Il 9 giugno 2016 verrà inaugurata nella spettacolare cornice delle Terme di Diocleziano a Roma la mostra Sandro Luporini pittore e scrittore, il cui progetto complessivo è stato ideato e curato da Philippe Daverio.

Il Maestro di Viareggio – pittore e storico coautore di Giorgio Gaber - espone circa settanta opere, realizzate in quasi trenta anni (dal 1981 al 2009), selezionate per far conoscere, per la prima volta contestualmente, l’uomo, il poeta, l’artista Sandro Luporini. L’evento è inserito nella programmazione della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’area Archeologica di Roma, grazie al suo illuminato Soprintendente, Prof. Francesco Prosperetti, che “sta aprendo” all’esposizione di arte contemporanea importanti siti archeologici come gli ambienti prestigiosi delle Terme dell’Imperatore Diocleziano, poi “rivisitati” da Michelangelo.

Nella mostra è presente una sezione dedicata alle opere a olio, una sezione di opere su carta e tecnica mista che sono state curate dall’architetto Roberto Luciani e una sezione grafica di documentazione intitolata Immagini, Parole e Note nell’opera di Sandro Luporini e Giorgio Gaber, riservata al lavoro letterario e teatrale, a cura di Micaela Bonavia. La conferenza inaugurale della mostra A proposito di Sandro Luporini dal Realismo Esistenziale alla Nuova Figurazione di Philippe Daverio si svolgerà alle ore 18,30, con un breve intervento in prosa di Luca Martella che interpreta alcuni monologhi di Gaber/Luporini. Un modo per ricordare, non solo nella documentazione, ma anche nei fatti, l'opera teatrale di Sandro Luporini nei quarant'anni di collaborazione con l'indimenticabile Giorgio Gaber.

La mostra, dopo la serata inaugurale di giovedì 9 giugno per inviti, sarà aperta al pubblico dal 10 giugno 2016 all’11 settembre 2016, negli spazi espositivi del Museo. L’evento è promosso oltre che dalla Soprintendenza di Roma, anche dall’ADAC di Modena presieduta da Adriano Primo Baldi, dall’Archivio dell’opera di Sandro Luporini e dalla Fondazione Giorgio Gaber. Il catalogo edito da Electa Mondadori, introdotto da Philippe Daverio, presenta un testo critico intitolato Luporini, un gabbiano ipotetico del Prof. Roberto Luciani, mentre la parte documentaria è curata da Micaela Bonavia.

Ci sono persone che nella vita non hanno lasciato un segno, una memoria, un ricordo, Luporini, invece, è riuscito a raggiungere l'eccellenza nel campo della pittura e del teatro. Come spiega Roberto Luciani "Il maestro di Viareggio occupa un posto di notevole rilievo nella pittura del secondo Novecento e dei primi anni del secolo attuale. Si tratta di un uomo discordante, molto simile a quello che il filosofo e anarchico francese Albert Camus ha chiamato l’homme révolté, capace di illuminare i problemi della coscienza umana del nostro tempo, utilizzando la pittura per coinvolgerci, farci partecipi e trasmetterci le sue emozioni, certamente anche di sofferenza, ma di estetica bellezza".

Il lungo cammino della vita pittorica di Luporini è messo in risalto nel percorso della mostra, dagli albori del “Realismo esistenziale” al "linguaggio evocativo e rarefatto di una 'nuova figurazione', definita 'neometafisica' da alcuni critici dell’arte". Secondo Luciani "Il mare è il protagonista dei quadri, osservato nella sua grandiosa fisicità ma anche sognato come teatro dei ricordi o luogo di improvvise apparizioni: le navi da guerra che solcano le acque con le loro imponenti moli, grandi gabbiani, qualche raro bagnante".

Il gabbiano ipotetico di Luporini viene trasportato dai dipinti verso il palcoscenico della vita a impersonare l’Uomo moderno ormai incapace di spiccare il volo. In tutta la sua opera emerge la condizione esistenziale dell’uomo, vittima delle incomprensioni, delle ostilità, delle negazioni di spazi e tempi interiori, un dramma imperniato sulla figura di quel "Signor G", che rappresenta un uomo qualunque e senza qualità, pieno di contraddizioni e di dolori, un signore come tutti: “Il signor G è un signor Gaber, che sono io, è Luporini, noi, insomma, che tentiamo una specie di spersonalizzazione per identificarci in tanta gente”, asseriva Giorgio Gaber.

