Chi?
Tra il Re la Regina e il Dottore Reale.
Che cosa?
Il Dottore Reale spiega la condizione del principe.
Perché?
Il Dottore Reale riscontra un fatto assai strano sulla ferita del principe.
Dove?
Negli appartamenti del principe.
Quando?
Nell’antica Roma.

Il figlio del sovrano - il principe Massimo - fu trasportato all’istante nella sua camera, e il medico di corte ''Lucio Ligario'', arrivò di corsa subito dopo. Benché la ferita fosse stata medicata nel modo più appropriato, il sangue non accennava minimamente a interrompere il suo flusso. Perciò, preoccupato, il principe domandò al dottore: “Dottore... è grave?” “Grave, no! Doloroso, sì! È un giro giro tondo tra l’agonia e la paura, ma è un viaggio di andata e ritorno.”

Lucio nascondendo lo stupore per il fatto assai strano che aveva notato, continuò:
“Sai una cosa: la pancia è il punto più doloroso quando si viene feriti?”
“Sì, lo so. Lo sanno tutti... tutti i guerrieri intendo!”
“E sai perché lo è?”
“No, perché?”
“Perché non è una zona letale: prima che la morte sopraggiunga, occorrono molti giorni”.

Il principe Massimo, mentre ascoltava quelle parole, si figurava nelle viscere dello stomaco un grosso tizzone arroventato:
“Allora sono proprio fortunato, eh?”
“Vedo che il dolore non ha scalfito per niente la tua ironia, principe!”
Disse sorridendo Lucio che aggiunse:
“Vedila così: essere feriti lì, è un modo per capire quanto è bello stare al mondo!”

Il principe, nonostante il dolore, non si lamentava più di tanto. Senza piagnistei affrontava la situazione con stoico coraggio. Lucio gli carezzò i folti capelli madidi di sudore. Massimo corrugò la fronte per una fitta. Dopo un lungo travaglio, finalmente, il principe sprofondò in un ovattato stato d’incoscienza. L’interruttore si era abbassato e il dolore si era placato del tutto. In quell’istante la porta della stanza si spalancò. Il Re e la Regina sbucarono dal vano dentro la camera e nel vedere il figlio Massimo in quelle condizioni, sbiancarono completamente in volto. Tiberio si avvicinò al medico ed esclamò:
“Lucio... dicci la verità!”
La regina si avvicinò a sua volta:
“Dovremmo seppellire nostro figlio?”

Il dottore tossì schiarendosi la voce: doveva dire qualcosa, ma non sapeva che cosa... anzi sapeva che cosa, ma non sapeva come. Infine, completamente a disagio, replicò:
“Sono parecchie le domande alle quali posso dare una risposta, ma questa (purtroppo) non è tra loro”.
“La filosofia lasciala fuori da questa stanza Lucio!” Replicò severo il sovrano.
“Non sto facendo della filosofia. Sto solo dicendo la verità”.

Il Re allora chiese: “Un parere! Voglio un parere! Dovrai pur essertene fatto uno, no?”
Poi la Regina Diana aggiunse: “Vogliamo saperla!”
Tiberio e Diana guardarono il medico con morbosa speranza.
“Non voglio nascondere la verità. Voglio solo precisare il mio limite”.
“Tu parli per enigmi Lucio Ligario!”
“Il fatto è che per capire dovete conoscermi!”
“Lucio ti capiamo e ti conosciamo: sei un dottore molto in gamba, tanto in gamba da sapere che in questo caso ti conviene tenere la bocca chiusa. Certo - lo so dottore - sparlare in questo momento può essere catastrofico”.
“Meno chiacchiere e più fatti, Lucio!” Esclamò spazientita la regina.
“Ci manca solo che ci dici: io so che non so!” Terminò Tiberio irritato. Lucio, messo all’angolo da quelle parole, cominciò col rispondere a quelle richieste:
“Allora parlerò schietto e chiaro sire. Quello che ho visto su quel letto, sfugge a tutte le categorie della medicina conosciuta, sconfina nel mistero... nella magia”.
“Vuoi dirci, forse, che nostro figlio è vittima di una magia?” Chiese la regina incredula.
“Pare di sì, regina!” Replicò laconico il dottore.
“E secondo quale fatto, sei arrivato a concluderlo?” Domandò turbato il sovrano, che improvvisamente, ricordò lo strano presagio che la Sibilla Cumana fece quando nacque il principe.
“Perché la ferita, nonostante sia molto leggera e sia stata medicata e fasciata nella maniera più consona e appropriata, continua a sanguinare”.

Lucio esitò perplesso e Tiberio con gli occhi spalancati ne ripeté l’ultima parola:
“Sanguinare?”
“Sì, sire. Come un fiume in piena!”
La regina, allora, guardando il lenzuolo intriso di sangue, domandò:
“Come può essere?” “La cosa non ha nessuna logica medica. Perciò non so rispondervi”.
Il Re e la Regina si guardarono l’un l’altra:
“Quindi affermi che il principe perirà?”
“Se la ferita continuerà a sanguinare a quel modo, sicuramente ciò accadrà molto presto!”

Rimasero in profondo silenzio, poi, la regina Diana sbigottita domandò:
“Ma l’amuleto magico? Perché non l’ha protetto?”
“Già perché non l’ha protetto come le altre volte?” Aggiunse il Re.

Anteprima tratto dal romanzo Il principe e l’Amuleto magico.