Un articolo pubblicato sulla rivista Behavioral Ecology descrive una ricerca sull'influenza degli esseri umani sui comportamenti di animali di piccola taglia prevalentemente carnivori. In particolare un gruppo di scienziati ha indagato su quanto animali come tassi, procioni e volpi hanno imparato a temere gli umani considerandoli superpredatori più temibili di grossi carnivori.

Questa ricerca è stata condotta da Liana Zanette e Michael Clinchy della Facoltà di Scienze della Western University in collaborazione con il biologo David Macdonald della Wildlife Conservation Research Unit (WildCRU) dell'Università di Oxford e altri scienziati.

Nonostante il fatto che gli esseri umani abbiano invaso in maniera sempre maggiore tutti gli ecosistemi, ci sono poche ricerche che analizzano le conseguenze sui comportamenti degli animali che li occupavano. Spesso viene dato per scontato che almeno i mammiferi siano riusciti ad adattarsi alla presenza degli umani e che si sia creato un nuovo equilibrio tra carnivori di piccola taglia e umani analogo a quello che c'era con grandi carnivori. L'equilibrio è cambiato anche perché le popolazioni di grandi carnivori tipicamente si riducono a causa degli umani.

In realtà, secondo questa ricerca, l'influenza degli umani sui comportamenti dei carnivori di piccola taglia è soprattutto negativa perché vengono percepiti come superpredatori. La conseguenza è che gli umani suscitano una paura forte e continua su diverse specie, la cui vita viene alterata solo per la presenza umana, senza contare i danni diretti inflitti agli ecosistemi.

Per stabilire quale sia il livello di paura nei confronti degli esseri umani, i ricercatori hanno fatto un esperimento con il tasso europeo, conosciuto anche come tasso comune, (specie Meles meles) che vive in Gran Bretagna. In particolare, lo studio ha riguardato i tassi che vivono nell'area di Wytham Woods, vicino a Oxford.

Il tasso europeo è stato scelto perché si tratta di una specie di carnivori che è stata oggetto di caccia da parte degli esseri umani da tempo immemorabile. In Gran Bretagna oggi i tassi sono protetti dalla legge, tuttavia non tutti la rispettano perciò per questi animali gli umani sono ancora predatori.

Utilizzando un sistema di altoparlanti nascosti, i ricercatori hanno fatto sentire ai tassi rumori tipici di varie specie di predatori: orsi, cani, lupi ed esseri umani. Le reazioni dei tassi sono state nettamente superiori sentendo voci di umani in conversazioni o mentre leggevano da un libro.

Sentire voci umane è stato sufficiente per la maggior parte dei tassi per tenersi lontani dall'area. I pochi che si sono avventurati nelle vicinanze degli altoparlanti per mangiare l'hanno fatto frettolosamente. I tassi hanno mostrato un livello di prudenza inferiore quando sono stati trasmessi versi di predatori con un numero maggiore di essi che comunque si è avvicinato per mangiare trascorrendo un tempo più lungo.

In sostanza, una manifestazione della presenza umana banale come la voce è risultata sufficiente a destabilizzare i comportamenti dei tassi. Ciò significa che oltre ai danni arrecati agli ecosistemi in maniera diretta, gli umani possono creare problemi a varie specie di animali terrorizzandoli. Per varie specie gli umani sono superpredatori da cui hanno imparato a stare alla larga e ciò va tenuto presente nelle politiche di salvaguardia delle specie selvatiche.

Liana Zanette e Michael Clinchy hanno già partecipato nel passato a varie ricerche scientifiche riguardanti problemi legati a prede e predatori. Si può quindi dire che si tratta di specialisti del settore ed è proprio per questo motivo che hanno partecipato anche a questa ricerca sul rapporto tra piccoli carnivori e umani. È un approccio nuovo a queste ricerche perciò andrà approfondito, ma i primi risultati sono inquietanti per la percezione degli umani mostrata da animali come i tassi.