Dall’alto dell’affascinante Forte Mehrangarh, la magnifica città indiana di Jodhpur appare come un delicato puzzle di case e raffinate havelis dalle infinite sfumature di azzurro, colore sacro alla casta dei brahmini. È un ricordo vivido e indimenticabile che conservo del mio primo viaggio in Rajasthan, è l’elegante ispirazione scelta da Claire Choisne, direttrice creativa di Boucheron, per la sua più recente e raffinata High Jewelry Collection, “Bleu de Jodhpur”.

Presentata di recente a Parigi, sotto lo speciale patrocinio e collaborazione di Sua Altezza Gaj Singh II, attuale Maharadjah di Jodhpur, la collezione si articola in quattro diverse sezioni, tutte ispirate alla più pura tradizione indiana. Il legame fra il celebre gioielliere francese e l’India è indissolubile: Luis Boucheron visitò infatti il subcontinente per la prima volta nel 1909, affascinato ed ammaliato dall’arte e dalle tradizioni locali, ma fu però nel 1928 che il legame con i principi indiani divenne importante. In quell’anno infatti Bhupinder Singh, il favoloso Maradjah di Patiala, fece tappa a Parigi con lo scopo di far rimontare a Boucheron l’intero tesoro reale passando dal tradizionale oro giallo al raffinatissimo platino, divenuto di gran moda e di squisita leggerezza. Memorabile la scena dei diversi servitori di Buphinder Singh uscire incolonnati dal Ritz ed attraversare Place Vendôme con sette forzieri contenenti quantità impensabili di diamanti, smeraldi rubini e perle, con destinazione Boucheron.

Ispirata da un archivio incredibile dell’epoca, la nuova collezione incanta con uno spettacolare collier in gocce di cristallo di rocca degradanti dal centro verso i lati, diamanti e zaffiri sfumati dal blu all’azzurro montati su rondelle sfaccettate e su eleganti elementi snodati. Le gocce principali in cristallo di rocca sono istoriate seguendo la millenaria tecnica indiana kundan grazie alla quale delicati piccoli giardini in zaffiri e diamanti fioriscono sulla superficie cabochon delle pietre principali. Il Rajahstan è una terra magnifica ma spesso arida, ogni donna ha il diritto di poter indossare il proprio piccolo o grande gioiello-giardino su di sé. Il tradizionale cordone in seta regolabile sulla nuca è qui un torchon in oro bianco con nappe terminali in diamanti e zaffiri, dettaglio raffinatissimo per valorizzare le scollature sulla schiena. Il vero coup de théâtre però è l’assoluta e perfetta reversibilità di questo collier che sul lato opposto è di un nitore assoluto rivelando l’uso, per le medesime gocce, del prezioso marmo bianco Makrana, lo stesso utilizzato alla metà del ’600 per la costruzione del favoloso Taj Mahal di Agra, qui abbinato alla luce algida dei diamanti, quello centrale a taglio kyte è di oltre sei carati.

Boucheron rinnova in collezione la propria tradizione per i gioielli animalier con un magnifico bracciale semirigido che ritrae un divertente perroquet, spesso amata mascotte all’interno dei favolosi giardini delle corti indiane, con occhi e piumaggi in zaffiri e diamanti, il corpo principale in marmo bianco che avvolge così morbidamente il polso. La città-fortezza di Nagaur ispira invece il raffinatissimo collier a sette giri di perle intercalate a rondelle in brillanti, sette è un numero sacro nella tradizione indù, ai quali è appeso un magnifico pendente in cristallo di rocca con ramage floreale in diamanti e nappa terminale in perle.

Al suo interno, con inatteso tocco fiabesco, la sabbia del Deserto di Thar, non lontano dalla città, lega il gioiello alla terra che lo ha così squisitamente ispirato. Gli orecchini decisamente Anni ’20 e di gran classe, riprendono la nappa del collier, con terminali e snodi in pavé di diamanti.

La delicata e femminile parure Mendhi è tutta in diamanti montati sui tradizionali motivi a foglia di mango, che riprendono i tatuaggi all’hennè con i quali si decorano mani e caviglie delle più sontuose spose rajasthane la vigilia del loro matrimonio. La fantasia è libera di viaggiare, sognante, in una delle più belle e affascinanti regioni dell’India: grazie alla maestria e al talento creativo di Boucheron e dei suoi insuperabili artigiani il mito si trasforma così in gioielli raffinati, spettacolari e sublimi.

Testo di Adriano L. Davoli

In collaborazione con le riviste di moda, Collezioni: www.collezioni.info