Da Kuala Lumpur alle Cameron Highlands

A mano a mano che ci si lascia alle spalle Kuala Lumpur e il trafficato Stato del Selangor, il profilo metropolitano si dissolve per lasciare il passo al paesaggio agreste e dolcemente ondulato del Perak, lo stato soprannominato Land of Grace per la sua bellezza discreta. Rustiche fattorie e sconfinate piantagioni incorniciate da rilievi calcarei, accompagnano il viaggiatore fino a Tapah e Simpang Pulai, le porte d’accesso alle Cameron Highlands, nell’estremo angolo nord-occidentale del Pahang, dove selvagge foreste d’alta quota assediano lussureggianti colline ingentilite dalla mano dell’uomo.

Le Cameron Highlands sono incastonate tra vette che sfiorano i duemila metri, sul crinale della catena del Titiwangsa, la più grande ed esclusiva località di villeggiatura montana della Malaysia. Famosa per le sue piantagioni da tè e per la temperatura gradevole, ha preso il nome dal topografo britannico William Cameron che, per primo, ne tracciò una mappa nel 1885. Il “bel altipiano racchiuso fra più alte montagne”, così definito da Cameron stesso, gli apparve come un paradiso terrestre per la bellezza del territorio, il suolo fertile e il clima fantastico, che non supera mai i 25°C. Quando negli anni Venti le potenzialità agricole della regione vennero rese pubbliche e la strada d’accesso fu completata, ben presto sorsero le prime piantagioni seguite da colonie di contadini cinesi e indiani in cerca di occupazione. Ampi tratti di giungla furono abbattuti e spianati per fare posto ai campi da tè, che diverranno i più grandi della Malaysia. Entrò così nella storia della regione l’allora giovane residente John Archibald Russell, fondatore della Boh Tea Estate, la prima mitica piantagione del paese. I signori dell’epoca elessero subito le Highlands a principale meta di vacanza e sorsero pertanto i primi alberghi e luoghi ristoro. In quasi un secolo di turismo si sono sviluppate moderne infrastrutture alberghiere e sei centri abitati, tuttavia il carattere da belle époque coloniale aleggia sempre sulle Highlands, evidenziato da ordinati poderi, case di campagna in stile Tudor, prati all’inglese e dal Golf Course, in una cornice ambientale rimasta pressoché immutata. L’architettura Tudor impera in altrettanti ville e hotel di recente costruzione. Anche la temperatura notturna che scende fino a 10°C e gli acquazzoni che possono arrivare in qualsiasi stagione e momento, “fanno molto Europa”.

Nei dolci pendii del vasto altopiano collinare, a un’altitudine che varia tra i 1000 e i 1800 metri, oltre al tè, oggi si coltivano orticole, fiori e frutta, come mandaranci e fragole giganti, a livello industriale. Grazie al clima frizzante crescono cavoli, cipolle, lattuga, pomodori e altri prodotti di straordinaria qualità, tipici delle zone temperate. La popolarità delle “terre alte”, dichiarate Wildlife Sanctuary nel 1962, negli ultimi anni si è estesa a livello internazionale e nei fine settimana i visitatori che giungono quassù in cerca di refrigerio sono ormai a migliaia. Da evitare il periodo dell’Hari Raya, del capodanno cinese, del Dipavali e delle vacanze scolastiche di aprile, agosto e dicembre. In caso contrario, conviene prenotare l’alloggio con anticipo e seguire la nuova Simpang Pulai Highway, più ampia e sicura, che consente di entrare nella regione da nord. Il passatempo preferito dei turisti sono ovviamente le passeggiate, favorite dall’aria fresca e da una fitta rete di sentieri numerati, chiamati “Jungle Walk”, che conducono a foreste, cascate, terrazze belvedere, vette montuose, templi, giardini, vivai e piantagioni, dove spesso si viene accolti con una calda tazza di tè in segno di benvenuto.

