Valentino Zucchetti, nato a Calcinate, inizia il suo training all’età di quattro anni. A undici si trasferisce a Milano per studiare alla scuola del Teatro alla Scala. A 16 gli viene offerta la possibilità di studiare alla Royal Ballet Upper School, con la quale vince la Genée International Ballet Competition, nel 2006, e il Solo Seal Award nel 2007. Durante l’ultimo anno di studi crea lui stesso il proprio ruolo in Tre Dialoghi di Christopher Hampson. Successivamente si unisce al Balletto di Zurigo e si trasferisce presso il Norwegian National Ballet, nel 2009. Torna al Royal Ballet nel 2010, dove diventa Solista nel 2012 e primo solista nel 2014. Come coreografo ha creato ruoli per: Carlos Acosta, Kim Brandstrup, David Dawson, Alastair Marriott, Liam Scarlett, Heinz Spoerli e Christopher Wheeldon; nonché pezzi per i Draft Works del Royal Ballet. Nel 2013 si è occupato della coreografia di Orbital Motion per il New English Ballet Theatre.

Abbiamo scambiato due chiacchiere con lui per saperne di più sulla sua carriera di danzatore e coreografo e per scoprire i progetti futuri. Ecco cosa ci ha risposto.

Puoi dirci qualcosa in più sugli inizi della tua carriera come danzatore e su come sei entrato a far parte del Royal Ballet?

Dopo il mio training scolastico, iniziato all’età di quattro anni in una scuola locale, sono passato alla scuola della Scala e successivamente al Royal Ballet anche se l’allora direttore Monica Mason non era ancora convinta delle mie capacità e così ho passato due anni al Balletto di Zurigo. Nel mentre ho continuato a mandare video a Monica, poiché ero certo che un giorno sarei tornato a Londra, mi vedevo appieno in questa compagnia e pensavo che il loro repertorio mi avrebbe fatto diventare il danzatore che sognavo, per cui ho continuato a provare per ottenere un’altra audizione. Dopo due anni di tentativi, Monica è rimasta impressionata dai progressi fatti a Zurigo e voleva propormi un contratto ma, all’epoca, non ne aveva di disponibili per cui ho effettuato un ulteriore trasferimento a Oslo dove ho passato una bellissima stagione prima di unirmi al Royal Ballet.

Quali pensi siano le tue maggiori fonti di ispirazione come danzatore?

Ho iniziato così giovane che posso dire che il balletto è sempre stato un amore totalizzante per me, è stato una sorta di chiamata, quindi penso sia per me la forma più confortevole di espressione personale. Il bisogno di portare in scena emozioni attraverso il movimento e recitare parti diverse sul palco mi motiva nel portare avanti questa carriera così difficoltosa.

Ci sono dei ruoli che hai sempre sognato di interpretare e perché?

Ci sono molti ruoli che mi piacerebbe danzare, quali il Romeo di MacMillan, ed è problematico Principe Rodolfo di Mayerling, l’Onegin di Cranko o Le Jeunne homme et la mort di Petit. Tutti questi ruoli sono molto complessi dal punto di vista emotivo, forse i più impegnativi per un danzatore, ogni volta che torni a interpretarli puoi raggiungere un altro livello di pensiero e interpretazione, sono come viaggi che non finiscono mai davvero e si sviluppano in modo parallelo al tuo sviluppo personale.

Preferisci il balletto classico o la danza contemporanea?

È una domanda molto ampia ma posso dire che apprezzo le caratteristiche migliori di entrambi: ci sono balletti buoni e meno buoni e così succede anche nel contemporaneo. C’è poi la questione di ciò che mi piace interpretare e ciò che mi piace osservare, poiché le trovo due esperienze molto diverse. Mi piacciono entrambi gli stili, anche se ho ballato molto più classico, ci sono coreografi contemporanei con i quali ho lavorato che hanno davvero lasciato un segno sul mio modo di muovermi sul palco. Mi piace guardare il balletto o qualsiasi tipo di performance che sia evocativa, coerente dal punto di vista coreografico, ben costruita nei tempi teatrali e musicali, per cui ogni tipo di performance che risponde a questi requisiti ha la mia attenzione.

Ci sono altri progetti, a parte il balletto, a cui stai lavorando?

Sono anche un coreografo, così – quando ho tempo – e la gente mi approccia in questo senso, nascono dei progetti anche in quel campo. Al momento sto lavorando con Sergei Polunin e la sua squadra per il Project Polunin che riguarda diversi aspetti della danza, della moda, del cinema nonché la promozione e la gestione dei danzatori. Non posso ancora direi di più, ma ci saranno grandi novità sia per i danzatori che per gli spettatori e sono molto orgoglioso di farne parte.

In passato hai lavorato ad alcune coreografie, hai qualche progetto avviato in questo senso, al momento?

Sì, sto lavorando a un’opera che debutterà al New English Ballet Theatre qui a Londra a novembre, al Peacock Theatre nel west end. Nonché altri progetti che sono ancora allo stadio embrionale. Mi piacerebbe dedicarmici di più perché mi appassiona davvero molto la coreografia, mi dà un tipo di soddisfazione totalmente diversa rispetto alla danza.

Danzerai anche fuori Londra in futuro?

Il Royal Ballet terrà quattro settimane di performance in Giappone quest’estate, poi danzerò in Romeo e Giulietta e Giselle. Ho danzato in Cenerentola a Kiev, a maggio, e ho dei gala sia in Italia sia in Colombia durante l’estate.