L’America esiste come Mito a condizione che la Fenice del Confine sempre rinasca
(Aldo Pioli, Diario del Diario)

Non rinuncio ad alzarmi ad andare
Verso quel posto che si sposta quando mi sposto
La meta che scompare quando mi ci accosto
(Jovanotti, Melagioco)

Alle ore 15 del 10 maggio 1939: Marte è fascista!
(Corrado Guzzanti, Fascisti su Marte)

La principale obiezione alla teoria geocentrica è quasi una battuta: e dopo cosa c’è? Si cade nell’abisso?
Questa provocazione cela una questione importantissima, anzi veicola La Questione di ogni filosofia della scienza: il rapporto fra Infinito e Finito, Sistema/Extrasistema, misurabile e incommensurabile, Pieno/Vuoto, cioè la questione del Limite.

Gli antichi romani ritenevano il limite una delle loro divinità: Terminus. Oggi sorge la Stazione Termini dove un tempo si venerava il Limite. Sia che noi consideriamo l’universo grande 13 miliardi di anni-luce oppure esteso poche decine di migliaia di kilometri, sia che consideriamo la Terra vecchia di 13 miliardi di anni (curiosa questa passione per il 13!) oppure anziana di poche decine di migliaia di anni, la Domanda ritorna sempre: e dopo 13 miliardi di anni luce più un metro cosa c’è? E 13 miliardi di anni e mezz’ora fa cosa succedeva? E un minuto prima del Big Bang? Altra anomalia: il rifiuto ideologico di considerare vie alternative di spiegazione.

Esempio: non potrebbero essere state le grandi eruzioni vulcaniche preistoriche ad alterare le datazioni fatte con il decadimento nucleare del carbonio? Se misurate le erbacce ai lati dell’autostrada vedrete che hanno una datazione al carbonio che le mostra antiche di centinaia di anni! E se i fossili fossero veramente di derivazione alluvionale secondo il racconto del Diluvio? La lava inoltre non può cristallizzare in modo geometrico, esagonale (“le foreste pietrificate”) e si limita a incendiare e non a preservare flora e fauna; ma una quantità di acqua immensa che si abbatte in poco tempo potrebbe produrre effetti simili alla pietrificazione!

Premesso che il “Big Bang” è una teoria assolutamente creazionale e non certo di tipo evoluzionistico, fu non a caso inventato da un sacerdote cattolico, Georges Lemaitre, siamo costretti a ricordare che non vi sia alcuna prova scientifica a suo favore ma un solo indizio dato dal fondo generale di microonde che si rivela ovunque ci sia luce, cioè ovunque arrivi, fino ad oggi, la misurabilità umana. Un po’ poco! Sarebbe come dire che il cielo è tutto azzurro, omogeneamente, e quindi questo prova che deriva da un unico punto azzurrissimo che tanto tempo fa esplose! Molto poetico ma pochissimo scientifico! L’idea teologica del Big Bang è stata poi usata quale idolo evoluzionistico come se la materia si potesse auto-organizzare spontaneamente, in modo da ridurre a postulato (da dimenticare) l’idea imbarazzante della creazione.

L’evoluzionismo è suggestivo perché si fonda su di un antico archetipo: la Terra sferica e caldissima nel profondo. La “sfera” è un modello filosofico, platonico, che ha sempre simboleggiato la perfezione divina, forma amata anche dal pensiero ermetico-alchemico che influenzò Copernico e Keplero. Siccome più scendiamo sottoterra più sale la temperatura (e ancora oggi non ne conosciamo il motivo avendo trivellato non oltre soli 14 miseri kilometri) allora è archetipicamente intuitivo (e molto uterino) che il centro della Terra debba essere un nucleo infuocato! Come la Terra così tutti i corpi celesti. Così ragionava Galileo: per “analogie terrestri” e applicando al cielo una geometria del tutto piana e geocentrica, senza alcuna curvatura! Tutta la teoria della genesi delle stelle si fonda su questa applicazione allo spazio di un archetipo terrestre: al centro il fuoco, sopra il peso di una massa. Ma se immaginiamo una massa informe di atomi di idrogeno non è dimostrabile in base a quale legge si debbano per forza organizzare in senso sferico, accumulativo. Se questa massa viene fatta esplodere dal Big Bang non si comprende perché tale immensa massa debba ri-aggregarsi e di nuovo salire di temperatura se si sta allontanando, rarefacendo, raffreddando.