Il trekking più impegnativo segue il Walk 1 fino alla cima del Brinchang (2031 m), da dove si gode uno stupendo panorama: se la giornata è limpida si vede Ipoh e lo stretto di Malacca. Gli svaghi serali sono relegati alla cena nel ristorante prescelto, con una vasta scelta di cibi cotti al vapore, magari seduti attorno a un caminetto acceso e il maglioncino addosso. Le cittadine di Tanah Rata e Brinchang, distanti tra loro una manciata di chilometri nell’area centrale delle Highlands, ospitano gran parte della popolazione locale e dei turisti, per l’ampia scelta di sistemazioni, luoghi di svago, negozi, servizi ed agenzie specializzate in escursioni nelle aree più interessanti dei dintorni. Gli Orang Asli presenti alle Highlands appartengono al gruppo etnico dei Senoi, molti dei quali lavorano nelle piantagioni da tè. Lungo la via troverete diversi punti con bancarelle allestite da Asli che vendono miele, fiori e frutta di stagione, principalmente durian. Alcuni hanno il proprio insediamento a bordo strada. Fate un break per uno sguardo da vicino, a loro farà piacere. In altre parole, i visitatori che giungono per la prima volta alle Cameron Highlands, resteranno certamente sorpresi dalla moltitudine di cose da vedere e fare, che non hanno eguali nel resto della Malaysia. E’ l’unica regione del paese che raccoglie tante attrazioni in un piccolo territorio delimitato e facile da visitare.

Come arrivarci via Tapah

Le Cameron Highlands (220 km) si trovano subito oltre il confine del Perak, nello stato del Pahang, e sono accessibili soltanto da Tapah (159 km) e da Simpang Pulai, 65 km più a nord, entrambe nello stato del Perak. Più pittoresca e tortuosa la prima, più lunga ma comoda la seconda, terminata solo di recente. Se non andate troppo di fretta, la nuova strada permette di raggiungere le “terre alte” da sud e uscirne da nord, per continuare eventualmente il viaggio verso Ipoh e Penang senza l’obbligo di tornare a Tapah. Chi opta per l’auto a nolo, una volta familiarizzato con la guida a sinistra, non avrà problemi a muoversi per strade ben asfaltate e località indicate da un’efficace segnaletica. Dal centro di Kuala Lumpur seguite Jalan Kuching e i cartelli verdi (come in Italia) che indicano “Ipoh” fino all’entrata in autostrada. La North-South Expressway (NSE - in malese “Lebuhraya Utara-Selatan”) scorre monotona verso nord tra il verde intenso di sterminate piantagioni di caucciù e pepe coltivate ai piedi della catena montuosa del Titiwangsa, che s’innalza sulla destra. Il cartello al chilometro 160 indica Tapah e Cameron Highlands all’Exit 132. Subito dopo il casello (“toll booth”) c’è un semaforo, girate a sinistra e siete già sulla Federal Route n. 59 per le Highlands. “Sempre dritto” per altri 61 km, non si può sbagliare. Se desiderate fare una sosta nell’abitato, Tapah è poco più di un grosso incrocio, ma è un’importante punto di smistamento per gli autobus diretti sulle alture di Tanah Rata, con parecchi ristoranti e alberghi. Per una pausa pranzo, si mangia bene e per poca spesa nel coffee shop cinese del piccolo Utara Hotel in Jl. Stesen 35, la via di fronte alla stazione delle autocorriere.

Da Tapah si inizia presto a salire in quota seguendo la valle del fiume Batang Padang, che scorre sulla destra e il viaggio diventa sempre più piacevole. E’ uno dei tratti più belli della Malaysia, con ampi scorci panoramici sulle colline coperte di giungla primaria. A Batu 7, potete girare a destra per un breve break al Kuala Woh Forest Recreation Park, dotato di area picnic e sorgente d’acqua calda. Poco oltre, a una ventina di chilometri da Tapah, si cominciano a vedere parcheggi e bancarelle con fiori e verdure già molto prima delle Lata Iskandar Waterfall, le magnifiche cascate visibili anche dalla strada. All’entrata del sentiero, sulla sezione circolare di un enorme albero è marchiato a fuoco il benvenuto all’Hutan Lipur (“parco del conforto”) e, appresso, un negozio d’artigianato aborigeno. Non aspettatevi troppa solitudine quassù, questi sono luoghi ricreativi e di villeggiatura amati dai malesi, particolarmente affollati nei fine settimana.