La pittura entra trasversalmente anche in questo nuovo progetto dove le parole del pittore sono un veicolo che viaggia attraverso le debolezze del genere umano e del nostro Paese in particolare, per dipingere immagini di un’Umanità in stato di precarietà. Nei suoi testi teatrali, elaborati in collaborazione con Gaber, Luporini interpreta lo spirito dei tempi, effettuando una lettura della società talvolta mutuata dal linguaggio dei suoi dipinti. Un gabbiano che spicca il volo, un uomo di spalle che passeggia sulla spiaggia, una nave vicina o lontana che conduce altrove, una finestra che traguarda oltre la linea d’orizzonte, sono immagini che spesso vengono trasformate in parole. Oltre a inventare questo nuovo personaggio del “Signor G”, il connubio Gaber-Luporini crea il nuovo genere del Teatro-Canzone: lo spettacolo a tema con canzoni che lo sviluppano, inframmezzate da monologhi e racconti.

Il percorso di Sandro Luporini comincia a Roma con la Galleria Il Fante di Spade nel lontano 1955 poi a Milano con la Galleria Bergamini che come lui stesso racconta: "Noi chiamavamo il vecchio Bergamini 'il burbero benefico'. Non era facile allora, e forse ancor più di oggi, che dei ventenni potessero continuare a dipingere senza morir di fame o cambiar mestiere. Inoltre, il fatto che lui, come gallerista, non avesse niente a che fare con la cultura era rassicurante".

Ancora oggi, all’età di 86 anni, Sandro non ha perso il suo spiccato senso dello humor, come traspare dalle sue stesse parole: "Dopo il 'babbo' Bergamini, che ho ancora nel cuore come salvatore della patria, ho dato una parte della mia produzione al Fante di Spade di Mario Roncaglia che già mi aveva fatto alcune mostre a Roma. È stato un breve amore. Il matrimonio vero e duraturo è tuttora con Adriano Primo Baldi che all’inizio non faceva quasi niente per me e io quasi niente per lui. Un matrimonio perfetto! Ora purtroppo vorrebbe che io lavorassi. Vedi come si invecchia male!?".

Adriano Primo Baldi è il Presidente dell’Archivio Luporini ed è colui che ha voluto con fermezza questa mostra e gli eventi ad essa collegati. È da più di trentacinque anni gallerista di Sandro Luporini, ma anche da 12 anni collaboratore di Philippe Daverio che questa mostra alle Terme di Diocleziano l’ha ideata e curata. Nella pittura come a teatro il tempo è per Sandro un tema centrale come emerge da questa sua frase del 1998: “ …Io cerco di bloccare il tempo in un momento in cui non sia né passato, né presente, né futuro ma sia un attimo bloccato, fermato... e questo sarebbe il senso della metafisica: fermare il tempo”.

Il tempo per Sandro sono i 40 anni trascorsi con Giorgio, un attimo fermo ancora nel suo cuore, e sono i tanti anni di amicizia con il Baldi, sono gli attimi in cui è riuscito a intrappolare l'essenza del disfacimento quotidiano, la sofferenza del dubbio, le qualità dell'uomo normale. Luporini è riuscito, come sostiene Luciani " …a leggere in un’anima dolorosamente perplessa e divisa tra la passione di vita terrena suggestionante e allettatrice, e la mistica tensione sociale e politica". E tutto questo lo deve alla sua cara cittadina balneare, un ricordo restato nel tempo e consolidato dai viaggi della fantasia verso realtà "collocate in una dimensione atemporale che custodisce l’incorruttibilità dei sentimenti".

La mostra è come immergersi in questo suo mondo, originario e innocente, nel suo mare. Nell'oceano della sua anima in verità tormentata, in lontananza c’è sempre la linea dell’orizzonte, laddove il mare e il cielo si prendono la mano. Più vicino si materializza un'altra linea, dove la spiaggia e il mare si toccano. Tra queste due linee inizia un Altrove a lui caro, un'occasione di approfondire la conoscenza, di approdare a nuovi significati, di raggiungere quel momento dove tutto diventa indefinito e indefinibile… A Sandro in quel momento sorgono una montagna di dubbi, ci riflette, ironizza, prova a scrivere, accenna il tema di un dipinto, poi si accende la sua sigaretta, si fa cullare dalle volute di fumo che oscurano la realtà, respira a pieni polmoni quella attraente nube di nicotina, sonnecchia un poco sulla sua sedia come un gatto sornione, e d'un lampo gli si accende un pensiero:

Una brutta giornata
chiuso in casa a pensare
una vita sprecata
non c’è niente da fare
non c’è via di scampo
mah
Quasi quasi mi faccio uno shampoo...

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