Quando si pensa all'arte ci immaginiamo quella produzione “maggiore” che contenuta all'interno dei musei si fa ammirare per maestria e capriccio. Ma l'arte è un concetto relativo e alquanto aleatorio e che tutto possa essere visto come arte è la questione centrale di annosi confronti tra il classicismo e le avanguardie.

L'arte è in ogni cosa che l'occhio apprezza per armonia di linee e colori e si traduce in bellezza e piacevolezza negli osservatori. Ma cos'è questa armonia? Essa è il risultato bilanciato e percepibile dalle aree profonde dell'encefalo di una costruzione visiva che provoca istintivamente piacere all'osservatore. È una composizione di linee e dimensioni che stanno in rapporto tra loro e che riepilogano la perfezione naturale, proprio la perfezione naturale che è racchiusa in quella relatività di numeri conosciuta come la “sezione aurea” dove un ancestrale e sconosciuto esecutore riconduce le proporzioni della natura a un rapporto numerico delle parti, cioè al numero 1,618.

L'arte floreale nasce intorno al 1920 come disciplina autonoma e trae la sua storia dall'osservazione dell'importanza dei fiori nell'epopea del genere umano. I fiori venivano donati agli Dei per ringraziarli o pregarli, venivano utilizzati per enfatizzare le feste, oppure, grazie al loro significato, per portare fortuna a uno sposalizio o a una nascita, e percorrono insieme all'uomo la sua storia fatta di tradizioni, religioni e stili di vita, nonché mode. Come l'abbiamo conosciuta? Ovviamente attraverso le raffigurazioni pittoriche delle tombe dei faraoni d'Egitto, nelle pitture e mosaici dell'antica Roma fino a tutto il patrimonio iconografico che rappresenta la pittura nei secoli, letta come accessorio simbolico nelle raffigurazioni sacre o come accessorio decorativo nell'ambito di pitture d'ambiente fino al genere vero e proprio della natura morta.

La natura morta, o still life in lingua anglosassone, è quel genere di arte pittorica, considerata dai critici provenienti da studi accademici del tempo minore, così come quella che rappresentava paesaggi, al contrario dell'arte maggiore dove invece la figura umana e di storia campeggiava protagonista. Fu solo con Caravaggio che la natura morta si stacca dal ruolo di “minore” per divenire anch'essa degna di merito al pari di un quadro di figura, come scrisse lo stesso Merisi: “Tanta manifattura gli era fare un quadro buono di fiori, come di figure”. Dagli esempi della canestra di frutta in poi fu un susseguirsi di proseliti e la natura morta divenne il genere di moda dei pittori fiamminghi così come degli italiani lombardi che insieme si contendevano la piazza di questo tipo di pittura. Fu con il 1600 che questo stile dilagò e si arricchì di oggetti pregni di una simbologia della caducità che si raffigurava insieme ai fiori, essi stessi simbolo di precarietà della vita e dell'effimero del bello della giovinezza. Altre volte la natura morta era una “natura viva”, poiché le raffigurazioni erano così dettagliate nelle specie botaniche rappresentate che costituivano dei veri e propri cataloghi botanici usati dagli stessi studiosi.

Questo tipo di produzione artistica poi proseguì come branca degli stessi studi accademici che al pari della pittura della figura e del “plein air” veniva insegnata agli studenti d'arte. Ricordiamoci le bellissime composizioni di fiori degli impressionisti fino ad arrivare all'epoca del Liberty dove il floreale era il motivo dominante oltre che nella pittura, anche nella produzione di oggetti di arredo e di decorazioni architettoniche. Ma esiste un'altra arte compositiva che ha il fiore come elemento nella sua composizione e che nasce intorno agli anni '20 del secolo scorso che viene codificata per un suo insegnamento dalla signora inglese Constance Spry, che appassionata di arte floreale ne propone una divulgazione. In effetti se traiamo spunto dalla iconografia classica delle nature morte nella storia dell'arte, viene naturale riproporre con fiori freschi le stesse composizioni artistiche per decorare gli ambienti o le cerimonie: ed ecco che la natura morta della raffigurazione pittorica torna viva e in tutta la sua completezza che va oltre l'apprezzamento della sola vista, poiché riesce a coinvolgere anche l'olfatto e il tatto, quindi un'arte multisensoriale come certi tipi di arte contemporanea.

Dalla scuola inglese della signora Spry l'arte floreale si è diffusa in tutta Europa, tornando a casa, in Olanda e Belgio come nei tempi antichi delle nature morte pittoriche, e in Italia dove vari docenti tra i quali Mary Scott Orsman, Julia Clements, conosciutissima quest’ultima in Italia per le sue numerose pubblicazioni, e Camilla Malvasia ne diffusero la conoscenza. La signora Camilla Malvasia, di Bologna, appassionata di arte floreale, nei primi anni '60 introdusse in Italia l'arte floreale occidentale e la S.I.A.F. (Scuola Italiana Arte Floreale), è nata come continuazione del suo insegnamento. Fu costituita a Bologna in suo onore, ed è ad oggi, l'organo ufficialmente riconosciuto dall'U.G.A.I. - Unione Garden Club e Attività Similari d'Italia e riunisce le sedi della scuola presenti in numerose città d'Italia. Dall'Italia degli anni '60, poi, l'arte floreale partì e per diffondersi a livello mondiale. Oggi rappresenta una realtà in crescita molto importante ed è oggetto di numerose mostre e concorsi in tutto il mondo.

Le scuole di arte floreale classica, dirette prosecutrici di Constance Spry, insegnano per la realizzazione delle composizioni il rispetto di regole che messe insieme danno bellezza al lavoro: proporzione, equilibrio, ritmo, gradualità, ripetitività, armonia e contrasto devono essere contemplate per creare una realizzazione ad arte. Soprattutto nell'elemento proporzione è importante rispettare rapporti tra gli elementi compositivi molto vicini alla sezione aurea, il rapporto della perfezione naturale.

Quindi anche questa disciplina di comporre con i fiori possiamo definirla arte poiché rispetta i rapporti che determinano la bellezza, perché è stata soggetto di produzioni artistiche nella storia dell'arte pittorica da parte dei più grandi artisti, e oggi estrapolata dalla tela vive di vita propria e come tale le spetta un ruolo di primo piano nel panorama delle espressioni figurative artistiche moderne. Anche nell'arte floreale come all'interno delle arti cosiddette maggiori, visive, plastiche e compositive, si sono formate correnti d'espressione differenti che vanno dal classico allo stile antico, al moderno, all'astratto fino alla land art.