Se l’Irlanda è la protagonista silente di tutti i lavori di Tana French, sono i detective da lei ideati ad avere un appeal tale da risultare magnetici in qualsiasi situazione decida di inserirli. Nel caso specifico di The Trespasser (L’Intruso) ci troviamo al cospetto del delitto efferato di una giovane donna che di recente ha fatto scelte drastiche per se stessa e la sua vita. Scelte che, forse, ne hanno decretato il destino.

Il detective Conway si trova a dover risolvere il caso in poco tempo e ad avere contro tutta la squadra anticrimine che la esorta a chiudere velocemente una pratica che sembra ovvia sin dall’inizio. Tuttavia, la consapevolezza di aver già incontrato la vittima in passato (in circostanze che non ricorda) la convince ad andare avanti e ad affrontare una verità scomoda che coinvolgerà anche il suo passato.

Quelli che sulla carta sembrano dei "semplici polizieschi" dalla trama intricata e dal colpo di scena finale graditissimo, in realtà sono libri di altissimo livello letterario. Taluni passaggi della French sono degni dei grandi classici ottocenteschi. La ricercatezza sublime della narrazione la rende unica nel suo genere e difficilmente traducibile mantenendo lo stesso livello di pathos. Lo stile di scrittura è molto crudo e diretto ma di classe magistrale. Le chiuse dei capitoli piccoli capolavori che rendono il romanzo impossibile da abbandonare, ma da leggere – giocoforza – tutto d’un fiato.

The Trespasser segue una fortunata serie noir in cui si sono susseguiti personaggi memorabili e ambientazioni irlandesi al limite della wilderness eliotiana. A partire da Nel Bosco (In the Woods) fino ad arrivare a lavori come Broken Harbour (del 2011) che hanno voluto - altresì - dare uno spaccato feroce delle ripercussioni psicologiche e fisiche che la crisi economica porta con sé.

Non è un caso che la French abbia spesso citato le leggende arturiane come una delle sue massime influenze, poiché la sua narrazione ha molto dello storytelling celtico, poiché si focalizza sui momenti cruciali nelle vite dei suoi protagonisti, sulle scelte dopo le quali è impossibile tornare indietro e sugli aspetti meno positivi e più sibillini dei rapporti interpersonali.

Tana French non ama ripetersi, per questo motivo sarebbe intrigante vederla all’opera anche con generi letterari distanti da quello che l’anno resa una delle autrici contemporanee più amate al mondo.