Ormai i dischi sono un prodotto secondario, una specie di scusa. Lo abbiamo detto già altre volte, è inutile tornarci sopra. Quello che mantiene in vita la musica pop e rock, o meglio le star e i carrozzoni che ci stanno dietro, sono i concerti. In molti casi le esibizioni dal vivo sono l’occasione per mettere a posto i conti e far finta che non siano passati i tempi gaudiosi in cui gli album si vendevano a milionate. Altre volte sono serate per pochi intimi, in un locale brutto e senz’aria, dove però se ti dice bene il gestore ha un briciolo di buongusto e non ti spilla pezzi da cento come fossero biglietti da visita. Poi ci sono realtà benedette, in cui la possibilità di fare business si sposa con scelte musicalmente intelligenti, raffinate, attuali.

All’estero, naturalmente. Nei giorni scorsi per esempio c’è stato il conto alla rovescia per l’ufficializzazione del programma del più apprezzato festival indie rock europeo, il Primavera Sound di Barcellona. Ormai sono anni che da lì passa il meglio del meglio della stagione musicale in corso, o di quella precedente o, in alcuni casi, di quella in arrivo. Gli organizzatori stavolta non si sono accontentati di una semplice conferenza stampa o di uno show, e hanno affidato la comunicazione dei nomi in cartellone a un vero e proprio cortometraggio di quasi mezz’ora che potete vedere in calce a questo pezzo.

Alla fine in pochi sono rimasti delusi facendosi stordire dalla parata di band e musicisti che dal 29 al 31 maggio porteranno la folla al Parco del Forum, sede delle prime due giornate (la terza e conclusiva si estende ad altri spazi della città). Fare l’elenco completo è impossibile, a meno di non voler riempire un intero articolo di soli nomi, e allora mi limito a citare quelli che piacciono di più a me, garantendovi che sono un piccolissimo assaggio del menu e dandovi la possibilità di controllare la lista sul sito ufficiale. Giovedì 29 ci sono i Midlake, gli Arcade Fire, St Vincent, i Queen of the Stone Age, Julian Cope e altri quarantaquattro, venerdì 30 suonano i Pixies, i The National, Mick Harvey, i Loop, John Grant, Julia Holter e altri quarantatré, sabato 31 chiusura con Nine Inch Nails, Television (che suoneranno Marquee Moon), Mogwai, Teho Teardo e Blixa Bargeld, Volcano Choir, Connan Mockasin, Caetano Veloso, Kendrick Lamar, Jonathan Wilson e altri quarantadue. Invidio molto coloro che riusciranno a ritagliarsi tre giorni di ferie per andare incontro a tutto questo bendiddio. Naturalmente sarà impossibile ascoltare ogni singola esibizione (stiamo parlando di centoquarantanove gig nei tre giorni) ma chi sarà lì avrà la certezza di godersi moltissime ore della sua musica preferita. Se poi uno volesse arrivare in città il 26 e restare fino al 1° giugno, sappia che ci saranno concerti anche in quelle giornate, portando la durata effettiva del Primavera a un’intera settimana.

Qui in Italia non c’è nulla di simile, ovviamente, e bisogna accontentarsi di quello che passa la conventicola degli organizzatori nostrali. Non mancheranno, come nel 2013, i concerti da non perdere, e neppure i festival zeppi di nomi importanti. Quello che mancherà è una manifestazione di quelle dimensioni che proponga una line-up tarata sul 2014, che non campi quasi esclusivamente di vecchie glorie o di nomi “sicuri”, che da riempiono con certezza le piazze, sacrificando il coraggio e l’originalità.

Fortunatamente qualche segno di vita c’è. Pochi giorni fa è spuntato il primo nome del piccolo ma brillante “Ferrara sotto le stelle”, che si tiene ogni estate a luglio: i The National, già presenti con grande successo nell’edizione 2011 saranno in piazza Castello il 22 luglio. Negli ultimi anni ci ho sentito Bon Iver, e PJ Harvey entrambi reduci da quelli che molti giudicarono i dischi dell’anno, ma anche Soap&Skin, che certo non è nota al grande pubblico e non promette di rifinanziare la manifestazione con i suoi incassi. Naturalmente non dovete necessariamente aspettare l’estate per ascoltare buona musica. I concerti ci sono anche prima che sboccino i fiori. Tra febbraio e marzo sono almeno tre quelli a cui non vorrei mancare: Bill Callahan il 2 febbraio a Bologna (sold out), Sixto Rodriguez il 21 marzo sempre a Bologna (anche questo già pieno dopo i primi due giorni di prevendita) e Jonathan Wilson, che torna in Italia per due date: a Bologna l’11 aprile e a Milano il 13. Ci vediamo in platea.

Per maggiori informazioni: www.primaverasound.es/programacion

Foto:
1. The National
2. John Grant
3. Arcade Fire
4. Conna Mockasin
5. St Vincent
6. Kendrick Lamar