Per i cittadini europei è considerato il periodo migliore dell’anno. Si caratterizza innanzi tutto con l’incremento delle ore di luce, le giornate si allungano, le temperature si innalzano e, purtroppo, avvengono le grandi sfide nei cieli, che possono portare ai nubifragi. Anche l’umore dell’uomo ne risente positivamente, è provato infatti che ci si sveglia in anticipo o si fa tardi la sera, viene il desiderio di godere in modo più intenso del tempo a disposizione. I bambini e i ragazzi verificano in questo periodo le loro libertà, sviluppano il gioco e le relazioni tra loro. La loro vacanza è lunga quasi tre mesi, si può ben dire che coincide interamente con l’estate.

Nel periodo estivo la natura ci presenta una faccia splendida, a cominciare dai prati e delle foglie degli alberi, fino al variegato colore dei fiori ai balconi o ben coltivati nei giardini. Mai come in estate abbiamo a disposizione una scelta così ampia di frutta e verdura. Una varietà di profumi, di sapori e colori allieta la nostra tavola, con benefici indispensabili per il nostro organismo. Spesso inconsapevolmente ma attratti dalle offerte della natura variamo la nostra dieta privilegiando il cibo leggero, semplice e crudo agli elaborati cibi invernali. Cambiamo il cibo e cambiamo anche noi.

Il diritto al riposo

L’estate coincide spesso con il periodo delle vacanze, con il cosiddetto periodo di stacco e di riposo. La necessità di interruzione delle normali attività lavorative è considerata internazionalmente nei Paesi civili “un diritto” ovvero, oltre a riconoscerne la necessità, si indica l’opportunità di inserire tale interruzione nelle costituzioni degli Stati e nei contratti di lavoro. Questo diritto deve essere fruito e non monetizzato. Si dice che l’estate coincide con il periodo di riposo e vacanza. Questo è soprattutto vero nei Paesi latini europei che legano tale periodo alla sospensione delle normali attività lavorative. In ciò si realizza una dicotomia tra il desiderio di avere un periodo di sospensione e l’imposizione sociale di poterlo fruire sostanzialmente come imposizione in estate.

L'Italia si ferma, l'Europa scagliona

Nel corso dell’estate, in particolare nel mese di agosto, il mondo del lavoro, degli affari, dei commerci, dei servizi e della politica si ferma inesorabilmente. I mondi appena descritti si riducono ai minimi termini e i protagonisti attivi sciamano verso i luoghi prescelti alla ricerca del riposo, spesso assai lontano da casa. Nelle grandi città si cerca di garantire i minimi servizi sociali, in particolare l’attenzione è rivolta agli anziani, agli ammalati e alle persone sole. Le città si svuotano e, come un vaso comunicante, si riempiono i centri del turismo estivo. Paesi piccoli si trovano ad affrontare una canea umana a volte decuplicata rispetto alle proprie normali residenze. In Europa le vacanze vengono meglio scaglionate. A volte legate alle chiusure scolastiche, altre volte per singoli territori. I periodi di stacco vengono così frazionati nel tempo. La programmazione del nostro periodo estivo coincide spesso con l’inizio dell’anno. Ci si incontra tra persone, ci si scambiano progetti, idee, esperienze che gradualmente portano alla decisione del dove e del quando.

Questo è un momento fondamentale per le decisioni da assumere, viene spesso sottovalutato nella sua enorme importanza in quanto ogni partecipante ha la possibilità di esprimere i propri desideri in libertà, si interscambiano le aspirazioni ed emergono le differenze culturali e le ambizioni. Il momento vero, dove si giocano i veri rapporti tra i partecipanti, è la ricerca della sintesi e l’identificazione dell’obiettivo. Una volta deciso, tutti sono impegnati alla realizzazione. Qui parte una frenetica lotta per riservarsi i luoghi proposti e ai prezzi più vantaggiosi. Contemporaneamente inizia il conflitto con i colleghi di lavoro per avere a disposizione il periodo programmato.