Prima di riprendere il viaggio, si può nuotare nella piscina naturale formatasi alla base della cascata principale, anche se l’usanza malese impone di fare il bagno in maglietta. Sulla sinistra, c’è l’edificio in legno del tipico restoran, coi tavoli sulla balconata panoramica, accanto al piccolo ponte che permette di attraversare il corso d’acqua. Sulla destra, scalini in cemento conducono in cima alla cascata, che scivola lungo un piano roccioso inclinato sui 45 gradi. Dalla cima, un vago e viscido sentiero sale a un’altra cascata, meno imponente, poi a una terza avvolta dal verde della foresta, ideale per fare un bagno in libertà, “senza maglietta”: giusta ricompensa per la scarpinata. Ripresa l’auto, in circa mezz’ora di curve si entra a Ringlet (1070 m s.l.m), il primo villaggio delle Cameron Highlands, non particolarmente interessante, distante ancora 13 km dal centro di Tanah Rata. La strada costeggia poi il lato sinistro del lago creato dall’immensa Abu Bakar Dam, si supera la stupenda casa in stile Tudor del Lakehouse, l’albergo più lussuoso della regione, prima di passare sulla diga e raggiungere l’Habu Power Station, da dove hanno inizio i 10 km più tortuosi e pericolosi del tragitto, percorribili in una trentina di minuti. La stretta striscia d’asfalto sale tra tornanti a gomito e precipizi da brividi; se qualcuno è debole di stomaco è venuto il momento di tenere un sacchetto di plastica a portata di mano, giusto all’occorrenza. Resterete sorpresi anche dalla quantità di grossi camion che procedono lentamente nei due sensi e occorre fare molta attenzione nei sorpassi. Siate pazienti, gli stessi autisti vi faranno segno di passare quando la via è libera. Tenete pure presente che i piloti malesi in discesa spingono le proprie auto a 70-80 km orari: velocità folli e sproporzionate per strade come queste, per cui lasciateli passare. Tutto il tragitto da Tapah è comunque da evitare col buio. A circa metà percorso, è d’obbligo fermarsi nello spiazzo panoramico del Bharat Tea Shop, affacciato sulla vasta proprietà dell’omonima piantagione. Poco oltre la strada riprende a salire fino alla torre dell’orologio digitale, che indica l’ingresso a Tanah Rata (1400 m s.l.m), il centro più importante della regione. In termini di tempo, da Kuala Lumpur occorrono circa 3.15 ore di guida: 1.30 h per Tapah e ancora 1.45 h per Tanah Rata (45 min per le cascate Iskandar + 30 min per Ringlet + 30 min per Tanah Rata). Più le soste.

Centri abitati. Come orientarsi

Le Cameron Highlands urbane consistono in una serie di paesi più o meno grandi, definiti “town”, quali Ringlet, Tanah Rata, Brinchang, Trinkap, Kuala Terla e Kampung Raja, collegati dal saliscendi della Federal Route 59, che da sud a nord taglia l’altopiano in due col nome di Jalan Besar (“strada grande”). La popolazione complessiva conta circa 28.000 anime, dedita perlopiù all’agricoltura, di indole particolarmente pacifica e socievole.

Ringlet e dintorni

Arrivando da Tapah, il primo centro abitato che s’incontra sull’altipiano, a un’altitudine di 1070 metri, è il paesino agricolo di Ringlet, relegato a luogo di transito molto spesso ignorato dai visitatori che hanno fretta di salire alle destinazioni successive, nella parte centrale delle Highlands. In effetti, nell’abitato non c’è molto da vedere, ma il centro è noto per i suoi immediati dintorni, grazie al suolo fertile della Bertam Valley, alle famose piantagioni da tè e alla bellezza dei paesaggi. Le case del perimetro nord si affacciano sul grande lago artificiale creato dalla diga idro-elettrica di Sultan Abu Bakar, che si estende verso nord attorniato per ampi tratti dal verde di una folta foresta tropicale e da panchine in sasso, strategicamente collocate nei punti più suggestivi. La Federal Route 59 scorre sul lato orientale del luccicante specchio d’acqua e lo attraversa passando sulla diga che divide il lago in due. Sulla collina adiacente la diga spicca l’esclusivo The Lakehouse, l’albergo in stile Tudor costruito nel 1972 in un’area nota come “The Valley of Eternal Spring”, da cui si gode un’ampia veduta del lago dall’alto. Venti deliziose suite coi letti a baldacchino, ristorante dai piatti e vini rigorosamente inglesi, tè alle 5 e pub lodge con biliardo e poltrone per un drink davanti al caminetto in sasso, donano l’illusione di essere nella magica Inghilterra dei tempi passati. Tutto l’arredamento è originale dell‘800, compreso lampade a olio e lampadari in ferro battuto e pelle. Rampicanti, siepi di fiori rossi e prati rasati ci conducono in un idilliaco paesaggio alpino, mentre nella parte posteriore della casa un sentiero consente ai clienti di esplorare un interessante tratto di giungla. Tuttavia, l’albergo è isolato a 2 km da Ringlet, ideale per una luna di miele, ma scomodo se non si dispone di un mezzo proprio. In riva al lago, bancarelle ricolme d’ortaggi freschi e terrecotte del Kampung Kerayung, occupano i lati della strada all’ingresso della diga. Sulla sponda opposta, invece, trovate un grande vivaio di fiori e subito appresso la centrale elettrica di Habu, il cartello indica a destra la bella stradina panoramica che in 6 km sale a un’altitudine di 1400 m, dove risiede l’edificio maestro della Boh Tea Estate, la prima storica piantagione di tè del paese, fondata dal giovane residente britannico John Archibald Russell nel 1929. Aperta al pubblico tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 9 alle 16 i turisti vengono accolti con una tazza di buon tè e dolcetti prima della visita guidata gratuita di un’ora, volta a illustrare, con l’ausilio di un video introduttivo, le varie fasi della coltivazione.

