Ritraeva modelle in movimento provocandole perché apparissero curiose, ribelli, esuberanti e sicure di sé. In mostra anche l'Early Paris Fashion Portfolio, undici immagini commissionate da Harper's Bazaar tra il 1947 e il 1957, scattate "en plein air" fuori dallo studio immortalando la vita nelle strade parigine: ombrello in mano, una figura appare sospesa mentre salta su un ciottolato; Marlene Dietrich al Ritz si accende fascinosamente una sigaretta indossando un turbante di Dior; una slanciata Dorian Leigh si specchia nel camerino di Helena Rubenstein.

La fiducia e la complicità tra Avedon e i suoi soggetti, ingredienti fondamentali di questa audace sperimentazione, sono ancora più evidenti negli scatti realizzati nello studio, ambiente neutro ed essenziale: da una Gloria Vanderbilt in posa come un cigno (1953), al viso d'angelo di Cheryl Crane, la figlia dell'attrice Lana Turner, che Avedon aveva fotografato nel 1963 dopo che era stata scagionata dall'accusa di omicidio; alla forza aggressiva di Tina Turner (1971). In un'immagine del 1967 Veruschka sulle punte sembra librarsi verso l'alto mentre un abito invernale di Bill Blass fluttua intorno a lei. Jean Shrimpton fa un salto con un etereo vestito da sera di Pierre Cardin (1970); trenta anni più tardi Malgosia Bela e Gisele Bundchen si abbracciano avvolte in un provocatorio Dior couture. In contrasto con questo materiale, sono le 24 immagini a colori, macabre e noir, pubblicate dal New Yorker e intitolate In Memory of the Late Mr. And Mrs. Comfort (1995), nelle quali bellezza perversa e lusso eccentrico si scontrano con l'idea della mortalità. Mescolando design e coreografia con un'acuta consapevolezza compositiva e una verve assoluta, le immagini di Avedon hanno stabilito nuovi riferimenti storico-artistici. I ritratti indimenticabili, gli scatti all'aperto, e le fotografie di moda attribuiscono alla sua carriera un carattere di testimonianza sociale e innovazione stilistica di influenza e rilevanza ineguagliabili.

Richard Avedon (1923-2004) è ampiamente noto come uno degli artisti più influenti del ventesimo secolo. Nato a New York, inizia la sua carriera come fotografo per Harper's Bazaar nel 1945, per poi collaborare con la rivista rivale Vogue, dove rimase fino al 1988. Nel 1992 è stato nominato primo fotografo del The New Yorker. Il suo lavoro fa parte delle collezioni del MoMA, dello Smithsonian, e del Metropolitan Museum of Art, e di innumerevoli altri musei e istituzioni internazionali. La prima retrospettiva museale di Avedon risale al 1962 presso lo Smithsonian Institution. Seguirono molte mostre nei maggiori musei, tra cui il Whitney Museum of American Art (1994) e al Metropolitan Museum of Art (1978 e 2002). Nel 2007 una retrospettiva itinerante organizzata dal Louisiana Museum of Modern Art in Danimarca è stata allestita anche a Milano, Parigi, Berlino, Amsterdam e San Francisco. "Richard Avedon: People" è stata presentata alla National Portrait Gallery, Canberra nel 2013 e successivamente alla Art Gallery of Western Australia, Perth nel 2014, e si concluderà presso lo Ian Potter Museum of Art, Melbourne il 15 marzo 2015.

Richard Avedon ha fondato a New York la Richard Avedon Foundation allo scopo di conservare le fotografie, i negativi, le pubblicazioni, i giornali e altri materiali d'archivio.