E' di certo uno di quegli appuntamenti da non perdere, e da includere in quel repertorio della musica jazz, quale espressione di un inesauribile fascino e di una grande maestria.

Nella sua unica data italiana, in un’inconsueta anteprima d’inverno di New Conversations – Vicenza Jazz XX edizione, Kenny Garrett Quintet - il gruppo è costituito dallo stess Garrett, Vernell Brown (pianoforte), Corcoran Holt (contrabbasso), Rudy Bird (percussioni), McClenty Hunter (batteria) – calcherà in un concerto il palcoscenico del Teatro Comunale di Vicenza martedì 17 febbraio alle 21.00.

“Amo la sfida che comporta l'essere ricettivi sia nei confronti della musica che della vita in generale”. Ebbe a dire così qualche tempo fa in occasione di un'intervista a fine concerto, il jazzista americano, di certo uno dei solisti più rappresentativi e originali della scena jazzistica mondiale, l’ultimo ad essersi cimentato con grande slancio e creatività con il repertorio coltraniano. Ed è senz'altro uno degli interpreti di maggior spicco del movimento che, a partire dagli anni Ottanta, si è rifatto alla più autentica tradizione del be-bop e dell’hard-bop. Garrett ha avuto, nella sua carriera, numerose nomination ai Grammy Awards, un premio che ha vinto con la Five Peace Band.

Metodico, rigoroso, Garrett è anche l'artista che diventa versatile e duttile. Ma nel suo stile non mancano le improvvisazioni che sorprendono, e che coinvolgono il pubblico in un crescendo senza limiti. Nato a Detroit il 9 ottobre del 1960, Kenny Garrett ha esordito nel 1978 con la Duke Ellington Orchestra, sotto la direzione di Mercer Ellington (figlio di Duke): oltre tre anni che hanno ampiamente contribuito alla formazione del sassofonista, come ben dimostrano le sue collaborazioni immediatamente successive. Prima di lanciarsi nella carriera da leader, Garrett infatti viene chiamato da Mel Lewis, Art Blakey, Freddie Hubbard, Woody Shaw. Ma la fama del sassofonista è anche legata indissolubilmente alla sua quinquennale partecipazione alla band di Miles Davis: un periodo esaltante che ha consacrato Garrett come una star di prima grandezza sulla scena jazzistica mondiale.

Ancora giovanissimo, Garrett sfonda anche come leader: il suo primo disco da solista è del 1984 (Introducing Kenny Garrett, per la Criss Cross), lavoro seguito da altre fortunate pubblicazioni per la Atlantic e la Warner. L’attività da solista non ha interrotto le sue collaborazioni d’alto profilo: McCoy Tyner, Pharoah Sanders, Brian Blade, Marcus Miller, Herbie Hancock, Ron Carter, Elvin Jones, Mulgrew Miller. Tra il 2008 e il 2009 Garrett è stato impegnato con la Five Peace Band, al fianco di Chick Corea, John McLaughlin, Christian McBride e Vinnie Colaiuta: il cd dal vivo che documenta questa esperienza ha vinto un Grammy Award.

Il concerto vicentino è, di fatto, l'anteprima dell’edizione 2015 del Festival Jazz, che avrà per tema Vent’anni di Suoni, Ritmi, Visioni. E non cade casualmente la scelta su di un sax tenore, energico e coinvolgente, come Kenny Garrett, quale motivo concreto per testimoniare come Vicenza Jazz sia luogo d’incontro felice tanto per i più autorevoli ed emozionanti interpreti del mainstream jazzistico, che per le generazioni di sperimentatori sonori. Proprio in questo senso il Teatro Comunale di Vicenza apre le porte in anteprima al quintetto di Kenny Garrett, solista vulcanico, fautore di una musica dall’irresistibile pulsazione ritmica, sicuramente uno dei sassofonisti più influenti a partire dagli anni ’90.

Forma, suono, gestualità, sono le linee guida, gli stilemi di una musica e di un'impronta su cui ha fondato il proprio quadro musicale, e da cui affiora un intenso lirismo da cui si sprigionano energie e dinamiche sotterranee, contaminazioni diverse che sono la cifra e il codice del suo registro musicale, di una poetica in continuo movimento. Ma la musica jazz di Kenny Garrett è anche una condizione “muscolare e coinvolgente”, come testimoniano i suoi concerti che diventano un bagno di note fantastiche e sfrenate in un’atmosfera in clima pop-rock, e con un pubblico letteralmente chiamato a ballare sotto il palco, in un connubio empatico e di assoluto coinvolgimento musicale, tale da rendere l'atmosfera ancor più magica e vibrante, una forma musicale diretta per eccellenza, qualcosa che esce dal sonoro per entrare dentro e... oltre.