Nei giorni di festa, auto e pulmini carichi di turisti giungono a ogni ora e i “tour show” si susseguono ogni 60-90 minuti. A differenza delle altre tre aziende, dove si svolgono tour più brevi riservati ai gruppi organizzati, qui vengono mostrati tutti i passaggi lavorativi al completo - dalla raccolta delle foglie al confezionamento finale - e può parteciparvi chiunque. Al Boh Shop trovate inoltre un vasto assortimento di tè, cartoline postali, teiere, tazzine e souvenir. Tuttora amministrata dalla famiglia Russel, la Boh Estate rappresenta un’istituzione delle Highlands ed è tra le più belle piantagioni della regione, facilmente raggiungibile anche in taxi da Ringlet (9 km). Circa a metà percorso della trafficata striscia d’asfalto che da Habu porta al bianco edificio della Boh, sulla sinistra trovate una piccola fattoria di ortaggi in angolo con la stradina che in 1 km sale alla ventosa Robinson Power Station. Da qui, in un’ora di scoscesa salita a piedi, si arriva alle Robinson Falls e da lì a Tanah Rata, ma è molto meglio raggiungere le cascate seguendo il sentiero alternativo 9A, più lungo ma meno ripido e pericoloso. Per visitare l’altra importante azienda del tè nel distretto di Ringlet, da Habu si segue per altri 3-4 km la via principale per Tanah Rata fino al piazzale del Bharat Souvenir Shop, da dove si gode una stupenda veduta dall’alto della Bharat Tea Estate, la seconda per estensione della Malaysia, produttrice del marchio “Cameron Valley”, diventato sinonimo di squisitezza.

Tanah Rata

Tredici chilometri a nord di Ringlet, a un’altitudine di 1400 m, si apre la spianata su cui sorge Tanah Rata (“Terra Piana” in malese), capoluogo amministrativo delle Highlands, con circa 7000 abitanti d’etnia prevalentemente cinese e indiana. La cittadina è poco più di un’unica strada, la vivace Jalan Besar, comunemente detta Main Road, circa seicento metri sui quali riversano gran parte di hotel e ristoranti, pasticcerie e drogherie, oltre alle stazioni di bus e taxi, all’ospedale e alle principali attività commerciali (negozi, mercato, banche, agenzie di viaggio). A renderla il più affascinante centro della regione contribuisce l’armonica architettura delle shophouse cinesi, mentre la visione di nuovi condomini a dieci piani tenderebbe a smorzare ogni entusiasmo. A Tanah Rata si concentra la maggior parte del turismo, grazie al vasto assortimento di alloggi per tutte le tasche, alla comodità dei servizi e alla vita vagamente mondana che inizia subito dopo il tramonto, coi tavoli di caffetterie e ristoranti allineati sui marciapiedi e il classico passeggio serale. Uno dei passatempi preferiti dai malesi è quello di bere teh tarik, tè servito con latte e vaniglia bevuto freddo o tiepido, e mangiare roti chanai, pane indiano intinto nella salsa di curry, seduti all’aperto. Qui alle Highlands, oltre al piacere dell’aria fresca, si è aggiunta la peculiare specialità del “roti alle fragole” e di altri prelibati stuzzichini che intrattengono il palato dei vacanzieri fino a notte fonda. Tanah Rata è la base ideale per i numerosi sentieri che iniziano dai suoi dintorni: qui si svolge, tra agosto e settembre, il tanto atteso Flower Festival. Per contro, durante il giorno si assiste a un intenso e rumoroso viavai, quasi perpetuo, di bus e pulmini a caccia di passeggeri. Da segnalare, negli ultimi anni, un significativo incremento del turismo verso nord, in particolare nella più fresca Brinchang, a un tiro di sasso.

