Il modernismo francese e un secolo d’arte conservati al Brooklyn Museum, il secondo museo di New York, approdano a Padova nelle sale di Palazzo Zabarella. Dopo gli anni eroici del Futurismo e la nascita dell’avanguardia, prestigiosa rassegna dell’anno scorso, la Fondazione Bano continua la sua ricca programmazione culturale e apre un dialogo internazionale con uno dei più importanti musei degli Stati Uniti.

Spiega Federico Bano, Presidente della Fondazione: “Si tratta di un approccio particolarmente stimolante che consente al pubblico di seguire l’opera d’arte lungo il percorso della sua fortuna. È lo spirito di questa iniziativa che, grazie alla collaborazione con uno dei più importanti musei americani, ci permette di ripercorrere l’evoluzione dell’arte francese, privilegiata dalla passione collezionistica americana nel corso del Novecento. La scelta, egregiamente operata dai curatori del museo che ringraziamo per la loro sensibilità e disponibilità, ci restituisce un panorama molto ampio e diversificato”.

A raccontare uno dei secoli più affascinanti della storia dell’arte con una selezione di 59 opere della collezione newyorkese sono due membri dello staff del museo, Lisa Small e Richard Aste, rispettivamente Curator Senior di Arte Europea, la prima e ex Curatore di arte Europea e ora direttore del McNay Art Museum, il secondo. French Moderns rappresenta una mostra itinerante nata per promuovere il grande patrimonio del Brooklyn Museum ed è stata esposta, prima di arrivare in Italia, negli Stati Uniti e in Canada.

Anne Pasternak, Direttrice di Shelby White e Leon Levy Brooklyn Museum entra nel vivo di quegli anni di grande fermento artistico quando Parigi diventa il centro dell’universo creativo occidentale: “Gli artisti in quel periodo sperimentavano stili audaci ed espressivi e nella capitale francese e dintorni presto emersero movimenti come Realismo, Impressionismo, Post-Impressionismo, Simbolismo, Fauvismo, Cubismo e Surrealismo destinati a influenzare il canone artistico negli anni a venire”. Nelle quattro sezioni della mostra divisi per tematiche come Natura morta, Paesaggio, Il Nudo e Ritratti e Figure sfilano dipinti e sculture di 45 maestri internazionali, attivi a Parigi.

Federico Bano sottolinea l’importanza della collezione presentata nelle sale: “Partendo dalle suggestioni romantiche e realistiche di Corot, Courbet e Millet si passa alla rivoluzione impressionista di Monet, Sisley, Caillebotte, Pissarro, Renoir, per approdare coerentemente alle avanguardie novecentesche, tra i fauves e i cubisti, con Bonnard, Vuillard, Matisse, Léger, Derain. Ma bisogna considerare la decisiva presenza di Degas, in particolare con uno straordinario dipinto di grandi dimensioni dove si cimenta con la prediletta tematica del nudo reinterpretato attraverso l’osservazione della quotidianità come la Donna nuda che si asciuga, 1884–1886 circa, ma anche nella sua veste di scultore che ha indagato con particolare sensibilità nelle sue dinamiche figure in bronzo il mondo della danza”. E, tra i protagonisti della scena internazionale sono presenti con alcuni straordinari capolavor Auguste Rodin, Odilon Redon, Giovanni Boldini con un magnifico dipinto, Ritratto di signora, olio su tela del 1912, e Van Dongen.

Una collezione preziosa e nello stesso tempo una celebrazione della Francia, cuore del modernismo internazionale, dalla metà dell’Ottocento alla metà del Novecento e, come approfondisce Bano: “È stato soprattutto il nuovo mondo, una nazione giovane come quella americana tutta proiettata verso il futuro, a subire il fascino della Ville Lumière frequentata e amata da coloro che, attraversato l’Atlantico, vi approdavano esaltati dalle sue atmosfere, dalla sua vitalità e appunto dalla sua arte. Sono stati i grandi collezionisti e i maggiori musei americani i protagonisti della consacrazione a livello mondiale dell’Impressionismo e dei movimenti che gli sono succeduti nel lungo e progressivo percorso verso i nuovi orizzonti del moderno”.