I 60 anni del Soccorso Alpino in Trentino
 Domenica 29 aprile ore 21.00 ,Auditorium S. Chiara
Nel settembre del 1952, a Pinzolo, veniva creata la prima stazione del Soccorso Alpino della SAT. Diventava così operativo il piano di organizzazione territoriale di soccorso in montagna concepito dal dottor Scipio Stenico. A quella di Pinzolo seguirono le stazioni di Madonna di Campiglio, Canazei, San Martino e già un anno dopo, alla fine del 1953, erano 25 le stazioni del Soccorso Alpino operative in Trentino. A creare il collegamento con le realtà valligiane dando vita a questo modello unico e coordinato di interventistica a dimensione provinciale su base volontaristica, insieme a Scipio Stenico furono Carlo Colò e Mario Smadelli. Quello nato sessanta anni fa all'interno della SAT fu il primo nucleo del futuro Corpo di Soccorso Alpino Nazionale. Già nel 1954, infatti, il modello di organizzazione ideato dal dottor Scipio Stenico per la SAT e il territorio trentino fu esteso dal CAI a tutto l’arco alpino, dando vita al Corpo nazionale di Soccorso Alpino alla cui direzione fu chiamato proprio Scipio Stenico. Ai 60 anni del Soccorso Alpino trentino sarà dedicata una serata evento curata da Antonia Dalpiaz a Rosario Fichera dal titolo Il chiarore dell’alba - 60 anni con il Soccorso alpino del Trentino, che riproporrà storie e testimonianze di soccorsi e soccorritori, in forma di monologhi interpretati da attori, recitazioni a più voci, l'accompagnamento di cori di montagna e video.

L'alpinismo di ricerca di Hervé Barmasse
Lunedì 30 aprile ore 21.00,  Auditorium S. Chiara
Si può ancora trovare l’avventura sulla porta di casa? È oggi realizzabile un alpinismo di ricerca sulle Alpi? La risposta è sì se si antepone la ricerca personale all’exploit sportivo, se si accettano rischi e fatiche, soprattutto se si riducono drasticamente i mezzi tecnici in favore di solitudine, fantasia e creatività.
È questa la tesi della guida e alpinista di Valtournenche Hervé Barmasse e del suo film “Non così lontano”, che verrà presentato in anteprima al TrentoFilmfestival. Nel 2011 Hervé sceglie le tre montagne più importanti della Valle d’Aosta e le più alte delle Alpi – il Monte Bianco, il Monte Rosa e il Cervino – e inventa tre vie nuove: con due amici baschi, con suo padre Marco, infine da solo. Il film racconta in presa diretta le tre avventure, eccezionali per i luoghi, le distanze e lo spirito che le accompagna. Il film sarà il punto di partenza per un dibattito che coinvolgerà alpinisti con vasta esperienza sulle Alpi, cercatori di vie nuove sia in senso fisico che culturale, innovatori sulla roccia, sul ghiaccio e nel pensiero: Hervé e Marco Barmasse, Iker ed Eneko Pou, Alessandro Gogna e l’alpinista scrittore Enrico Camanni che ha collaborato con Hervé alla realizzazione del film. Abbandonando le suggestioni esotiche delle grandi scene dell’alpinismo internazionale, si concentreranno riflessioni ed emozioni sulle “vecchie” pareti alpine, nella certezza che niente è mai vecchio se lo si sa guardare con occhi nuovi. Il dibattito sarà animato da Sandro Filippini, giornalista della Gazzetta dello Sport.

Steve House: Nanga Parbat and Beyond
Giovedì 3 maggio ore 21.00, Auditorium S. Chiara
Steve House non ama scalare ottomila, è un cacciatore di pareti, smisurate, verticali, difficili, che si possono fermare a sei o settemila metri, sono sconosciute ai più, sono anche molto isolate e una volta che si incomincia a salirle si può contare solo su se stessi. Nella regione himalayana e nel Karakorum pakistano ve ne sono a migliaia, inviolate, aspettano una generazione di alpinisti che come Steve House hanno scelto uno stile leggero e veloce per affrontarle. Reinhold Messner considera l'alpinista americano
“il miglior alpinista di alta quota al mondo” e ne ammira il modo in cui affronta le montagne. Il suo nome è entrato nelle cronache alpinistiche nei primi anni del nuovo millennio, scalate nelle Alpi, nelle catene di Canada e Alaska, in Karakorum e Himalaya. E’ diventato da prima pagina nel 2005, con la salita in stile alpino, lungo una nuova linea diretta, della parete Rupal sul versante sud est Nanga Parbat, la più alta parete del mondo (un dislivello di 4500 metri), insieme a Vince Anderson in soli sette giorni. Questa salita gli è valsa il Piolet d’Or nel 2006, l’Oscar per l’alpinismo. Proprio la salita di questa parete, a coronamento di una ricerca durata 15 anni, oggi considerata una pietra miliare dell'alpinismo moderno è al centro della serata che Steve House proporrà al pubblico del TrentoFilmfestival, che lo ospita per la prima volta. Nella seconda parte invece House ripercorre una pagina particolarmente drammatica della sua carriera : la caduta, nel marzo del 2010, durante l'ascensione al Monte Temple, una cima delle Canadian Rockies nel Parco nazionale di Banff. Una caduta di 25 metri arrestata da una cengia che avrebbe potuto avere conseguenze mortali. Ma la guarigione ha rappresentato per lui la scoperta di una nuova prospettiva. Un anno dopo l'incidente, nella primavera del 2011 Steve House era ai piedi della parete ovest del Makalu.

Il fenomeno Adam Ondra
 Venerdì 4 maggio ore 17.00, Cinema Teatro Nuovo Roma / Cinema Vittoria
Adam Ondra, diciannove anni lo scorso 5 febbraio, originario di Brno nella repubblica Ceca, è il giovane fenomeno planetario dell'arrampicata. Per la prima volta al TrentoFilmfestival questo eccezionale seppur giovanissimo scalatore polivalente si dedica con ugual successo a competizioni su parete artificiale (ha vinto, tra le altre cose, la coppa del mondo lead 2009, la coppa del mondo boulder 2010, il RockMaster 2011), al boulder, all'arrampicata in falesia ed alle vie lunghe in montagna. All'anno 2012 il suo impressionante curriculum in falesia è di 938 vie tra l'8a e il 9b, di cui 433 a vista. Ma oltre che atleta di altissimo livello, Adam Ondra è anche una persona di grande sensibilità: dal 2011 è donatore di midollo osseo, e parte attiva del progetto Climb For Life, iniziativa di ADMO (associazione donatori midollo osseo) intesa a sensibilizzare la comunità degli arrampicatori sul tema. All'incontro con Adam Ondra in programma al Cinema teatro Roma, seguirà al Cinema Vittoria la proiezione di The Wizard's Apprentice – l'apprendista stregone in italiano – un film/documentario che, seguendo il filo di una corda attraverso le pareti di mezzo mondo, ripercorre i passi su roccia (e non solo) di Adam Ondra. Racconta la sua storia, il suo modo di arrampicare, la sua tenacia. Racconta anche la persona, oltre che l'atleta, con le sue fragilità, le sue emozioni, la sua umanità.

Trento Film Festival
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