Dalla collinetta all’estremità occidentale di Jalan Besar, fa bella mostra di sé il vecchio edificio in mattoni rossi del Convento Cattolico. Le monache francesi lo costruirono negli anni ’30 e in seguito fu prelevato dal governo coloniale britannico per farne un ospedale militare, che fu dimesso nel 1971. Le religiose ne ripresero possesso e oggi è tornato alla sua funzione di scuola cattolica elementare, indicata col nome “SK Convent” scritto a caratteri cubitali sul prato della collina. E’ una delle scuole più famose delle Highlans, gestita da sei suorine insegnanti, tutte di discendenza cinese. Alle spalle, emerge dal folto della vegetazione il lussuoso Heritage Hotel, costruito sulla cima della collina in un’imponente architettura Tudor, con ai lati due torri di otto piani che terminano con l’osservatorio a forma di gazebo piramidale, da cui si domina la città dall’alto. L’hotel, con 161 camere, tv sat, piscina, shopping arcade, sauna, palestra, ristoranti e Lounge Bar, dista 3-400 m dal centro: si discende Jl. Gereja e subito dopo il ponte e la traversa di Lorong Perdah (la via del mercato) inizia il nucleo centrale dell’abitato, col porticato del singolare edificio lineare a tre piani anch’esso in stile Tudor. Il tempio buddista dedicato al “Dio dei Nove Imperatori” lo trovate lungo Jl. Lembah Jasar, la laterale di Jl. Besar situata di fronte al Tourist Information Centre (TIC). Tra i negozi d’artigianato locale, quello con maggior scelta è certamente il Yung Seng Souvenir Shop, in Jl. Besar 21, di fianco al ristorante cinese Mayflower, con un vasto assortimento d’oggetti d’artigianato Orang Asli, comprese svariate sculture in legno e le celebri cerbottane, sumpit, fornite di dardi, tuttora utilizzate per la caccia nella foresta. A richiesta, nel retro bottega vi fanno provare a lanciare freccette soffiando nel lunghissimo tubo, ma vedrete che non è poi così semplice.

Per pasteggiare, da non perdere il piacevole T-Cafè (Jl Besar 4), l’accogliente caffetteria collocata sopra al Merrybrown Fast Food Shop, con la scaletta d’accesso nel vicolo dietro l’angolo. E’ molto popolare tra i turisti per l’ampia selezione di cibi occidentali, che spaziano da panini e torte a spaghetti e hamburger, indicato anche per fare amicizie e scambiare informazioni. Pietanze western e carni ai ferri, estese al “fish and chips”, anche al Rosolane Cafè Shop (Jl. Besar 44). Nello stesso edificio c’è pure l’ingresso al tetro e singolare Ranch Pub, l’unico vero bar della città sempre pieno di viaggiatori indipendenti seduti attorno al biliardo. Di fianco, il Jasemine Restoran (Jl. Besar 45), offre krauti, wurst, strudel, ed è, ovviamente, il locale preferito da tedeschi e olandesi. Per gelati e fragole alla panna bisogna recarsi al Downtown, Jl Besar 41. Percorrendo Jalan Persiaran Endah verso sud, si supera il food market affollato nelle ore serali, la torre dell’orologio del Parco, il campo sportivo, il Tempio Indù (di fronte alla scuola) e in un chilometro si arriva alla stazione di ricerca agricola MARDI (Malaysian Agricolture Research and Development), dove iniziano tre avvincenti sentieri nella giungla: Walk 5, 7 e il 9 in fondo alla strada.

Sentieri: cascate e montagne

Nei dintorni di Tanah Rata ci sono diversi sentieri che attraversano ampi tratti di intricata foresta pluviale. Nella maggioranza dei casi si tratta di sentieri ben sterrati, larghi uno o più metri, che serpeggiano nei meandri della foresta o al bordo di aree coltivate al pari di una magnifica vetrina sull’ambiente tropicale di montagna. Tutte le direzioni sono indicate da un’efficiente segnaletica di colore giallo e non è possibile smarrirsi o confondersi in qualche strano bivio per finire un punto cieco, dove il panico potrebbe assalirvi. Tuttavia, può capitare una deviazione improvvisa per motivi diversi e prima di intraprendere qualsiasi escursione del genere, è di assoluta importanza acquistare una mappa dettagliata su Walk, Trail o Path, reperibile negli hotel, nelle guest-house e nei principali negozi del centro. Volendo, per maggior sicurezza, esiste un servizio di guide autorizzate per poca spesa. La rete dei sentieri, mediamente lunghi un paio di chilometri, è una delle principali attrattive delle Highlands ed è facile incontrare altri escursionisti lungo il percorso, coi quali condividere il cammino in allegria. Alcuni sono percorsi anche da jeep e Landcruiser. Se siete fortunati, potreste vedere un pitone attraversare la pista davanti a voi; cercate di evitate i trekking estremi nelle giornate molto ventose, quando rami e interi alberi potrebbero cedere pericolosamente al suolo. Le mete più gettonate dagli amanti della natura sono le due cascate di Robinson e Parit e le tre vette dei monti Beremban, Brinchang e Jasar. Per i più avventurosi esistono altre montagne meno note da scalare, in cui le guide sono altamente raccomandate.

