La minaccia di estinzione per varie specie animali è un fatto evidente da tempo eppure le misure per la loro salvaguardia e quella degli ecosistemi in cui vivono può essere un problema complesso. Ciò perché una nuova prosperità per queste specie richiede una comprensione approfondita dei modi migliori per permettere alle popolazioni sopravvissute di aumentare. Ad esempio, nel caso degli elefanti, diverse ricerche recentemente pubblicate hanno descritto diversi aspetti dei pericoli che essi corrono e delle possibili soluzioni per aiutarli.

Una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports sottolinea l'importanza della presenza delle nonne tra gli elefanti per la crescita dei cuccioli. Un gruppo di ricercatori dell'Università di Turku in Finlandia guidati dal dottor Mirkka Lahdenperä ha scoperto che tra gli elefanti asiatici, specie Elephas maximus, le nonne hanno un ruolo simile a quello esistente tra gli esseri umani nell'aiutare le figlie con la prole.

Gli elefanti vivono in gruppi familiari nei quali le femmine anziane hanno un ruolo già conosciuto per la sua importanza perché tra le altre cose aiutano il gruppo con la loro mole di conoscenze, ad esempio del territorio. Già qualche mese fa un'altra ricerca sugli elefanti africani aveva fatto notare una connessione tra l'uccisione delle matriarche e il declino delle popolazioni. Ora questo legame viene confermato anche nei loro cugini asiatici.

Il problema riguarda il bracconaggio, che determina l'uccisione delle nonne tra i vari individui, ma anche la riproduzione degli elefanti in cattività. Certo, gli zoo sono sempre più anacronistici ma se almeno potessero contribuire all'aumento del numero di elefanti sarebbe già qualcosa.

Circa metà dei cuccioli nati negli zoo muore durante il primo anno di vita. L'inesperienza di molte madri unita alle condizioni tutt'altro che ideali degli zoo può contribuire a questo problema. L'aiuto di una nonna con qualche decennio di esperienza nel prendersi cura dei cuccioli potrebbe aumentare notevolmente le loro possibilità di sopravvivenza.

Alcune ricerche si sono concentrate sugli elefanti, altre hanno esaminato i pericoli riguardanti varie specie. Ad esempio, un articolo pubblicato sulla rivista Current Biology riguarda vari animali di grossa taglia, sia di terraferma che marini. Un team di ricercatori ha illustrato i pericoli che corrono alcune specie cacciate per venderne parti del corpo.

I ricercatori puntano il dito contro l'idea che se di una specie rimangono pochi esemplari gli individui diventeranno difficili da trovare perciò i bracconieri smetteranno di cacciarli. In realtà il valore sul mercato nero di parti dei loro corpi è tale che i bracconieri continueranno a cacciarli fino all'estinzione.

Ci sono mercati dove il giro di soldi attorno al bracconaggio è enorme. Parti dei corpi di vari animali sono vendute come medicine tradizionali e molte persone sono disposte a spendere cifre assurde per stupide superstizioni. Nel caso degli elefanti, è l'avorio ad avere ancora un notevole valore.

È proprio sul problema dell'avorio che si concentra una ricerca descritta in un articolo pubblicato sulla rivista Nature. Il dottor Duan Biggs del Centre of Excellence for Environmental Decisions (CEED) dell'Australian Research Council (ARC) e alcuni colleghi hanno esaminato i dati riguardanti la distruzione di avorio negli ultimi anni, in particolare in Kenya per cercare di capire l'impatto che può aver avuto sul mercato.

Secondo i ricercatori c'è il pericolo che la conseguenza della distruzione dell'avorio sia solo l'aumento dei suoi prezzi e che ciò costituisca un incentivo per i bracconieri. In sostanza, quello che dovrebbe essere un messaggio di fermezza da parte delle nazioni africane che ospitano popolazioni di elefanti rischia di avere conseguenze negative.

Si tratta di un problema sia pratico che etico. Qualsiasi somma ricavata dalla vendita di avorio da parte dei governi che l'hanno sequestrato ai bracconieri sarebbe sporca del sangue degli elefanti uccisi e a volte di ranger morti per difendere il loro ecosistema. Forse sarebbe eticamente accettabile e utile da punto di vista pratico vendere l'avorio a prezzi stracciati per destabilizzare il mercato. Discuterne può contribuire alla sensibilizzazione sul problema oltre che a trovare soluzioni adeguate.