I partecipanti alle decisioni sono generalmente i nostri famigliari, i vicini di casa, gli amici migliori o il Centro o Circolo culturale cui aderiamo. Siccome consideriamo questo periodo assai importante, cerchiamo di associarlo a coloro che sono a noi più affini o vicini per poter ottenere il migliore risultato senza conflitti. Questa è la chiave del nostro tempo libero e del nostro riposo: essere più in sintonia con se stessi cercando di esserlo anche con gli altri. Cerchiamo di capire che cosa sia effettivamente una vacanza o un prolungato periodo di riposo, come definire e classificare l’interruzione temporanea dell’attività lavorativa.

Inoltrarsi in questo terreno non è semplice e dipende quasi totalmente dal rapporto e grado di soddisfazione o alienazione che ciascuno di noi ha nella propria attività lavorativa. Non è detto in termini assoluti che più un lavoro è alienante, maggiore è la necessità di stacco e di riposo. La vera necessità di “fare qualcosa di diverso, qualcosa di deciso da te” è presente in tutte le categorie sociali e per le più svariate situazioni perché l’obiettivo da superare è il “livello di stress” che è presente, per esempio, sia nell’operaio adibito a mansioni ripetitive che nel dirigente per le responsabilità che ricopre. Modificare gli orari, vestirsi come si desidera, cibarsi quando si ha fame, fare tardi la sera, evitare di essere super informati guardando i telegiornali, fare quello che si desidera in quel determinato momento risultano essere alcune delle innumerevoli decisioni o fatti che possiamo mettere in gioco per la riduzione del livello di stress e per elevare la nostra soddisfazione.

In buona sostanza, se ho la possibilità di non pensare a ciò che normalmente faccio durante l’anno, sono sulla strada giusta per recuperare l’energia psichica. Nonostante l’intento di ridurre o eliminare lo stress legato alla vita lavorativa, cambiare le abitudini in maniera repentina, all’inizio della vacanza, può costituire per l’organismo un importante fattore di stress. Non tutti gli individui riescono a creare uno stacco armonico tra le due situazioni. Nella mia esperienza, in particolare nell’ottimizzazione della gestione di questo tipo di stress con i pazienti, ho rilevato che le persone che sono capaci di iniziare le vacanze in maniera totalmente positiva sono quelle che anche durante il periodo lavorativo riescono a tenere basso e sotto controllo il livello di stress, sono quelle persone che di fatto gestiscono bene lo stress quotidiano. A tutti gli altri può essere utile avvicinarsi con delicatezza e con una certa gradualità alle vacanze: per esempio, chi non gestisce bene lo stress lavorativo è bene che rimanga un paio di giorni a casa prima di partire per una vacanza. Anche se una scelta di questo tipo può far pensare a uno spreco di momenti di vacanza, in realtà questa banale soluzione consente spesso di evitare il manifestarsi di disagi di natura organica, in primis il mal di testa, sintomo più frequentemente riscontrabile in questi soggetti.

In questo modo, una volta entrati a pieno titolo nell’estate e nella vacanza, il contatto con le persone, i luoghi diversi e spesso lontani dalle proprie residenze, la disponibilità di tempo e l’immergersi nella natura portano inesorabilmente a un universo nuovo, caratterizzato da un intrecciarsi di storie e culture assai diverse tra loro.

Gli incontri

Nel periodo feriale si ha la possibilità di trovare persone con le quali si comunica a gesti perché reciprocamente non conosciamo le lingue, con altri si prova a dialogare conoscendo entrambi una lingua comune. Sempre, comunque, si riesce a dialogare, a sorridere e a trascorrere serenamente il tempo. Lo scambio aperto e disponibile porta cultura, apertura mentale, si impara e si offre reciprocamente. In estate nascono gli amori, ci siamo passati tutti, chi china il capo facendo capire che non è così, sa bene di mentire. Di giorno, ma soprattutto di sera la musica riecheggia nelle vie, sulle spiagge e in montagna si improvvisano cori aggreganti della storia alpina. Ma soprattutto la cucina e il cibo la fanno da padrona.

