In tutte le culture di tutte le latitudini il cielo è sempre stato considerato come l’alfa e l’omega, il tutto nel quale è sospesa, dipende e si sviluppa la vita, ma soprattutto il luogo da dove attingere le energie dell’universo. Guardare, invocare o maledire il cielo è l’unico mezzo che abbiamo per dare corpo a una realtà della quale ci sentiamo parte integrante e pur tuttavia ci appare un coacervo di domande alle quali solo lentamente stiamo dando risposte che il nostro concetto di scientificità richiede perché possano considerarsi esaustive. Quanto tempo perso!

Quanto dolore, solitudine, miseria nel tentativo, per altro inutile, di racchiudere nei troppo angusti limiti della razionalità analitico positivista del nostro tempo le leggi ancestrali della natura. Invece di cercare il modo di adeguarci ad esse investiamo le nostre risorse nel vano sforzo di stravolgere le sue leggi in nome di un progresso contrabbandato per evoluzione.

Ho proposto di fissare l’attenzione su questi aspetti che per altro hanno grande importanza nella decriptazione della genesi di disequilibri individuali e soggettivi. L’invito alla osservazione dei fenomeni viene prima della formulazione matematica delle eventuali leggi che ne regolano lo sviluppo. Guardare, vedere, osservare è fondamentale poiché gli occhi rappresentano l’esternazione del nostro universo interiore, universo che condividiamo con tutto ciò che guardiamo e con tutto ciò che ci guarda.

Volgere gli occhi al cielo, significa partecipare alle dinamiche cosmologiche ovvero assolvere alla funzione di ponte tra il trascendente e la terra, tra lo spirituale e il materiale, tra il pensiero, l’elaborazione del dato e la realizzazione pratica del progetto. L’equilibrio di un uomo passa attraverso la coscienza del sé, di un sé che s’incarna da un’idea primordiale che si è fatta largo tra le infinite idee che sono alla base del respiro universale, prende forma materiale modificando l’algoritmo cosmico, proponendo fin dall’inizio del tempo la legge dei frattali infinitamente prima che la nostra cultura pensasse di averla scoperta e il polacco Benuit Mandelbrot intuisse la possibilità di dare loro veste matematica.

Si propone una giornata di studio e riflessione mirata ad aprire nuove strade e opportunità di conoscenza. Il convegno di Primavera si terrà il giorno 21 maggio 2016 dalle ore 9.00 alle 17.30 presso l'Aula Consiliare del Comune di San Donato Milanese in via Cesare Battisti, 2. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti gli interessati; è necessaria la prenotazione al convegno e al pranzo entro giovedì 19 maggio all’indirizzo segreteria@estmodus.org.

Programma
09.00 Accoglienza
09.30 Prof. Roberto Fagioli, Presidente Est Modus: saluti e introduzione al tema del seminario
09.45 Dott. Martino Gianazza, responsabile del Dipartimento di Odontoiatria e Gnatologia posturologica dell’Ist. di Medicina Olistica San Lorenzo: “La nostra porta sull’infinito”
10.20 Dott. Giovanni Di Mauro, anestesista presso l’Ospedale di Romano di Lombardia: “Una giornata particolare”
10.50 Coffe break
11.05 Dott. Ceruti
11.40 Dott.ssa Elettra Gorni, artista e Responsabile del Dipartimento di Arte e Cultura di Est Modus
12.15 Prof. Oliviero Ratti, allenatore della nazionale di Arti Marziali
12.50 Dott.ssa Paola Sbrissa, psicoterapeuta operativa dell’area adozioni: “Prigionieri di un segreto: i bambini e la ferita nascosta dell’abuso”
13.25 pausa: ai soci in regola con l’iscrizione 2016 verrà offerto il pranzo
14.30 Concerto
14.50 Dott.ssa Marcella Taricco, psicoterapeuta e Responsabile del dipartimento di Psicologia Clinica dell’Ist. di Medicina Olistica San Lorenzo: “Trauma ed EMDR”
15.25 Gian Luca Perone, libero ricercatore , socio fondatore dell’Associazione Est Modus: “Un breve sguardo alle teorie giuridico economiche alternative”
16.00 Prof. Roberto Fagioli: “La vita prima della nascita e le energie del Cielo Anteriore”
16.35 Prof. Roberto Fagioli chiusura dei lavori e introduzione ai laboratori
16.40 Alessandra di Mauro: laboratorio di origami
Carla Oliva: laboratorio di vetrate artistiche