La nona edizione delle Buone Pratiche del Teatro si terrà il 9 febbraio 2013 dalle 9.30 alle 18.30 a Firenze, capoluogo di una regione dal ricchissimo tessuto teatrale. L’iniziativa raccoglie dal 2004 a scadenza annuale centinaia di teatranti, politici, amministratori, studiosi e studenti, per quelli che la stampa ha definito “gli Stati Generali del teatro italiano”. Per questa edizione il tema scelto dai due curatori, Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino, è “Del Buon Governo del Teatro”.

Il nostro sistema teatrale si è costruito nel corso degli anni, trovando punti d’equilibrio tra finalità e interessi diversi, ma si è progressivamente cristallizzato, ostacolando l’emergere di nuove modalità e rallentando il necessario ricambio generazionale. Si sono così stratificati anche sprechi e inefficienze. Come sta accadendo per altri settori, il Governo Monti ha operato una serie di scelte “tecniche”, che però avranno un profondo impatto sul settore: la nuova legislazione sul lavoro, l’abolizione delle Commissioni Ministeriali, il riequilibrio delle competenze tra Stato e Regioni dopo la stagione del federalismo, solo per fare qualche esempio. Continua infine a crescere l’importanza dell’Unione Europea, anche per quanto riguarda lo sviluppo culturale. Si avverte ancora più urgente la necessità di ridisegnare gli assetti, reinventare forme, ricreare un sistema condiviso di regole: tentare di immaginare un buon governo del teatro.

Verranno dunque discussi alcuni nodi problematici del sistema teatrale italiano e diverse realtà presenteranno le loro Buone Pratiche, ovvero le soluzioni che hanno escogitato per affrontare una situazione in continuo movimento, che pone sfide sempre nuove. Sarà anche rilanciata la parola d’ordine dell’1% della spesa pubblica alla cultura, che nel 2005 fu al centro della seconda edizione delle Buone Pratiche, a Mira (Ve) e che oggi diverse organizzazioni cercano di inserire nell’agenda di questa campagna elettorale.

Programma

09.00-09.45
Registrazione

09.45-10.00
Saluti iniziali
Beatrice Magnolfi (Fondazione Toscana Spettacolo)

10.00-10.15
Apertura lavori e dedica a Renato Nicolini e Massimo Castri
Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino

10.15-11.30
1. Economia della cultura e buon governo del teatro
Il ruolo centrale della cultura come fattore di crescita civile e di sviluppo economico pare ormai diventato una convinzione diffusa: tuttavia ripetere che “La cultura salverà l’Italia” rischia di creare un luogo comune, in assenza di scelte politiche conseguenti. La crisi economica limita risorse e ambizioni. I finanziamenti alla cultura, pubblici e privati, continuano a diminuire. Il lavoro, quando c'è, è sempre più precario. L’investimento in cultura (in Italia ma anche negli altri paesi europei e nel bilancio comunitario) rischia di essere subordinato a fattori esterni: le ricadute sul sociale, sul turismo, sull’occupazione, sull’istruzione, come "motore" o "moltiplicatore" dello sviluppo... Non basta più razionalizzare i costi, e nemmeno fare rete (anche se è indispensabile). Ma la contrazione delle risorse pubbliche è inevitabile? E può essere guidata da strategie consapevoli, piani organici, visioni politiche? Ed è realistico l’obiettivo di sensibilizzare il “privato”? O l’unica alternativa è fare di più con meno? Qualcuno ci ha provato, e ci è riuscito: forse ha trovato il segreto della decrescita felice... Il punto di partenza deve essere la consapevolezza dell'economia “reale” della cultura e dello spettacolo. Salvaguardando però l’autonomia della cultura.

Coordina Giulio Stumpo,Intervengono Lucio Argàno (Università Cattolica, Milano), Fabrizio Arosio (Istat), Roberto Calari(Legacoop, Bologna), On. Emilia De Biasi (PD, Commissione Cultura, Scienza e Istruzione, XVI Legislatura), Carlo Testini (ARCI), Michele Trimarchi (economista)

10.45-12.00
2. I processi di selezione: nomine, progetti, bandi e bandomania
Nel paese della lottizzazione (prima) e della casta (poi), i meccanismi di selezione e ricambio generazionale si sono inceppati (e imputriditi). Anche nel teatro. Rispetto alla cooptazione o al clientelismo, lo strumento del bando pubblico dovrebbe premiare il merito e garantire la trasparenza. Ma non è tutto oro quel che luccica. Per fare un bando che funzioni davvero (ne abbiamo parlato nelle BP di Torino), non bastano l’onestà e le migliori intenzioni: serve anche competenza. Per il successo di un bando (e per la sua corretta stesura) sono infatti necessari diversi elementi: una visione e obiettivi politici chiari (e realizzabili); un processo di valutazione efficace e verificabile dei candidati e dei progetti; infine un meccanismo di valutazione in corso d’opera e a posteriori, su obiettivi e risultati. Insomma, anche su questo versante ci sono buone e cattive pratiche... Il bando non può essere l’alibi, o la soluzione di tutti i mali. La necessità di ricambio e selezione riguarda tutto il settore, ma in primo luogo le istituzioni e i teatri pubblici; e (a monte) presuppone la ridefinizione delle missioni e delle funzioni. Ma su questo terreno non pare accadere nulla. E non sempre alle minori risorse corrispondono coerenti pratiche di sobrietà, sia sul versante dell’attività sia sul versante dei compensi.

