25 opere dei maggiori interpreti dell’Ottocento italiano, da Segantini a Fornara, da Signorini a Boldini, da Inganni ad Induno, affrontano le suggestioni di un tema indagato anche dagli Impressionisti, per la prima mostra in Italia dedicata in modo specifico a questo tipo di figurazione.

Un tema suggestivo come quello della neve e un colore affascinante come il bianco, declinati dai maggiori interpreti della pittura ottocentesca italiana: questi i protagonisti del prossimo appuntamento espositivo di GAMManzoni a Milano (via Manzoni 45).

Dal 21 ottobre 2016 al 19 febbraio 2017 la mostra Anima bianca. La neve da De Nittis a Morbelli, curata da Francesco Luigi Maspes e Enzo Savoia, con un contributo critico di Elisabetta Chiodini, documenterà, attraverso 25 opere di artisti quali Giovanni Segantini, Emilio Longoni, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Carlo Fornara, Gerolamo Induno, Angelo Morbelli, Telemaco Signorini e altri, quanto la neve sia stata elemento di forte suggestione per orientare la ricerca formale dei maestri della pittura italiana dell’Ottocento.

Il confronto con lo splendore cromatico del bianco, caratteristico dei paesaggi montani ma anche di molte scene urbane colte en plein air in pieno inverno, impose infatti l’esercizio e la sperimentazione di nuove soluzioni tecniche, determinanti oggi per leggere l’evoluzione stilistica di grandi interpreti del periodo.

La mostra milanese rappresenta una prima assoluta. Non era mai stato affrontato in modo tanto approfondito, infatti, con riferimento specifico alla pittura italiana del XIX secolo, una tematica così peculiare; per un progetto scientifico che si orienta quindi nel senso delle recenti riflessioni operate sull’esperienza degli Impressionisti. È del 1998 la fondamentale rassegna Impressionists in Winter: Effets de Neige, curata negli Stati Uniti da Charles S. Moffett e Eliza Rathbone, mostra che inaugura lo studio sistematico del tema della neve nella pittura francese del secondo Ottocento; ed è del 2004 Gli impressionisti e la neve, che a Torino amplia l’orizzonte con un censimento che tocca diverse esperienze analoghe in più paesi europei.

Anima bianca, La neve da De Nittis a Morbelli integra idealmente questo scenario, con un focus doveroso dedicato al ricco panorama della pittura italiana del periodo. Un declinarsi di scuole, correnti e movimenti in grado di ibridarsi, pur mantenendo la propria originalità, con le diverse tendenze artistiche presenti nell’Europa del tempo. Fondamentale in questo senso la figura di Giuseppe De Nittis, il più “impressionista” tra i pittori italiani della sua generazione: la mostra alla GAMManzoni propone una sua tela dal titolo Lezioni di pattinaggio, variazione di un tema carissimo al pittore, documentato da diverse opere conservate in importanti collezioni private e pubbliche (tra le altre il Musée des Beaux Arts di Dunkerque).

Il percorso espositivo, suddiviso in sezioni tematiche, analizzerà diverse tipologie narrative, ricondotte a unità da una ricerca formale che accomuna tutti i diversi artisti. La neve dal paesaggio rurale alla grande città si concentra in modo specifico sul tema di un vedutismo che passa, senza soluzione di continuità, dalla Pescarenico sotto la neve di Gerolamo Induno alla Nevicata sui Navigli di Giovanni Segantini; La neve e il lavoro si concentra invece – attraverso le tele di Stefano Bruzzi, Telemaco Signorini, Niccolò Cannici – su una pittura di genere che indugia sulle figure, romantiche e insieme eroiche, di contadine e pastori.

Con Le cattedrali della terra si torna al paesaggio in senso puro, con le maestose vedute dei ghiacciai di Filippo Carcano e Emilio Longoni. Infine la pagina più sperimentale, raccolta nella sezione Il simbolo, dove la neve si presta come occasione per oltrepassare il mero dato naturale e comunicare qualcosa di più intrinseco e profondo, come nello straordinario dipinto di Carlo Fornara L’Aquilone, esposto a Milano per la prima volta dopo oltre un secolo.