E’ dedicata a Puccini e al suo capolavoro più amato, La Bohème (in scena al Teatro Alighieri 9, 12 e 14 dicembre), la Trilogia d’autunno che concluderà la XXVI edizione di Ravenna Festival. All’opera farà seguito il “divertimento alla bohémienne” dal titolo Mimì è una civetta, originale rivisitazione dei temi pucciniani in scena in prima il 10 dicembre (con replica il 13 e il 15 per le scuole). Il terzo appuntamento della trilogia (11 dicembre al Palafiera di Forlì) è un unicum in senso assoluto: un “Recital pucciniano” che Riccardo Muti, assieme ai soprani Anna Netrebko e Eleonora Buratto, e al tenore Yusif Eyvazov, dedicherà a Don Dario Ciani, fondatore della Comunità di Sadurano, recentemente scomparso.

La vicenda della fragile Mimì torna sul palcoscenico ravennate nel nuovo allestimento ideato da Cristina Mazzavillani Muti e coprodotto con i Teatri di Vilnius, Piacenza e Novara. La regista, dopo le trilogie verdiane degli anni passati, continua a percorrere le strade dell’high-tech con scene virtuali e proiezioni capaci di guidare il pubblico attraverso paesaggi visionari, in questo caso ispirati all’inesauribile fantasia onirica dell’opera di Odilon Redon. Il pittore francese, parte della grande costellazione Simbolista in cui brillano Gustave Moreau, Paul Gauguin, Stephane Mallarmé, seppe profondere persino nel più banale dei soggetti pittorici – i fiori – le metamorfosi indotte dalla memoria e dall’immaginazione. Questa duplicità e complessità di visione, che apre abissi tra i petali di un fiore o fra le ciglia d’una palpebra, trova la propria naturale eco nella percezione di Cristina Muti, per la quale Bohème non ha nulla di farsesco o lezioso, ma è piuttosto “intrisa di uno spirito ironico, disincantato e a tratti anche feroce e impietoso. [...] E laddove c’è lo scherzo sento il beffardo, dove c’è il farsesco avverto la cattiveria sottile. Dove c’è il pianto sento l’urlo e dove c’è amore intravedo invece incomprensione, mentre dove c’è amicizia sento anche incomunicabilità”.

Il collaudato team creativo che la affianca da anni (Vincent Longuemare per le luci, Davide Broccoli video programmer e Alessandro Lai per i costumi) si arrichisce con la collaborazione dell’innovativo videomaker David Loom già distintosi sulla scena della video art con lavori dal tratto estremamente personale e tecnicamente molto avanzato. L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini (fondata da Riccardo Muti) e un altrettanto giovane cast vocale, frutto di un lungo percorso di audizioni, saranno diretti da Nicola Paszkowski.

Pervade questa trilogia la consapevolezza dell’ancor oggi sottovalutata influenza di Giacomo Puccini sul linguaggio musicale del Novecento, vale a dire la sua capacità di assimilare stili ed espressioni delle diverse correnti musicali europee in un nuovo linguaggio capace di raccontare storie che sono entrate a far parte del nostro immaginario. Così La Bohème è una porta che si apre verso il domani, che è già pieno Novecento, che conduce a Prokof’ev e a Berg, fino a Stravinskij e più oltre, al musical, a Gershwin, a Cole Porter, a Bernstein... c’è un debito generale nei confronti di Puccini da parte di tanta musica del Novecento, sonorità e atmosfere che riemergono come vere colonne sonore nelle musiche dei film e nel musical theatre.

Il passo successivo – l’intreccio delle melodie pucciniane al rock, al pop, al gypsy jazz, al popular - lo offre dunque la stessa profondità e inesauribile ricchezza della scrittura di Puccini. Arriva così sul palcoscenico del Teatro Alighieri Mimì è una civetta, innovativo e temerario progetto di rivisitazione e riscrittura di Bohème, ideato e fortemente voluto dalla stessa Cristina Muti. Questa prima assoluta è stata commissionata dal Festival al giovane e versatile musicista Alessandro Cosentino che in quest’occasione ha fuso diversi orizzonti musicali nel rispetto delle tonalità e tessiture originali dello spartito di Puccini. La band, in palcoscenico, sarà arricchita dalla partecipazione straordinaria del virtuoso della fisarmonica Simone Zanchini e dall’eclettismo jazz della tromba di Fabrizio Bosso; mentre la regia e alle coreografie sono affidate al newyorkese Greg Ganakas, figura carismatica del musical theatre americano. Ruotando attorno alla celebre accusa “Mimì è una civetta” con la quale Rodolfo nel terzo atto giustifica la sua intenzione di separarsi dall’amata, questo divertissement à la bohémienne si avvicina alle sonorità del millennio in corso - non in un antagonismo tra opera lirica e musical, ma con i tratti di una ricerca dell’opera lirica dentro il musical o, per proprietà transitiva, del musical dentro l’opera lirica.

A venti anni esatti dallo storico concerto al fianco di Luciano Pavarotti, offerto a sostegno della Comunità di Sadurano, Riccardo Muti dedicherà al suo fondatore un concerto che lo vedrà nuovamente esibirsi al pianoforte per presentare alcune pagine tratte dalle più celebri opere di Puccini (Tosca, Madama Butterfly, La Bohème, Manon Lescaut e Turandot) assieme a una delle più acclamate cantanti liriche dei nostri giorni, il soprano Anna Netrebko, il tenore Yusif Eyvazov e il giovane soprano Eleonora Buratto. Il concerto consentirà di raccogliere fondi destinati a iniziative di solidarietà ispirate da Don Dario Ciani che per tutta la vita ha portato avanti progetti di aiuto, assistenza, inclusione sociale e integrazione, in particolare con i detenuti della Casa Circondariale di Forlì, aprendo la comunità al carcere e costruendo un luogo di accoglienza e profonda umanità sul colle di Sadurano.

Programma:
9 dicembre Teatro Alighieri – La Bohème
10 dicembre Teatro Alighieri – Mimì è una civetta
11 dicembre PalaCredito di Forlì – Recital pucciniano
12 dicembre Teatro Alighieri - La Bohème
13 dicembre Teatro Alighieri – Mimì è una civetta
14 dicembre Teatro Alighieri - La Bohème
15 dicembre Teatro Alighieri – Mimì è una civetta (matinée per le scuole)