Dove dormire

Grazie al vasto assortimento di alloggi a livello economico e alla comodità dei trasporti, Tanah Rata rimane la meta preferita dei giovani viaggiatori indipendenti. All’arrivo alla stazione dei bus, c’è sempre qualcuno disposto a condurvi gratuitamente nell’alloggio che rappresenta. Il paese è comunque piccolo e la maggior parte degli hotel sono a portata di gamba. Per i lussuosi resort, invece, occorre spostarsi fuori dal centro, ma basta una telefonata per essere prelevati in pochi minuti.

Trasporti Locali: da Tanah Rata

Il nuovo Bus Terminal si trova anch’esso in Jl. Besar, a un tiro di sasso dalla vecchia autostazione. I trasporti pubblici di linea nelle Highlands sono gestiti in toto dalla Regal Bus Company, con due capolinea: verso nord, per 23 km fino a Kampung Raja, con fermate a Brinchang, Kea Farm, Butterfly Farm, il bivio di Sungai Palas, Tringkap, Kuala Terla, e verso sud, per 61 km fino a Tapah, passando per Habu, Lakehouse e Ringlet. Le corse avvengono dalle 6.30 alle 18.30 a intervalli di 1-2 ore, e il biglietto si acquista sull’autobus. Tenete presente che gli orari esposti sono puramente indicativi e il ritardo nelle partenze è la norma. Se prendete l’autobus per visitare qualche piantagione lungo la via, sinceratevi che ripassi nel senso inverso: non è solo una questione di ritardi, a volte non passano proprio! Per le fermate si pigia il campanello, dal suono particolarmente stridente. Pochi passi a est dell’autostazione, trovate il posteggio dei taxi e la tabella dei costi per ogni singola destinazione nelle “terre alte”, come pure per Tapah, Ipoh, Penang, Kuala Lumpur o il KLIA. Per il noleggio del mezzo chiedono circa RM 20 l’ora.

Brinchang

Dopo Tanah Rata, Jalan Besar ondeggia verso nord, aggira i campi da golf e in appena 4 km raggiunge Brinchang (1500 m s.l.m.), l’ex insediamento d’orticultori raccolto attorno alla piazza del mercato da una serie di stradine circolari strette tra colline a terrazza. Visto dall’alto, l’abitato appare come una distesa anonima di alti edifici privi di fascino, una visione che ricorda i nostri centri di villeggiatura montani. Tuttavia, le nuove e confortevoli strutture alberghiere a prezzi contenuti, la posizione strategica per visitare le piantagioni del nord, i templi e l’aria più fresca, sottraggono ogni anno un numero crescente di turisti al vicino capoluogo. Orientarsi è facile, provenendo da sud sulla destra s’incontra subito l’elaborato tempio Hindù dedicato al divino Sri Tehndayuthapany Swamy, eretto di recente dalla folta comunità indiana camerunense; dopo la scuola c’è il distributore Shell e di fronte trovate la tettoia rossa e le bancarelle ristorante del Central Market, situato a sud della cosiddetta “piazza mercato”: un grande parcheggio pubblico che nei fine settimana veniva occupato dalle bancarelle del mercato notturno, ora trasferito poco più avanti, ai piedi della collina in angolo con Jl. Wisma Muhibbah. Brinchang è più piccola e mossa di Tanah Rata e trovare un parcheggio libero non è sempre facile; conviene lasciare l’auto dove capita e girare il paese a piedi. L’estremità nord della piazza, illuminata da alberi di bocce, è occupata dal caseggiato bianco ad archi moreschi del Balai Kraftangan, il centro artigianale che propone una vasta gamma d’oggetti locali e tailandesi, e dal sobrio edificio del Jasmine Holiday Apartments Jl. Besar 29-32, confortevoli abitazioni dotate di cucina e possibilità di barbecue nel giardino costruito sul tetto dello stabile. A sinistra, il più modesto Hill Garden Lodge, Jl Besar 19, attaccato all’Hotel Green Garden, entrambi con piccole camere ordinate a partire da 12 euro. Ancora pochi passi lungo Jalan Besar e, all’uscita del paese, verso nord, trovate la moschea alle spalle dell’ufficio postale, entrambi all’ombra del fiabesco Star Regency Hotel. Appresso, di fronte alla stazione di polizia e al distributore della benzina Petronas, lo spiazzo del vivace Night Market, Pasar Malam, allestito ogni sabato sera prima del tramonto e confinante con la Cactus valley. Tutt’attorno, lungo le stradine ad anello sono stipati negozi, uffici, alberghi, ristoranti e shopping centre.

