Intervista a Francesco Macchia, Presidente e Walter Forresu, Direttore Scientifico di ISPE.

*Come e con quali propositi nasce ISPE-Sanità, l'Istituto per la Promozione dell’Etica in Sanità?
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Francesco Macchia: L’Istituto nasce nella prima metà del 2012 per l’iniziativa di un gruppo di operatori ed esperti di Sanità che condividono l’amore per il nostro straordinario Sistema Sanitario e il timore di vederne gradualmente smantellati, per incuria e malgestione, i principi fondanti. La Sanità italiana è dotata di qualità e valore scientifico eccellenti, il suo principale difetto, che è anche la ragione dei costi elevati, è la corruzione, intesa nel senso esteso latino che include anche malversazioni, cattiva gestione e sprechi. ISPE-Sanità nasce per dare forza di sistema alla battaglia contro la corruzione integrando tutti gli strumenti e i punti di vista disponibili. Obiettivo del nostro impegno è il contrasto alle disfunzioni del nostro straordinario SSN attraverso la promozione di un'etica virtuosa tra tutti gli operatori.

Qual è ad oggi il rapporto tra etica e sanità?
Walter Forresu: Numerose caratteristiche rendono il settore sanitario particolarmente vulnerabile alla corruzione: la ricchezza del settore, la frammentazione degli acquisti e l’estrema complessità che rende inefficaci i controlli tra pari, quelli dall’alto così come quelli dal basso, ovvero da parte del cittadino/paziente. Data questa difficoltà a realizzare controlli in Sanità è evidente che, nel contrasto agli sprechi e alla corruzione, assume una rilevanza fondamentale la responsabilità individuale del singolo operatore e la sua etica. In un ambito come la Sanità, dov’è spesso assoluto il potere del singolo operatore rispetto alla vita stessa dell’uomo, un elevato senso di responsabilità e una forte integrità morale devono far parte del bagaglio professionale al pari delle conoscenze tecniche. Il primo legame è la deontologia, che dovrebbe diventare il principio ispiratore di fondo di tutta l’etica sanitaria. Sono divenuti nel tempo importanti anche i principi di sana gestione e di controllo preventivo che stanno alla base dell’Etica di Sanità Pubblica.

Chi lavora in ISPE Sanità?
FM: Preferirei utilizzare il termine “impegnarsi” in ISPE-Sanità anche perché siamo una organizzazione senza fine di lucro e la partecipazione è sempre spontanea e non retribuita. E devo dire che sono incredibilmente molti a farlo, ben oltre quello che avremmo potuto sperare all’inizio. Senz’altro il nucleo di una decina di fondatori è ancora in questa fase il traino dell’attività dell’Istituto soprattutto in termini di entusiasmo. Ma un contributo fondamentale non solo di idee, ma di vera e propria operatività è arrivato in questi mesi dai membri dei nostri Comitati il cui impegno è andato ben oltre quello di advisor. La cosa per me emozionante è che chi si avvicina a noi lo fa evidentemente con lo slancio utopistico di chi condivide il nostro sogno e riversa perciò un impegno e una dedizione straordinaria. Per questo devo davvero ringraziare tutti coloro che, appunto, si “impegnano” in ISPE.

Che ruolo hanno rispettivamente il Comitato Etico e il Comitato Scientifico?
FM: Riconoscendo l’estrema complessità del tema della corruzione e la multidisciplinarietà necessaria a contrastarla, sin dall’inizio ci siamo dotati di due Comitati di altissimo profilo che sono motori e controllori dell’attività dell’Istituto. I membri sono nel complesso attualmente una ventina e riuniscono le migliori e più alte professionalità riguardo a Etica e Sanità: il Comitato Etico rappresenta il massimo organo consultivo e di garanzia dell’associazione e ha compito di indirizzo e controllo su tutta la sua attività. Ci rivolgiamo ad esso ogni qualvolta abbiamo dei dubbi sulla opportunità di ciò che stiamo facendo o periodicamente per riceverne un severo un giudizio sulla nostra attività. Il Comitato Scientifico ha un ruolo fortemente tecnico e operativo ed è il vero propulsore dell’attività dell'Istituto. Si riunisce più spesso e si fa effettivamente carico di supportare concretamente le attività dell’Istituto: al suo interno vi sono professionisti che ciascuno dal proprio punto di vista ci aiutano (e ci aiuteranno) a dipanare la complicatissima matassa della corruzione in sanità.

