Dopo la cronoscalata di Megeve, Chris Froome ha letteralmente ipotecato il Tour de France 2016 cucendosi addosso la maglia gialla.

Il Chris Froome di quest'anno, può piacere o non piacere, essere antipatico o meno, ma è un Chris Froome diverso. Certo non è sembrato inattaccabile, e il britannico può contare su una squadra davvero eccezionale che lo ha supportato e lo supporta in ogni tappa rendendolo inavvicinabile, ma lui ha dimostrato di aver lavorato con caparbietà e determinazione sui suoi punti deboli migliorando e colmando le lacune.

Così l'edizione 2016 della Grand Boucle ci ha consegnato un Froome fortissimo in salita che si difende senza affanni, un Froome che attacca senza timori in pianura senza affanni coadiuvato dalla corazzata SKY, e un Chris Froome che si inventa re delle discese prendendosi rischi enormi, ma conquistando sul campo quello che riesce ad ottenere. Chi lascia a desiderare sono gli avversari diretti, i rivali che hanno sempre evidentemente avuto paura di perdere terreno, di perdere la posizione. Se si escludono l'Astana e Fabio Aru, sono stati davvero in pochi a provarci fino alle ultime tappe, dov'è sembrato che gli avversari mirassero al piazzamento, più che alla vittoria. Quintana non si è mai visto se non in veste di “succhiaruota” del britannico, Yates e gli altri si sono sempre tenuti coperti per evitare di crollare.

Ma nello sport vince chi osa, e nel ciclismo esiste solo un vincitore, tutti gli altri arrivano dietro. L'essenza del ciclismo, il bello di questo meraviglioso sport in fondo è tutto qui: il coraggio di tanti meravigliosi atleti che sfidano la fatica vera, versando sudore e sangue a fiumi sapendo che il vincitore sarà uno solo, e molti sanno benissimo che a vincere e a indossare la maglia rosa, gialla, o rossa, non saranno mai loro, ma ogni giorno lavorano e si allenano duramente tra mille sacrifici per avere l'opportunità di provarci, di essere della partita.

Questa edizione 2016 del Tour non verrà certo ricordata per lo spettacolo o per le emozioni che non siano legate alle volate condotte dai velocisti, con i meravigliosi Sagan, Cavendish e delle altre ruote veloci e di qualche vittoria conquistata con il cuore da Dumoulin o da Pantano sui Pirenei.

La cronoscalata di Megeve ha solo confermato quello che si è visto fino a questo punto del Tour: Froome asso pigliatutto, davanti allo specialista Dumoulin e a un generosissimo Fabio Aru che, conquistando il terzo posto, ha guadagnato tempo e posizione nella classifica generale. Due tappe sulle Alpi, e poi la passerella di Parigi, forse davvero troppo poco per pensare di strappare la maglia gialla al keniano. Agli appassionati non resta che sperare in un finale dignitoso almeno per il podio, dato che nessuno sembra essere all'altezza del capitano Sky.

Ordine di arrivo:

  1. Froome (Sky)
  2. Dumoulin (GIA) a 21”
  3. Aru (AST) a 33''
  4. Porte (BMC)
  5. Bardet (AG2R) a 42''
  6. De Gendt (SOU) a 1'02''

Classifica generale:

  1. Froome (Sky)
  2. Mollema (TRK) a 3'52''
  3. Yates (ORI) a 4'16''
  4. Quintana (MOV) a 4'37''
  5. Bardet (AG2R) a 4'57''
  6. Porte (BMC) a 5'
  7. Aru (AST) a 6'08''
  8. Valverde (MOV) a 6'37''