Per gustare buon cibo, il Kowloon Restoran in Jl Besar 35, offre una vasta scelta di raffinati piatti tradizionali cinesi a un prezzo equo. Nella parte ovest della piazza centrale, il popolare Sakaya è uno dei ristoranti più apprezzati dalle famiglie cinesi, con un servizio di buffet disponibile nell’ora del pranzo. L’equivalente della cucina indiana, coi suoi piatti piccanti che compensano il freddo della sera, lo trovate nel vicino Shal’s Curry House, Jl. Besar 25. Deliziosi nasi kerabu e satay li potete assaggiare anche al mercato notturno. Da evitare il Silverstar Steamboat Restarunt, di fronte al taxi stand, si presenta bene ma ha acquisito una cattiva reputazione presso turisti, confermata dai giornali locali. Se cercate invece un accesso Internet, chiedete del Sans Coffee.

Brinchang dintorni: Sam Poh Temple e Jalan Besar verso sud

Dal centro, per arrivare in cima al Sam Poh Temple, il più celebre luogo di culto delle Highlands, subito prima del vistoso tempio indiano girate a sinistra salendo per circa un chilometro la stradina che si trova davanti all’Iris House Hotel e seguite l’indicazione “Tokong Temple”. Se siete in auto, guidate con prudenza perché la strada è molto stretta, ripida e piena di curve. Grande, sfarzoso e pieno di suggestive immagini colorate, il tempio buddista fu eretto nel 1965 tra le colline a sud-est di Brinchang, da dove si gode un’ampia veduta dell’abitato dall’alto. Nel cortile interno due grossi leoni in pietra dorata, circondati da bonsai d’arancio, sono di guardia ai piedi della scalinata che introduce al tempio. Alle spalle, altri variopinti edifici dai tetti a pagoda s’innalzano adagiati alla montagna e le stanze si susseguono fino alla sala del monastero, che racchiude la statua dorata del Buddha seduto sull’altare principale, attorniato da altre quattro enormi figure di divinità buddiste. All’esterno, un angolo dell’imponente complesso rosato è impreziosito da due elaborate sculture in ceramica azzurra, raffiguranti uno stagno di orate e un piccolo uomo che pesca col movimento del Tai Chi Chuan.

Terminata la visita e tornati sulla via principale verso sud, subito la prima a destra è la circonvallazione collinare di Jl. Pekan Lama Wisma Muhibbah, dove a pochi metri risiede il piccolo tempio indiano della casta dei Sikh (Gurudwara Sahib) e il Sultan’s Palace, la residenza montana del sovrano del Pahang. Nuovamente su Jl. Besar, proseguite per circa 1 km e sulla destra incontrate il lussuoso Merlin Inn Resort, con la collina occupata alle spalle dalla Kasimanis Strawberry Farm, produttrice di squisite marmellate di fragola fatte in casa. Oltre la strada l’edificio del Club House, l’ingresso al curatissimo campo a 18-buche del Golf Course, gestito dal 4 stelle Strawberry Park Resort. Aperto al pubblico, ma niente t-shirt o pantaloncini da jogging; essendo la pioggia abbastanza frequente nel pomeriggio è consigliabile iniziare a giocare nel primo mattino.

Per visitare Sungei Ruil, l’insediamento Orang Asli più importante dei paraggi, a piedi o in auto seguite la stradina successiva, quella che costeggia i campi di fragole prima di Jl. Titiwangsa, e salite le pendici del Gunung Perdah (1551 m) per un paio di chilometri fino al gruppo di piccole palafitte col tetto di lamiera e attap, affollate di bambini e cani, oltre a qualche anziano che propone ai visitatori vasi di miele, frutta di stagione e germogli di bambù appena tagliati. Può capitare che offrano anche rare orchidee o strane specie di piante protette e l’acquisto potrebbe incoraggiare il perpetrarsi di un grave danno per l’ambiente. Se fate delle foto, chiedete prima il permesso; qualche bambino potrebbe chiedervi dei soldi, sorridetegli senza dare importanza alla richiesta per non radicare cattive abitudini. In genere i più anziani li fanno smettere in fretta. I giovani lavorano nelle piantagioni dei dintorni, mentre le donne si radunano a fare bucato nel fiume Ruil, che scorre a pochi passi dalle casette costruite una a ridosso dell’altra, quasi a toccarsi.