Quali sono gli sprechi e le corruzioni in sanità e quali i possibili rimedi?
FM: Quando si parla di sanità in Italia si intende prevalentemente ciò che in inglese viene definito bribing ovvero di denaro in cambio di un determinato favore. Nell’accezione anglosassone, che ISPE ha fatto propria, il significato è più ampio e si riferisce, come detto, a qualsiasi spreco e malversazione frutto di scelte consapevoli e non di “semplice” negligenza. Come abbiamo avuto modo di verificare in una ricerca che abbiamo recentemente realizzato e presentato con_ Trasparency International_ e RISSC, gli sprechi e la corruzione si annidano principalmente negli appalti e acquisti (la tipologia più diffusa), nelle nomine (con nepotismo e gestione pilotata di concorsi che generano incompetenza e inefficienza), nei rapporti con la sanità privata (la più pericolosa), nella negligenza operativa dei clinici (ad esempio nella gestione dei rapporti intramoenia). E l’elenco non è ovviamente esaustivo. Alla base di tutto c’è un rapporto tra politica e Sanità perverso che in un prossimo futuro dovrà senz’altro essere reinterpretato trovando filtri che aumentino il livello di indipendenza di manager e clinici.

La stima dell’impatto di questo sui costi complessivi non è affatto semplice. La valutazione più accreditata è al momento quella realizzata dalla Rete Europea contro le Frodi e la Corruzione nel Settore Sanitario che stima che il 5,6% della spesa per Sanità in Europa sia assorbito dalla corruzione. Ciò significherebbe in Italia circa 6 miliardi di euro, ma è facile immaginare che il nostro Paese sia sopra la media europea e che quindi il dato reale sia anche superiore. Si pensi solo che in una recente opera di risanamento della ASL di Salerno realizzata in tempi record dal Colonnello dei Carabinieri Bortoletti, i soli sprechi superavano il 2% della spesa complessiva. I rimedi stanno senza dubbio nei controlli, nella trasparenza e negli open data, senz’altro nella sempre attenta azione della magistratura, ma noi riteniamo che il controllo più efficace venga dall'etica professionale dei singoli e dal controllo esterno consapevole del cittadino-paziente.

Cosa sono i 7 principi di Tavistock? A quali modelli si ispira ISPE Sanità?
WF: Tra il 1999 e il 2000 un gruppo di esperti anglosassoni, detto "Gruppo di Tavistock" dal nome della città nella quale si riunivano, ha definito alcuni principi operativi rivolti a coloro che operano in Sanità e a tutela della salute. Questi sette principi si differenziano dai numerosi codici deontologici in quanto non direttamente riconducibili ai singoli ambiti della Sanità, ma validi in modo trasversale. In estrema sintesi:

  1. Diritto alla salute
  2. Equilibrio tra cura del singolo e interessi della collettività
  3. Visione olistica del paziente
  4. Collaborazione tra operatori della sanità e con il paziente
  5. Miglioramento continuo.
  6. Sicurezza per massimizzare i benefici, minimizzare i danni e ridurre gli errori in medicina.
  7. Onestà, trasparenza, affidabilità.

Oltre a ciò sono stati per noi una straordinaria fonte di ispirazione gli scritti e le riflessioni del Nobel per l’Economia Amartya Sen in tema di corruzione ed economia: secondo Sen “I mercati privi di una guida morale favoriscono la corruzione e il formarsi di situazioni socialmente critiche” e una “Etica immorale conduce al collasso del modello di sviluppo”.

Qual è la modalità di azione di ISPE Sanità?
FM: ISPE-Sanità trova la propria forza nel metodo di lavoro che si è data e che le consente di superare l’aleatorietà che caratterizza solitamente l’approccio a questi temi. L’Istituto si propone di attraversare i diversi step tra enunciazione e applicazione dell’Etica facendo così Information Translation sull’Etica in Sanità e in particolare sull’Etica di Sanità Pubblica. Sappiamo perfettamente che non è sufficiente parlare di un principio etico per indurre necessariamente a comportamenti coerenti con tali principi. La nostra azione di promozione dell’Etica potrà essere efficace solo se seguirà un percorso a tenaglia attraverso la formazione del singolo verso comportamenti etici, e la creazione di un ambiente recettivo e favorevole. Si devono innanzitutto creare dei parametri per poter calcolare l'impatto e seguire l'evoluzione dell'Etica in Sanità; con queste informazioni si potrà lavorare per rendere più ricettivo l'ambiente a comportamenti e soggetti etici; e solo a questo punto sarà possibile iniziare a stimolare il singolo individuo a rispettare determinati codici etici. Un percorso complesso e non privo di insidie che ISPE-Sanità intende percorrere in tutta la sua lunghezza.

