Sembra incredibile, ma sono già passati due anni da quando Icaro è nato, due brevissimi e lunghissimi anni che hanno impegnato profondamente il nostro piccolo alle prese con la vita, ma non di meno sono stati messi alla prova la sua mamma e il suo babbo, che hanno dovuto conoscere e sintonizzarsi con questa personcina che è entrata a far parte della famiglia con la sua personalità forte, i suoi desideri, a volte imperiosi e indomabili, e le sue ovvie difficoltà ad ambientarsi nel nuovo mondo.

Icaro è un bambino bellissimo, con due magnifici occhi scuri, un sorriso accattivante che seduce inesorabilmente anche per la sua vitalità, le sue espressioni “da grande”, le manifestazioni delle sua passioni. Sono tanti i passaggi che lui e i suoi genitori hanno dovuto attraversare in questi due anni, passaggi di crescita che destavano stupore e orgoglio, ma anche momenti di sgomento che lasciavano perplessi e, a volte, come impotenti di fronte a comportamenti del bambino non facili da capire e, tanto meno, da gestire.

Da neonato, ciucciava dal seno con tanto piacere, succhiava con avidità, ma sapeva anche essere grato di tale bontà e capitava che interrompeva la poppata per guardare negli occhi la sua mammina, regalandole un sorriso riconoscente e innamorato, lui e la sua mamma erano davvero una cosa sola in quei momenti, attimi irripetibili che erano per tutti e due di una commovente felicità. Gli piaceva anche addormentarsi col corpo abbandonato completamente sulla spalla della mamma, in una posizione tutta particolare che sapeva di conoscenza ancestrale e che apparteneva solo a loro due. In quella posa vivevano l'ineffabilità dell'essere all'unisono, dove sembrava non esserci consapevolezza, ma semplicemente il vivere uno stato di benessere dove il bimbo si plasmava con naturalezza su quel corpo indistinguibile dal suo, tanto era noto per la forma, gli odori, i rumori e con cui sembrava ritrovare l'unità perduta.

Icaro amava già da neonato la musica, probabilmente perché anche quando abitava nella pancia della mamma era abituato ad ascoltarla coi suoi genitori e, a soli pochi mesi, i carillon o gli oggetti che emettevano suoni lo incantavano e passava tanto tempo in un ascolto beato. Faceva anche tanta nanna, dormiva volentieri nel suo lettino, sicuro e felice che il nuovo giorno avrebbe portato gioia e benessere, tanto che al risveglio apriva gli occhi e sorrideva appagato, ritrovando voci, visi, mani familiari a cui sapeva che poteva affidarsi fiducioso.

Ma Icaro aveva anche cominciato a sperimentare che la realtà non è sempre così come la si vorrebbe, aveva iniziato a scontrarsi con i “non si può”, con i mali di pancino e anche i primi dentini avevano portato dolore e irritazione. Insomma, il nostro piccolo uomo ha dovuto imbattersi anche in dispiaceri che faceva fatica ad accettare: come si fa a rinunciare al paradiso e tollerare la realtà? Come si fa a non avere paura del dottore e a non piangere disperatamente se ti mette le mani addosso? I dolori della crescita fanno parte del percorso della vita, ma quanta rabbia, quanta ribellione … e Icaro sentiva il bisogno incontenibile di scaricare tutta questa tensione; per esempio era preso spesso da un forte impulso di graffiare o di tirare i capelli di mamma e papà, forte forte, facendo loro male, lasciandoli interdetti e dispiaciuti di fronte a tale manifestazione del loro adorato bambino e faticando a capire il motivo di tale comportamento.

Ma, in contemporanea, progredivano gli apprendimenti: le prime paroline, le pappe, la scoperta dei giocattoli e poi l'esperienza del parco con altri bambini, e in seguito l'acquario con tanti pesci colorati e poi l'acqua del mare con ondine solleticanti, e poi e poi ... quante novità, quante cose nuove i suoi occhi sgranati sul mondo gli facevano conoscere! Un piacere particolarmente gradito era stato l'immergersi nel mondo delle fiabe, la voce narrante che gli raccontava le storie creava un bozzolo sonoro protettivo, che sembrava riappacificarlo con le emozioni troppo forti da digerire. Inoltre le illustrazioni che imparava a riconoscere, a lungo andare acquisivano un significato che gli dava la gratificazione di sapere e un senso di sicurezza per le capacità acquisite.

Ma la vita, caro Icaro, ha sempre in riserbo nuove prove! Proprio quando le cose andavano così bene, ecco che la mamma ha ripreso ad andare a lavorare e lui ha iniziato a frequentare l'asilo nido, nuovo ambiente, nuove persone, lontano mille miglia dal suo mondo. E lì sono stati veri dolori! La separazione dalla mamma e l'interruzione del ritmo familiare che aveva fino allora scandito la sua vita, avevano improvvisamente e imprevedibilmente sconvolto la sua sicurezza di base e confuso il fluire del tempo. La sua giornata, prima di queste novità terrificanti, era solita scorrere sicura e costante a iniziare dal mattino con la consuetudine del saluto al babbo che andava a lavorare, a cui seguiva un dolce trascorrere delle ore con la mamma, ore intervallate da gioco, pappa, nanna, in attesa del ritorno dell'amato papà che chiudeva suggellando di felice completezza la giornata di Icaro.

Il turbamento di questa routine aveva creato un grande dolore in lui, era stato una sorta di cambiamento catastrofico che l'aveva scombussolato e il piccolo manifestava il suo disorientamento in maniera forte. C'erano pianti inconsolabili all'asilo, umori cupi e sguardi “omicidi” che comunicavano in modo impressionante la tempesta che si scatenava dentro di lui: la paura di essere abbandonato, di non ritrovare più il “suo” nido, ma soprattutto il timore di non essere più amato in maniera assoluta e totale come quando era più piccolo. La sua protesta furibonda si era manifestata, in particolare, con un rifiuto graffiante della mamma come se volesse farle pagare la crudeltà dell'abbandono ferendole l'anima e facendole provare sulla pelle il suo dolore del sentirsi rifiutato.

Sono stati momenti duri per tutti, ma l'affetto dei genitori più forte dei terrori di Icaro, è riuscito a domare le sue ribellioni, rassicurandolo che, nonostante le separazioni, lui era sempre il principino super-amato e che la sua casetta era sempre là ad aspettarlo. Questa vittoria importante l'ha indotto a compiere ulteriori progressi, in particolare un notevole sviluppo del linguaggio. È impressionante pensare a quanta strada un bambino di due anni ha già compiuto, a quante esperienze entusiasmanti e frustranti ha già incontrato nella vita. È proprio vero che alla nascita biologica segue una seconda nascita, quella nel corpo sociale, dove si apprendono le regole del gioco del vivere, regole faticose, ma anche assolutamente remuneranti.

Icaro si sta affacciando a velocità spaziale sui misteri della vita, si sta preparando, tramite esperienze profondamente significative, a tuffarsi nel mondo per intraprendere sempre nuove avventure.