Oggi vi raccontiamo i Petramante, tra musica, cibo, vino e sentimenti.

WSI: Perché questo nome e cosa è Petramante?
P: Petramante è solo un nome, il suono di questa parola evoca cose che toccano verticalmente sia la terra che il cielo. Siamo un gruppo e lavoriamo principalmente attorno a un’anima cantautorale, ma ognuno apporta preziose energie che vengono sviluppate anche grazie a progetti individuali.

WSI: Nel 2009 è uscito il vostro primo album_ È per mangiarti meglio_, raccontateci la storia di questo disco.
P: Il nostro primo disco rappresenta molte cose. È stato un punto di partenza, ma è servito anche a chiudere una fase. Quando concretizzi anni di lavoro in un album poi ti è più chiaro mettere il punto e andare avanti. Capire dove vuoi andare e qual è il senso di ciò che stai facendo. Abbiamo avuto la possibilità di suonarlo a lungo in tutta Italia e all’estero, ed è stata un’esperienza significativa per ognuno di noi. Poi ci siamo fermati per scrivere un nuovo disco.

WSI: Nel 2010 realizzate un’estensione dell’album È per mangiarti meglioVideo/Corso di cucina casalinga musicato, un progetto interessante che fonde musica e cucina. Come si articola? Quali ricette presentate? Cosa è il cibo per voi?
P: Abbiamo fatto un esperimento divertente partendo dal presupposto che tra le nostre passioni ci sono sempre stati cibo e vino. Il progetto è partito filmando a casa la realizzazione di ricette a cui si abbinava una canzone del disco. Poi si è sviluppato e siamo entrati nelle cucine dei ristoranti, grazie a chef che si sono prestati a giocare con noi.

WSI: È vero che siete anche produttori di vino, il vino Petramante appunto?
P: Sì, per qualche anno, grazie alle competenze tecniche e alla passione di Maurizio, abbiamo prodotto un vino a cui abbiamo dato il nome del gruppo. So che siete tra i gestori del locale Magazzino delle Idee a Orvieto, che tipo di eventi propone e come riuscite a promuoverlo? Il Magazzino è una piccola e splendida realtà presente da un paio d’anni a Orvieto. È un’associazione culturale che si sostiene grazie alla gente che partecipa e ama il locale. Riusciamo a organizzare eventi e mostre, e a promuovere musicisti che vengono da tutta Italia e dall’estero, e che siamo felici di accogliere e ascoltare.

WSI: Il vostro rapporto con l’Umbria, quanto è difficile ricavarsi uno spazio, in particolare a Orvieto, città molto particolare da questo punto di vista?
P: Ogni luogo è particolare, per un motivo o per l’altro, ma come musicisti cerchiamo di guadagnarci spazi diversi da quelli fisici. Certo è che l’Umbria ha tratti particolari e forti, che amiamo profondamente, ed è un peccato che non sia noto a tutti quanto fermento ci sia in queste piccole cittadine.

WSI: I progetti futuri a breve e lungo termine?
P: Abbiamo appena terminato la registrazione del nuovo disco, prodotto da un artista che abbiamo sempre amato, Paolo Benvegnù. Questo lavoro uscirà a gennaio per Martelabel, l’etichetta che ci ha seguiti anche nel primo disco. È stata un’esperienza totale, che ha tirato fuori i lati ancora inespressi del nostro suono.

WSI: Il vostro rapporto con il pubblico e qualche commento che vi è rimasto impresso?
P: C’è un amore ricambiato, si incontrano sempre persone interessanti ed è un piacere scambiare punti di vista sulle cose che si fanno. L’arte tutta, alla fine, è scambio.

WSI: Tra le canzoni che mi hanno colpito_ Implodo, _Io sono una briciola, È ferragosto, di cosa parlano e quale vi rappresenta di più?
P: Queste canzoni, contenute tutte nel primo album, ci rappresentano tutte, in egual misura. Implodo racchiude la complessità di sentimenti che si ha per un genitore che ci abbandona, Io sono una briciola è una canzone in cui si chiede alla persona amata di sopravvivergli, È ferragosto descrive l’immobilità degli stati d’animo quando ci si sente senza legame con le cose che avvengono intorno.