Applichiamo le leggi della termodinamica solo quando ci fanno comodo? Come può poi “allargarsi l’Universo”? Se è Infinito non può allargarsi. Se è finito non può confliggere con l’Infinito! Se l’universo si “allargasse” non andrebbe verso quello che “che non è ancora universo”? Nonsense. Altra questione non evitabile propria del tema del Confine è quella del perché la Terra non cada in caduta libera. Sia che aderiamo al Modello eliocentrico sia che crediamo a quello geocentrico la Domanda resta: cosa impedisce alla piccola Terra di vagare caoticamente o in caduta libera dentro l’immenso Universo? La Terra è un aereo sferico ultrasonico senza motore? Non possiamo risolvere la questione rinviando a qualche magico potere attrattivo (e in realtà ignoto) proprio del Sole, come credeva Galileo, perché dicono che anche il Sole si muova attorno al centro della sua galassia, a sua volta in movimento verso “l’esterno” come ogni galassia. È un rinvio all’infinito che non risolve la questione del perché la Terra non cada nel Nulla o nel Vuoto e serve solo ad allontanare il Confine, provando a far perdere peso alla Domanda stessa.

In diritto ci hanno insegnato che il “recursus ad infinitum” è un sofisma che tenta di eludere il nesso causale. Attorno a Cosa poi gira il nostro sistema solare che sarebbe guidato da un sole lanciato come un proiettile verso il nulla? Perché le galassie dovrebbe girare attorno a un Centro se tutto l’Universo è in espansione? Due moti contrapposti! Non c’è alcuna ragione logica o scientifica che debba costringere masse di semplice idrogeno a organizzarsi in stelle e galassie. Un ammasso di idrogeno resta un ammasso di idrogeno. È solo un modello che viene applicato a corpi diversi dalla Terra elevando la “gravità” da forza fisica apparente e terrestre a inesistente “Legge Massima e Universale” che demiurgicamente sostituisce Dio modellando infinite e perfette sfere!!! Le particelle degli atomi vengono tenute in unità e in armonico movimento da legami elettromagnetici, e non gravitazionali!

Alok Jha, nel suo Il Libro dell’Acqua, riassume la teoria del Big Bang parlando di un punto senza dimensioni che esplose e iniziò a creare lo spazio e il tempo. Sembra il paradosso del “punto senza dimensioni” di aggancio del Pendolo di Foucault (e di qualsiasi pendolo). È evidente che quando si utilizzano queste immagini e si usa questo linguaggio non siamo dentro la scienza ma piuttosto si sta facendo della filosofia e della “teologia dell’idrogeno”. Ma come può esserci una “forza di gravità” prima che sia formato alcun corpo solido e come potrebbe operare dentro una caldissima e informe massa di idrogeno in fase di proiezione a causa dell’immensa esplosione del Big Bang? Siamo in presenza di una classica inversione del nesso causa/effetto: siccome 1) crediamo che le stelle siano sferiche e caldissime allora è vero che: 2) deve essere andata così: la gravità crea divinamente masse sferiche di idrogeno sempre più grandi. Una teoria da “palloni gonfiati”!

Lo stesso Alok Jha ci ricorda che la forza elettromagnetica tra due elettroni è immensamente più forte dell’effetto gravitazionale (che comunque riguarda solo corpi densi terrestri in rapporto con la Terra, non con altro). Più forte di ben un 10x10 ripetuto 39 volte. Un numero incredibilmente grande tanto da poterci far concludere che a livello atomico e subatomico la forza gravitazionale terrestre non esiste, non è di alcun rilievo. Ma anche l’Universo era in condizioni atomiche semplicissime (solo idrogeno) agli inizi secondo la teoria del Big Bang; quindi come poteva operare una “forza gravitazionale” fra protoni ed elettroni liberi? Tutto era solo idrogeno in espansione, e non in contrazione. Newton e la termodinamica ci hanno insegnato che l’energia decade progressivamente.

