«Circe, qual mai retto uomo e saggio
Vivanda toccheria prima, o bevanda,
Che i suoi vedesse riscattati, e salvi?
Fa, che liberi io scorga i miei compagni,
Se vuoi, che della mensa io mi sovvegna.
Circe uscì tosto con in man la verga,
E della stalla gl’infelici trasse,
Che di porci novenni avean l’aspetto.
Tutti le stavan di rincontro; e Circe,
D’uno all’altro passando, un prezïoso
Sovra lor distendea benigno unguento».

Quello citato è in assoluto uno dei passi (libro X) più noti dell’Odissea di Omero, probabilmente anche per la “simpatica” vicenda dei compagni di Ulisse trasformati in porci dalla maga Circe. Ma cosa fece bere loro per dare vita a questo incantesimo? Non c’è dubbio che stiamo parlando di una leggenda, ma sono stati molti gli storici che nel tempo hanno cercato di comprendere l’eziologia del mito. Insomma, anche dietro la fantasia c’è la realtà. Con ogni probabilità, infatti, si trattava di una bevanda realmente utilizzata nell’antica Grecia dalle caratteristiche afrodisiaco-allucinogene.

Oggi, a circa tremila anni da quella civiltà e da quelle usanze, la bevanda rivive in una birra dal nome “Kykeon”. Effettivamente doveva trattarsi, secondo le ricerche della professoressa Gabriella Cinelli, di una ricetta dagli ingredienti ben chiari, oggi fatta rivivere dalla maestria dei birrai di Mentana, a partire da Giovanni Turbacci. La bevanda è presentata in anteprima alla stampa nazionale a Sperlonga nel Museo Archeologico Nazionale che pure ospita i monumentali gruppi scultorei ispirati al mito di Odisseo.

Il Kykeon era nell’antichità legato ai riti propiziatori dell’agricoltura e rappresentava una bevanda “sociale”. In alcune popolazioni indigene dell’America Latina e a Formosa ancora oggi bevande simili vengono preparate per il rito più importante della comunità e sono realizzate dalle donne come le prime birre d’orzo. Il Kykeon viene degustato insieme ai prodotti di un singolo territorio: cereali, legumi, formaggio, miele, erbe amare ed epityrum, pane e amore per la propria terra. “Kykeon” è una mild di ottima bevibilità, concepita come aperitivo archeologico, 3,5° alc, addizionata di miele e di erbe e spezie, in parte segrete; c’è coriandolo, mentuccia romana, melograno e tanto altro da scoprire.

Chi è Gabriella Cinelli.
Si definisce chef archeologa e sommelier, “affabulatrice semiseria” del Gusto nei Secoli. Ha dedicato molto tempo allo studio della gastronomia e dell’antropologia alimentare antica e moderna. L’approfondimento delle erbe e dei cereali e l'analisi delle Donne in cucina l’hanno portata a reinterpretare un grande Cocktail del passato, il Kykeon, la Birra di Circe. Le donne, d’altronde, siano state esse streghe, madri o sacerdotesse, hanno sempre avuto un ruolo agricolo e gastronomico sacro e profano dall’antichità ad oggi.

È docente di cucina e di Sala in alcune Scuole della Capitale e docente Temporary per i Master of Food di Slow Food (Analisi sensoriale;Tecniche di Cucina e Cuochi si diventa junior ). Dal suo progetto sull'Odissea “Il Cibo e Le Ricette degli Eroi” è nato un corso di Educazione alimentare per ragazzi presso Eataly Roma.