Al primo bivio di Jalan Besar, a metà via tra Brinchang e Tanah Rata, la laterale di sinistra continua a costeggiare i campi da golf e subito appare l’idilliaca villa Tudor del Ye Olde Smokehouse, il più vecchio albergo della regione, datato 1937, con una capienza limitata a 13 incantevoli suite. Finestre intrecciate a piombo, travi in legno, ferro battuto, tappeti scuri, pesanti sofà, mobilio d’epoca, ritratti dei reali d’Inghilterra, edere rampicanti, il patio e un giardino simmetrico sempre in fiore, donano a questa superba casa colonica l’antico fascino dei tempi andati, molto caro ai cultori dell’old english style. Qui i commensali possono gustare l’autentica cucina britannica.

Piantagioni di tè di Sungai Palas, Farm e Gunung Brinchang

Lungo le strade delle Cameron Highlands, in modo particolare a nord di Brinchang, vedrete baracche e tavoli con tettoie di frasche che vendono fragole, frutti della passione, durian, funghi, porri, cipolle, cavoli, pomodori, cavolfiori e altri ortaggi tipici delle zone temperate, provenienti dalle “Farm” che sorgono nei dintorni. L’ingegnoso sistema delle coltivazioni a terrazza, con la collina stratificata a più livelli per aumentarne la superficie coltivabile, aveva come unico neo il trasporto del raccolto dalle strette strisce di terreno alla fattoria. Il problema fu risolto con un sistema di carrucole, prima manovrate faticosamente a mano e poi con l’ausilio di un motore. Oggi, gran parte della produzione è destinata a Singapore e Brunei. La fattoria di Sungai Palas, nascosta tra le montagne a 6 km da Brinchang, non è difficile da raggiungere anche autonomamente ed è possibile combinare la visita con la sosta ad altre interessanti fattorie di farfalle, orchidee, miele e fiori, raggruppate in questa parte settentrionale delle Highlands.

All’uscita da Brinchang verso nord, dopo circa 700 m trovate sulla sinistra i roseti in serra dell’Uncle Sam Farm e sul lato opposto, nel chilometro successivo passate il Cactus Point, la distesa di bancarelle con frutta, fiori e infine il mercato ortofrutticolo sul bivio della Kea Farm (fragole), dominato dal moderno complesso dell’Equatorial Hill Resort, due ali di dieci piani affacciate su estese coltivazioni a terrazza di fragole e roseti a perdita d’occhio. L’hotel, il più grande delle Highlands con 510 camere, si erge a un’altitudine di 1628 m ed è particolarmente noto e frequentato da tecnici e agricoltori italiani. Percorrete un altro chilometro lungo la strada maestra per Tringkap e girate a sinistra dopo la Butterfly Farm (orario 8-18), seguendo la stessa via, stretta, dissestata, tortuosa, ma straordinariamente panoramica, che conduce alla vetta del Gunung Brinchang fino al bivio dell’azienda di Sungai Palas, capolinea di una lunga discesa. Ad accogliere i turisti all’arrivo, il tea shop “Ummph!” e la magnifica sala del ‘Visitors Centre’, il centro audiovisivo con la grande vetrata affacciata sulle vellutate colline rivestite di cespugli da tè. “Occorrono 5 kg di foglie per fare 1 kg di tè”. Questa è l’altra grande proprietà della famiglia Russell, produttrice del celebre marchio Boh: il Boh di Sungai Palas qui a nord ed il Boh di Habu a sud, coltivati ad altitudini differenti.

Un altro aspetto accomuna le due piantagioni: le strade che conducono a entrambe sono tra le più scenografiche di tutta la regione. Tappa obbligata per gran parte dei turisti nelle Highlands, a differenza delle piantagioni gemelle di Habu, dove le visite guidate sono dettagliate e aperte ai singoli, a Sungai Palas durano appena 15 minuti e mostrano, in modo sommario, i vari processi della produzione soltanto ai gruppi dei tour organizzati. Stessa cosa per la Bharat e per la Blue Valley, la quarta e ultima delle aziende da tè; il Sungai Palas è aperto dalle 9 alle 16.30, ma tenete presente, in particolare coloro che programmano di arrivarci a piedi, che è chiuso il lunedì.