Oggi, che la fitoterapia e la nutraceutica sono diventate parte integrante della medicina e della farmacologia, riandare alle origini, scoprendo come il regno vegetale fosse stato, prima divinizzato e poi legato alla mitologia, non può che aprirci nuovi orizzonti di comprensione di questo mondo così vicino a noi e così trascurato dal pensiero scientifico moderno. Ma se la bellezza e la bontà del mondo vegetale ci è stata conservata e tramandata, questo lo dobbiamo soprattutto alle donne e una studiosa dell’argomento, Erika Maderna, che ha voluto testimoniare questo antico e lungo percorso in due approfonditi saggi, Medichesse - La vocazione femminile alla cura, e il recente Le Mani degli Dei – mitologie e simboli delle piante officinali nel mito greco. Nell’ambito specifico della nutraceutica, poi, il rapporto tra piante spontanee con alimentazione e salute è stato scandagliato in Ritorno alle radici di Sandro e Maurizio Di Massimo.

Nei testi sopra citati si rende giustizia storica alle donne come principali e indispensabili conservatrici del patrimonio erbario; a partire dai tempi più remoti, infatti, la loro raccolta delle erbe da campo e dei frutti selvatici, infilati nell’insostituibile grembiule, permetteva di sopravvivere a tutta la famiglia e non solo. Perseguitate e condannate poi come streghe, le “herbarie” (guaritrici ed erboriste), con la loro istintiva sensibilità femminile avevano una parte nutritiva e terapeutica indispensabile nella società tradizionale e sapevano dove trovare le erbe più nascoste e a farne veri rimedi farmacologici, o invece pozioni venefiche, quasi attribuendo potere e significato sacro alle erbe stesse. Si tratta di un affettuoso e doveroso omaggio a quel mondo vegetale che tanto ci ha dato e ci dà, e al contempo è un invito alla scoperta e al rispetto della biodiversità, alla riscoperta delle tradizioni culturali, al rispetto della ciclicità e dei ritmi produttivi della natura.

Questo affascinante repertorio delle piante spontanee con i loro simboli e la loro tradizione mitologica, ci fa riconoscere erbe, fiori, radici, che magari nascono sotto casa o che abbiamo guardato distrattamente durante una passeggiata in pineta. Ecco, ad esempio, una pianta che, con il suo colore, il suo profumo e il suo rinfrescante sapore, ci è sempre grata, la menta, di cui, però, non tutti sanno la tragica storia, legata a una torbida trama di gelosia in un drammatico “ménage a trois”. Di Menta, provocante ninfa, fu preso Ade, dio dell’oltretomba, che ne fece la sua concubina; convolato, poi, a regali nozze con Persefone, Menta, tradita e vessata, si vendicò dileggiando e diffamando la rivale, ma male gliene incolse perché la potente madre di Persefone, Demetra, sorella di Zeus, infuriata, l’aggredì riducendola letteralmente in una poltiglia, da cui germinò la delicata e fragrante menta.

Oppure scopriamo lo stretto legame tra mirto ed eros, a cominciare dal fatto che Afrodite, emersa dalle acque, se ne fece scudo per coprire la sua nudità e da qui la leggenda di questa pianta (che è legata al mondo femminile anche perché terapeutica dei disturbi ginecologici), che da una parte è indomabile e spontanea come l’eros, e dall’altra, con i suoi fragili rami, rappresenta l’incostanza delle promesse degli amanti, infatti, come commenta l’autrice, “Il mirto è il muto e profumato testimone delle drammatiche conseguenze della passione”.

Sono solo alcuni esempi di questo godibilissimo studio, che ci fa scoprire e riscoprire, in una ricca galleria, la rosa, il giglio, il mirto, il narciso, accanto a Medea, Clizia, Melampo, Chirone, Dafne, Atena e che ci “conduce attraverso le leggende, i miti e gli archetipi dei fiori e delle erbe curative, scrutando dietro il codice botanico i valori sottesi… scopriremo così che alcune erbe possono essere magiche, metafisiche o addirittura filosofiche. Ognuna di esse ha una storia da raccontare e qualche enigma da sottoporci”.