Coordina Giovanna Marinelli, intervengono Marco Cacciola (attore), Angelo Curti (Teatri Uniti), Ilaria Fabbri (Regione Toscana), Alessandro Hinna (Master Economia della Cultura, Università di Tor Vergata), Renato Palazzi (Il Sole 24 Ore), Francesca Vitale (avvocato e attrice)

12.00-13.15
3. La qualità della programmazione e la distribuzione
Uno dei colli di bottiglia del sistema teatrale italiano è la qualità della programmazione dei teatri. Ci sono bravi assessori e bravi amministratori, per fortuna; ma troppo spesso i teatri e le sale comunali (e le piazze) sono affidate alla buona volontà di qualche funzionario pubblico, e alla ricerca del facile consenso da parte dell’assessore di turno: ecco allora proliferare i sottoprodotti cinematografici o televisivi, e gli pseudo-eventi che si consumano tra anticipazioni, interviste alla star di turno, con annessa photo opportunity per il politico locale. Da decenni ormai molte delle proposte più stimolanti e originali emergono al di fuori della rete delle sale e dell’offerta tradizionali (i cartelloni teatrali), a discapito dell’aggiornamento degli spettatori, di una corretta distribuzione delle risorse, della valorizzazione dei talenti. È importante che esistano e funzionino punti di riferimento per la distribuzione: spazi – ma anche stagioni e progetti all’interno di teatri “abitati” – svincolati dalle dinamiche vincolanti conseguenti alla produzione. È importante riflettere sull’attuale assetto del sistema distributivo pubblico e sulle modalità di una possibile evoluzione dei circuiti e dei teatri comunali. È importante infine valorizzare, qualificare (e esigere) figure qualificate di programmatori: persone aperte e curiose, con competenze multiformi, culturali, critiche, organizzative.

Coordinano Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino, intervengono Davide D’Antonio (CRESCO), Elio De Capitani (Elfo-Puccini), Marco Giorgetti (Teatro della Pergola), Carmelo Grassi (Teatro Pubblico Pugliese), Paolo Magelli (Teatro Metastasio), Armando Punzo (Teatro Stabile in Carcere), Gilberto Santini (Amat)

13.15-14.40
Pausa pranzo

14.40-15.00
Le occupazioni
Teatro Valle Occupato (Roma)
Teatro Rossi Aperto (Pisa)

15.00-15.45
Le Buone Pratiche:
lavoro, selezione, programmazione, distribuzione
Lo sportello del teatrante in crisi (Claudia Autelli, Lab121)
Play Festival 3.0 (Lorenzo Carni, Atir)
Il rilancio del Teatro Comunale di Lamezia Terme (Angela Dal Piaz)
Prato/Tessuto/Spettacolo (Massimo Luconi, Teatro Metastasio)
Terzo Paesaggio (Andrea Perini)
GASP – Galleria dello spettacolo (Marisa Villa e Valentina Falorni, AV Turné)

15.45-16.00
Report dagli incontri preparatori
Marcella Nonni, BP Verso l’Europa (Ravenna, 18 gennaio 2013)
Filippa Ilardo, Verso Sud (Catania, 26 gennaio 2013)

16.00-16.29
Cinque domande a... Salvatore Nastasi (MIBAC)

16.29-16.30
Appuntamento a Milano
Il teatro pubblico e la città (Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino)

16.30-17.30
4. La formazione del pubblico e il marketing teatrale
Un teatro può funzionare solo se ha un suo pubblico. Che cosa è stato fatto, che cosa viene fatto in questa direzione? Il sospetto è che in questa direzione il nostro teatro non faccia abbastanza, e che lo spettatore spesso resti ai margini dei pensieri dei teatranti. È una scelta autolesionista, soprattutto perché il contesto è in rapida mutazione. L’avvento della rete 2.0 sta cambiando l’equilibrio tra i diversi media, esalta la liveness (il grande atout del teatro), cambia il modo di promuovere i consumi culturali. Il teatro 2.0 punta a un diverso coinvolgimento del pubblico, e a una diversa concezione del “qui e ora”.

Coordinano Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino, intervengono Lanfranco Li Cauli (Piccolo Teatro, Milano), Vito Minoia (Teatri delle Diversità), Andrea Nanni (Armunia), Alessandra Valerio (Fondazione Cariplo)

17.30-18.00
Le Buone Pratiche:
formazione del pubblico e marketing
Il manifesto per la sostenibilità culturale (Monica Amari, Armes progetti)
ProMovers (Patrizia Coletta, Fondazione Toscana Spettacolo)
Un’idea storta (Inti Nilam, Torino Fringe Festival)
ECLAP (Michela Paolucci)
Il Funaro (Lisa Cantini,Elisa Sirianni)
La prima assegna nazionale di Teatro in Carcere (Gianfranco Pedullà, Destini Incrociati)
Una nuova casa editrice di teatro (Mattia Visani, Cue Press)

18.00-18.30
Dibattito e conclusioni

Le Buone Pratiche del Teatro sono organizzate dall’Associazione Culturale Ateatro nell’ambito del progetto "Teatro. Per costruire una memoria del futuro” in collaborazione con Fondazione Cariplo, Fondazione Toscana Spettacolo e Regione Toscana.

Per maggiori informazioni:
info@ateatro.it
www.ateatro.it
Diretta streaming: www.studio28.tv
Facebook: www.facebook.com/ateatro
Twitter: #bp2013
La partecipazione alle Buone Pratiche del Teatro è libera e gratuita (fino a esaurimento posti); inviare una email a:
buonepraticheteatro@gmail.com