Come può quindi la nucleosintesi non perdere potenza ma anzi accrescerla raggiungendo temperature e masse sempre crescenti in modo da fondere i nuclei trasformando l’idrogeno in elio e arrivando fino al ferro? La Terra allora è una stella in quanto ci dicono che avrebbe un nucleo di ferro fuso? Il modello eliocentrico/stellare imposto è pieno di anomalie indimostrabili: 1) il moto del Big Bang non si esaurisce mai e regge i moti orbitali 2) una massa di idrogeno caldissimo tende spontaneamente ad aggregarsi in sfere di massa crescente fino a che la pressione della massa verso il nucleo inneschi fusioni nucleari calde (nucleosintesi).

La realtà sembra diversa: il plasma per sua natura è elettricamente quasi neutro e un plasma di idrogeno in espansione non può che diventare sempre più neutro, più freddo, con atomi in allontanamento fra di loro. Non è ipotizzabile altro. Nessun’altra mistica Evoluzione! Le fusioni nucleari non si fanno da sole ma presuppongono una forza esterna che avvicini violentemente gli atomi fra di loro, vincendo la repulsione elettrostatica, e le esplosioni nucleari distruggono sfere di gas (le stelle) non possono reggerle in vita per miliardi di anni come ci raccontano! La Grande Scienza moltiplica a dismisura senza prova distanze stellari e tempi geologici per celare l’imbarazzante assenza di prova dell’evoluzionismo e della “teoria spaziale”. La Nucleosintesi ci vorrebbe farci credere infine che la pressione interna sul nucleo di mega ammassi di idrogeno abbia portato a generare acqua già nelle protostelle!!! Le stelle come rubinetti che eruttano geyser di vapore acqueo caldissimo che poi resta, ghiacciato, a vagare nello spazio freddissimo.

Idea molto fantasiosa, simile a quella degli antichi greci che pensavano che le stelle fossero fatte di fuoco e di ghiaccio! Idee assurde perché se alla distanza di 150 milioni di kilometri la luce solare (che ci dicono essere una stella “piccola”!) è ancora così potente da generare una termosfera attorno alla Terra calda fino a 2000 gradi, come potrebbero le stelle più antiche aver eruttato vapore acqueo dal loro nucleo superando temperature superficiali di migliaia di gradi? Il vapore acqueo secco non può superare i 350 gradi di temperatura secondo il diagramma di stato dell’acqua e può raggiungere tale elevata temperatura solo in presenza di elevate pressioni ma nell’universo degli inizi non c’è atmosfera né pressione, e non si tratta di un laboratorio scientifico!

L’elettrolisi ci dimostra che bastano basse correnti elettriche per scomporre l’acqua in idrogeno e ossigeno quindi di fronte alla grandissima energia del Big Bang e alle altissime temperature delle stelle come potrebbe formarsi acqua dalla nucleosintesi stellare, ammesso ma non concesso che sia possibile? Ghiaccio stellare ma non ossigeno? Con tutti i raggi cosmici che attraversano il ghiaccio spaziale non si libera ossigeno? Eppure sulla Terra c’è naturalmente la fotolisi che scinde idrogeno e ossigeno dall’acqua con la semplice cara e debole luce solare! Gli antichi ritenevano che l’Universo fosse pieno di una sostanza luminosa chiamato etere, la prima creatura creata da Dio in Genesi: la Luce prima di ogni altra luce, prima delle stelle e del sole. Questo pensiero era ancora vivo due secoli fa tanto da essere riportato ancora nella “Storia sacra” di San Giovanni Bosco, una sorta di sintesi della Bibbia per l’educazione scolastica, utilizzata fino agli anni 50’ in Italia. Le microonde che riempiono l’universo non sono pure presenti quale componente non visibile della nostra quotidiana luce solare?

Gli antichi credevano, da Eudosso a Dante compreso, che ogni pianeta ruotasse con un suo cielo sferico di etere, emanante suoni. Non ha scoperto la scienza che dallo spazio giungono suoni sulla Terra? Non hanno scoperto una “pellicola spaziale” che devia gli elettroni in uno strato molto vicino alla Terra? Le microonde spaziali non possono vedersi quale sottile luce/suono che avvolge tutto, come l’etere?