Dopo la mostra da poco conclusa nel museo del Foro Romano e in alcuni spazi sacri della città di Assisi, come il Museo Diocesano e la Cripta di San Rufino, Stefano Frascarelli torna a confrontarsi con opere d'arte dei secoli passati. Lì c'erano le statue maramoree a cui l'artista ridava luce con opere di notevole dimensione, oppure i locali sotterranei della cattedrale in cui opere di dimensioni più contenute ma dalla forza comunicativa immutata toccavano il tema della trascendenza, dell'aspirazione verso il divino.

In questa occasione è la chiesa museo di Santa Croce nel centro storico di Bastia Umbra ad offrire un saggio della produzione recente dell'artista. Dopo un periodo in cui Frascarelli si è dedicato ad opere a tema paesaggistico dalle atmosfere sempre più rarefatte e non prive di significati simbolici, la produzione più recente dell'artista vira verso opere informali in cui macchie di colore coprono superfici trasparenti che lasciano quindi trapelare ancora la luce, nonostante lo strato di colore. Sono campiture libere le sue, non costrette da un disegno preventivo, colature che spesso si sovrappongono sui supporti donando quindi all'opera un ulteriore aspetto materico.

Suggestiva la collocazione delle sue opere in occasione della mostra attuale così come in quella precedente: opere d'arte del valore indiscusso e che hanno attraversato i secoli per giungere fino a noi intrattengono un dialogo serrato con quelle che l'artista crea di volta in volta per i rispettivi eventi espositivi. Se nelle prime, risalenti ai secoli precedenti, a prevalere è la forma iconica e le immagini ben riconoscibili, in Frascarelli è centrale la suggestione cromatica che queste suscitano. Ma non è la ripresa meccanica, la citazione dei colori delle opere ispiratrici, non è la contrapposizione dei colori complementari, è piuttosto l'espressione libera della sensibilità dell'artista delle sue sensazioni. Se in occasione della mostra al Foro Romano e alla Cripta di San Rufino era stato facile ritrovare un richiamo simbolico nei colori – il rosso della toga o del sangue che richiamava le cruente vicende della guerra civile combattuta in questi luoghi in epoca romana, o il richiamo verso l'alto nelle opere di più marcato significato religioso – qui non cercheremo di seguire nuovamente questo percorso. E non perché non ci sia, ma perchè non è così meccanico, predeterminato, l'intento seguito dall'artista. È semmai, lo ripeto, espressione libera, della propria sensibilità.

Evento organizzato dal comune di Bastia Umbra, in collaborazione con la Minigallery di Assisi, presso la Chiesa di Santa Croce in Piazza Mazzini a Bastia Umbra.

La mostra, curata da Domenico Laracà, è aperta dall'8 dicembre fino al 10 gennaio, tutti i giorni dalle 16.00 alle 19.00.