Perciò l’attività di promozione dell'Etica dovrà svolgersi su 3 piani tra loro complementari:
- la ricerca sui costi della non eticità in sanità con l'obiettivo di far emergere le criticità, sensibilizzare alla problematica e definire le priorità
- un'azione di lobbying finalizzata a promuovere una legislazione favorevole alla valorizzazione dei comportamenti etici
- la formazione (o meglio il coaching) per aumentare il livello di sensibilità etica nei singoli operatori in Sanità

Che ruolo giocano i social network nella vostra attività di sensibilizzazione?
WF: ISPE è presente e attivo su tutti i principali social: Facebook, Linkedin e Twitter. In questo primo momento il nostro impegno è però focalizzato sulla ricerca e sulla sperimentazione di modelli etici e anti-corruzione. Conseguentemente lo sforzo è prevalentemente “interno” e i social giocano un ruolo, pur fondamentale ma forse limitato, nel creare conoscenza e consapevolezza della problematica e della nostra attività. Giocheranno invece un ruolo cruciale e determinante in quella che definiamo la seconda fase delle attività di ISPE quando lavoreremo per creare un movimento popolare di antenne civiche destinate a monitorare la Sanità dall’esterno: in quel momento cambieremo tipo di posizionamento sociale e tenteremo di trasformare i nostri profili, a partire dal sito www.ispe-sanita.it, in punti di raccolta di denunce e segnalazioni di sprechi e corruzione.

Che tipo di riscontro avete ricevuto da parte delle persone?
FM: Eccellente da parte dei singoli a ogni livello, un po’ più complessa da parte del sistema. In questa fase stiamo attivando il processo di fund-raising per finanziare l’attività ricerca (che per la verità è già in corso), il Rapporto sulla Corruzione in Sanità che ne scaturirà e l’evento del 17 febbraio 2014 prossimo nel quale lo presenteremo: speriamo di trovare da parte delle aziende un’attenzione che vada oltre la disponibilità di ascolto per trasformarsi in un vero e proprio affiancamento e supporto. Le istituzioni hanno risposto in modo parziale ma questo è probabilmente dovuto al fatto che in Italia si fa fatica a immaginare che un'iniziativa di questo tipo nasca senza secondi fini e il timore, spesso palese, è che vi siano dietro chissà quali attori nascosti. Il Ministro Lorenzin si è invece dimostrato particolarmente attento e sensibile e contiamo di averlo presente al nostro prossimo evento di febbraio 2014.

A proposito, come finanziate le vostre attività?
FM: Secondo il modello delle più autorevoli organizzazioni senza scopo di lucro negli USA abbiamo deciso di diversificare al massimo le fonti di finanziamento per poter essere indipendenti e autonomi da tutti gli eventuali finanziatori. ISPE-Sanità finanzierà quindi le proprie attività attraverso 4 fonti:

  1. Pubblico: attraverso bandi nazionali e internazionali
  2. Crowd funding: per le micro-attività
  3. Autofinanziamento: attraverso servizi forniti alle aziende (ad esempio di formazione)
  4. Privati: attraverso processi di affiliazione e/o sponsorizzazioni di singole iniziative

Nel pay-off del sito di ISPE-Sanità compare una frase molto bella di Victor Hugo, ce la potere riportare e commentare?
WF: “Nulla è più potente di un’idea della quale sia giunto il tempo”.
Non sempre le buone idee, e quelle innovative, hanno immediatamente successo; talvolta incontrano paura del cambiamento, interessi contrari, staticità di pensiero. Quando, però, il contesto è pronto, l’idea diviene realtà. Il senso della frase è quello del noto Koan Zen: quando l’allievo è pronto, il Maestro compare. E noi riteniamo che questo sia il caso della Sanità oggi: solo qualche anno fa non avremmo avuto alcuna speranza di successo, ma oggi la sensibilità su questi temi e la voglia di ribellarsi sono forti tra i tecnici e nella popolazione e con il supporto di tutti potremmo davvero contribuire a creare una Sanità nuova meno corrotta e più giusta.