“Il Tor des Géants® è una gara unica al mondo non solo per i 330 chilometri di sentieri alpini e i 24.000 metri di dislivello positivo da percorrere: è un laboratorio scientifico straordinario, a cielo aperto, che permette di raccogliere dati e analizzare diversi fenomeni da svariati punti di vista, accumulando informazioni utili non solo per gli studi di settore, ma anche per chiunque decida di avvicinarsi al mondo dei trail”. Lo rivela Pietro Trabucchi, docente presso l’Università degli Studi di Verona e appassionato praticante di discipline di endurance, che negli ultimi due anni ha condotto una serie di test sugli atleti partecipanti all’ultra-maratona delle Alpi.

La società sportiva Valle d’Aosta Trailers, organizzatrice della manifestazione in collaborazione con la Regione Autonoma Valle d’Aosta, ha coinvolto il professore fin dall’inizio dell’avventura. “Bisognava verificare dal punto di vista medico-sportivo la fattibilità della corsa – spiega - cercando di capire quante persone avrebbero potuto sopportare una tale fatica e concludere la gara nel tempo massimo previsto”. Nel 2010, per effettuare i primi test, il team dell’Università degli Studi di Verona che affianca Trabucchi si è servito di quattro “cavie”, che hanno provato il percorso in anteprima sotto stretto controllo medico. “In quell’occasione – svela il professore – abbiamo capito che le possibilità umane superano spesso i limiti che ci poniamo o che crediamo di avere”. L’esperimento è stato quindi riproposto in occasione della gara vera e propria, con l’aiuto dell’Ambulatorio di Medicina di Montagna di Aosta, al quale si sono aggiunti gli esperti dell’Università di Losanna e di Liverpool, durante la scorsa edizione.

Nel dettaglio – continua Trabucchi - i test eseguiti sui corridori hanno previsto un monitoraggio costante di una serie di parametri fisiologici e psicologici: dalle funzionalità cerebrali a quelle muscolari, valutandone la forza e l’elasticità prima, dopo e durante la gara; dai valori ematici a quelli cardiaci, dalla soglia di dolore al tempo dedicato al sonno, fino alle velocità medie in rapporto al dislivello e alla pendenza del percorso”. I dati sono stati sottoposti ad alcune riviste scientifiche per la pubblicazione, anche se il professore si è già fatto un’idea molto chiara sui risultati. “Uno degli elementi che incide di più sulla prestazione è proprio il cervello: i muscoli si fermano quando il cervello non riesce più a reclutarli. Ma il funzionamento cerebrale è a sua volta influenzato dalle abitudini, come quella di impegnarsi ad oltranza in un’attività. E’ la capacità di impegnarci che ci fa raggiungere gli obiettivi, non il muscolo in quanto tale ”.

Partendo dall’analisi condotta al Tor des Géants®, quest’anno in programma dal 9 al 16 settembre 2012, Trabucchi è tornato sul tema della “resilienza psicologica”, con un nuovo volume in cui si sofferma in particolare sulla capacità umana di andare oltre i propri limiti, fisici e mentali. “Perseverare è umano” (uscito a fine gennaio 2012, Casa Editrice Corbaccio), sarà presentato oggi, martedì 3 aprile, ore 18.30, alla Feltrinelli di Verona. A seguire, il professore terrà un seminario dal titolo “Mente e prestazioni da endurance”, alle ore 21, presso il Centro Maratone della Facoltà di Scienze Motorie dell’università cittadina. Durante la serata saranno proiettati video girati durante la seconda edizione del Tor des Géants®. Una seconda presentazione in Veneto si terrà domani, mercoledì 4 aprile, presso la sala comunale di Valdagno, in provincia di Vicenza

Il libro
Essere motivati non è una condizione eccezionale; si tratta di uno dei segreti del successo dell’evoluzione umana: la capacità di auto- otivarsi e di mantenere per lunghissimo tempo la motivazione. Legato al concetto di motivazione è quello della resilienza, la capacità di resistere allo stress e di rimanere motivati nel perseguire i propri obiettivi. È una capacità che si può costruire, che è possibile allenare e accrescere nel tempo.

Con Resisto dunque sono Pietro Tabucchi ha affrontato il tema della resilienza psicologica e ha offerto una dimostrazione delle metodologie adatte per aumentarla. In Perseverare è umano, Trabucchi partendo da una serie di esperienze personali con team sportivi, in particolare con i team alpinistici impegnati alla fine degli anni ’90 nella conquista dei record sulle montagne più alte della terra, analizza e smonta sia il
mito del talento sia quello della motivazione imposta. Sembrerebbe che la motivazione, invece di essere qualcosa che muove dall’interno degli esseri umani, sia diventata qualcosa che dipende sempre più dall’esterno; e l’impegno un suo sottoprodotto inutile. Portata all’estremo, questa situazione richiama una condizione chiamata impotenza appresa quando invece numerose ricerche hanno dimostrato che le grandi prestazioni in qualsiasi campo, dalla musica agli scacchi, dallo sport all’arte e alla letteratura, sono frutto in maniera preponderante dell’esercizio e della preparazione piuttosto che di capacità innate. La potenza della motivazione umana è stupefacente.

Pietro Trabucchi è uno psicologo che si occupa da sempre di prestazione sportiva, in particolare di discipline di resistenza. Ha seguito la Squadra nazionale di Sci nordico Torino 2006 e la Squadra nazionale Vancouver 2010. Da anni opera con le Squadre nazionali di Triathlon e con una delle più forti squadre professionistiche di Rugby italiane. Autore di diversi libri, insegna “Psicologia dello sport” e “Coaching” presso l’Università degli Studi di Verona. Appassionato di sport di resistenza e di alpinismo, ha ultimato due volte l’Ultra Trail del Monte Bianco, ha scalato l’Everest dal versante Nord e ha corso non-stop i 205 chilometri della Nove Colli Running.

Info: www.tordegeants.it