Perché in vacanza desideriamo assorbire positività

Il riposo e il riassorbimento dello stress aprono la strada a ogni individuo per acquisire gli aspetti positivi delle relazioni, della socialità, del cibo diverso e dell’ambiente naturale. Dopo pochi giorni di riposo si colgono i benefici nel sonno, nei rapporti familiari e amicali. Anche il corpo risente degli aspetti benefici: un viso più armonico, una riduzione dell’indurimento dei muscoli facciali, la pelle diventa più liscia, riappare il sorriso e si riprende a guardare le persone negli occhi, con l’opportuna attenzione e con un maggiore ascolto.

La persona intelligente e attenta si rende immediatamente conto di tutti questi cambiamenti, li fa propri con la consapevolezza di non farli recedere nel successivo periodo. Il beneficio acquisito non deve essere disperso, occorre domandarsi perché non rivivere lo status prodotto dall’estate anche in altri periodi, perché non stare bene con se stessi e con gli altri anche successivamente? Nella medicina tradizionale cinese, la tarda estate è proprio il periodo ottimale per fare questo tipo di lavoro di conservazione attenta e di mantenimento di tutto ciò che di prezioso si è acquisito in precedenza. La tarda estate, periodo dell’anno associato all’elemento terra, è il momento dell’abbondanza, della stasi, in agricoltura è il momento di inizio raccolto, della mietitura. Nel nostro organismo, in questo periodo, acquistano un ruolo centrale l’assimilazione, il fatto di riempire, il mangiare, l’introiettare. La nostra mente, così come avviene per il nostro corpo, compie un prezioso lavoro di “raccolta” delle esperienze fatte, delle ricchezze acquisite. La nostra memoria, in particolare, chiama a raccolta e conserva le impronte di tutto ciò che è stato utile e significativo.

Le esperienze realizzate durante l’estate, i rapporti personali individuali e quelli collettivi sono un tesoro e un patrimonio eccezionale, ma ancor più importante è la capacità di mantenerne memoria, di fare tesoro delle relazioni significative, degli affetti preziosi. Questo lavoro ha come effetto positivo quello di utilizzare una metodologia dei rapporti basata sull’ascolto, sul confronto, sul raccontarsi tutto in maniera semplice, il tollerare o riprendere con i dovuti modi le intemperanze ma soprattutto affrontare le realtà in maniera positiva e possibilmente con spirito di disponibilità.

Caricare le batterie per affrontare l'autunno

Per far tutto ciò le nostre batterie devono essere cariche, soprattutto devono essere tenute costantemente sotto carica affinché lo spirito estivo si mantenga nel tempo. Questa è la più difficile delle operazioni. Il rientro al lavoro è accompagnato dallo stress, dagli orari obbligati, dalle attività che non amiamo, dal dover fare tutto in fretta in tempi predeterminati. Se a ciò sommiamo il ritorno a scuola dei figli, la caduta delle temperature, l’accorciarsi delle giornate e la mancanza di tempo per noi stessi, ci accorgiamo che avere le batterie in carica è il solo modo per stare bene. Considerata l’importanza della tarda estate e tenendo conto del carico di lavoro insito nella ripresa dei ritmi, è opportuno che in questo periodo dell’anno si lasci spazio al recupero di memoria utile e al rafforzamento dell’organismo. Tale recupero psicofisico avviene principalmente attraverso tre strade:
• Il nutrimento, che in tarda estate deve essere ricco, completo, vario, abbondante e anche calorico
• Il sonno, che deve essere protratto (anche 8-10 ore per notte per un adulto) e deve accompagnare saggiamente i processi di assimilazione (ottimo in questo periodo dell’anno il “riposino” postprandiale)
• Il pensiero: è fondamentale dare spazio alla riflessione, alla meditazione e, a seconda delle propensioni individuali, alla scrittura, alla composizione, in una parola alla realizzazione culturale e artistica.