Per_formare una collezione #1 è il primo capitolo di un progetto destinato a svilupparsi in più momenti nell’arco del 2013/14 e dedicato alla formazione progressiva della collezione permanente del museo Madre di Napoli.

In questo primo capitolo, diffuso in tutto il museo, l’attenzione non è posta su un tema, un gruppo o un periodo storico specifici, ma su artisti di generazioni diverse le cui opere sono state concepite come strumenti fisici e mentali, che coniugano fra loro pensiero e azione, nelle forme della performance, del testo, dell’azione teatrale, dell’happening, dell’installazione ambientale, del video e del film. Due quindi gli assi intorno a cui si articola la presentazione: da un lato il corpo in azione, la ricerca di una relazione attiva fra artista e pubblico – quella di Joseph Beuys nell’azione La rivoluzione siamo noi, quella del pubblico che attiva l’environment Yard di Allan Kaprow, fino al confondersi fra il pubblico e gli attori nelle regie del Living Theatre – dall’altro il gesto della scrittura come espressione primaria del linguaggio e della comunicazione interpersonale – come nelle opere concettuali di Joseph Kosuth, Lawrence Weiner, Carl Andre, di Carlo Alfano, di poeti visivi quali Tomaso Binga e Arrigo Lora Totino, fino all’opera collettiva di Tim Rollins and K.O.S.

Per_formare una collezione #1 mira a declinare una collezione che, come un organismo vivente, cresce e si articola nel tempo, coniugando ricerca d’archivio e committenza di nuove produzioni in situ, e unendo la dimensione del museo come luogo di incontro e di partecipazione all’idea di collezione come racconto mai completo, sempre suscettibile di nuovi rimandi e approfondimenti.

Attraverso la collaborazione e il sostegno di artisti, collezionisti e galleristi, la collezione del museo è mostrata come processo in divenire, come composizione collettiva e luogo di una ri-scrittura stratificata che propone un modo di vivere il museo all’insegna della molteplicità delle esperienze, ripensando il concetto stesso di “collezione” come:

-raccolta di opere ma anche di documenti e di testimonianze.

-strumento duplice che tiene conto del passato in una relazione viva con il presente, in cui la collezione è un luogo di memoria e conservazione e un laboratorio di produzione e ricerca in corso.

-costellazione di materiali che permettono di sorpassare i criteri rigidi della storia dell’arte “come la conosciamo”, come forma di narrazione rigida e definita una volta per tutte, per raccontare, al contrario, una molteplicità di storie e di discipline (arte, teatro, scrittura, cinema, architettura), in cui dimensione locale e orizzonte internazionale si intrecciano e ridefiniscono reciprocamente, come è accaduto nella storia dell’arte contemporanea a Napoli e in Campania.