Dire Beatles, parlare di Beatles, ricordare, raccontare i Beatles vuol dire ... “semplicemente” ... guardare indietro di qualche decina di anni e trovarsi al cospetto del più incredibile fenomeno di massa che accompagnò i mitici anni Sessanta, la metamorfosi della musica che dal rock and roll americano tornava nel vecchio continente e che da allora avrebbe impresso un’impronta indelebile sui decenni successivi rimanendo un punto di svolta e di non ritorno nella musica e nella cultura contemporanea. In quello spartiacque storico, quando gli aneliti di cambiamento andarono estendendosi a tutto il mondo, il fenomeno dei Fab Four, divenne al tempo stesso simbolo, identificazione, riferimento per centinaia di milioni di persone. Musica certo, musica trascinante, diversa dal passato pur recente, ma non solo. Con John, Paul, George e Ringo (la formazione classica per così dire), anche un modo di essere, di misurarsi con la realtà, di guardare al mondo, al passato, al futuro. Un modus che in quegli anni divenne di rottura con il conformismo imperante facendo immaginare un nuovo che dalle sette note si estendeva ai costumi, alla vita in genere. In un certo senso quel che i Beatles sono stati per i giovani di allora ha avuto influenza sulle società occidentali e non solo molto più di quanto si pensi. Il fenomeno musicale in sostanza si è trasformato in un vero mutamento epocale, sociale, politico le cui evoluzioni sono andate molto al di là degli stessi Fab Four e della loro musica. Anche oggi, guardando a quegli anni, ci si rende conto di parlare di un momento indimenticabile e a suo modo rivoluzionario per l’epoca. L’iconografia, il divismo, vengono dopo, quasi insieme al lento declinare della loro originaria ispirazione.

È da allora poi che si è generato un altro elemento specifico, la cosiddetta beatlemania, un fenomeno sociologico e di antropologia culturale senza precedenti consistito nell'adorazione incondizionata per il gruppo musicale, al di là di estrazione sociale, cultura, sesso ed età. Per chi ha vissuto in quegli anni, difficile non ricordare le crisi isteriche, le urla, i pianti, gli svenimenti, gli assembramenti di folla, l’euforia, l’ossessione e il consumo frenetico di oggettistica riguardante il gruppo. Un dato che ha anche contribuito allo sviluppo di alcuni settori del marketing e della comunicazione di massa allora ancora di là da venire. Ma che ha soprattutto cambiato in modo radicale il sentire sociale, il modo di approcciarsi ai costumi e alla musica. A quel momento magico, a quella fotografia istantanea a suo modo di un’epoca, molti si rivolgono con passione, affetto, quasi mistico. Sono coloro che allora erano adolescenti e che cinquant’anni dopo si sono ritrovati a cercare di tradurre quegli anni nelle esigenze e nei condizionamenti del mondo che cambiava sempre più tumultuosamente sino ad arrivare ad oggi. Oggi i Beatles sono un’icona contemporanea non a caso ricordati come i Fabolous Four, i Favolosi Quattro.

In Italia, in Franciacorta, terra di vini e di cultura, sino al 10 gennaio 2019 appassionati, musicisti e curiosi di quegli anni hanno un’occasione di sicuro interesse: la mostra Beatles Memorabilia Showospitata in uno dei luoghi più caratteristici ed originari le “Tenute La Montina” di Monticelli Brusati, cantina vinicola che origina dall’antico sapere contadino sino a divenire eccellenza nel panorama enologico italiano e internazionale. A Michele Bozza che con il fratello ha preso in carico la gestione familiare dell’impresa sempre attenta ai fenomeni culturali, abbiamo chiesto come vede questo tuffo nel “passato” della musica rock.

“Mio papà Gian Carlo - ci ha detto - ha una passione innata per l’arte, per tutto ciò che ha una forma ed uno stile che lo incuriosisce. Da questa sua inclinazione è nata la volontà di dare uno spazio, anche fisico, all’esposizione delle diverse forme d’arte ‘in cantina’. Motivo per cui presso le Tenute La Montina si possono ammirare dipinti, sculture, fotografie, pezzi d’arte distribuiti un po' in tutti gli spazi. All'entrata della cantina abbiamo, inoltre, una vera e propria Galleria d'arte, dove ospitiamo mostre temporanee dedicate prevalentemente all'arte contemporanea, italiana e straniera. Qui è allestita la mostra sui Beatles. È la prima volta che proponiamo una tematica non legata all'arte figurativa: l'idea ci ha subito conquistato”.

Animatore di questo evento che vee in rassegna gli oggetti più significativi del collezionismo beatlesiano, (fra le curiosità, sei litografie di John Lennon), è Rolando Giambelli da Vimercate fondatore nel 1992 e presidente del gruppo “Beatlesiani d’Italia Associati”, che raccoglie soprattutto, come lui stesso ha avuto modo di sottolineare, appassionati e cultori del Fab Four. Lo scopo, dare agli appassionati dei Fab Four la possibilità di approfondirne la conoscenza, vedendo, toccando e gustando le principali rarità dei Beatles, ma anche per dare a chi dei Beatles sa poco o nulla, l’opportunità di entrare nel magico mondo della loro arte ed imparare a conoscerla.

La mostra in corso a La Montina è composta da vari pezzi provenienti dal Beatles Museum, fondato sempre da Giambelli nel 2001 ed ora ospitato dal 2009 presso il Museo della Mille Miglia, la mitica corsa automobilistica che Enzo Ferrari definì la più bella del Mondo. Musica, motori ed ora vino, potremmo dire!

Gli abbiamo chiesto che cosa troviamo nelle sale della tenuta, ovvero che cosa sono i memorabilia dei quali si parla. “Sono dischi rari, fotografie autografate, strumenti musicali “beatlesiani” poster, libri, giocattoli, vestiti, cappelli, giochi, penne stilo dedicate ai Beatles, matite, oggetti promozionali, manifesti dei film, e ogni altra cosa che ha celebrato e che ricorda il quartetto di Liverpool, ci risponde Giambelli. Oggetti in parte di mia proprietà; altri sono arrivati al museo grazie a tanti appassionati ed esperti che hanno collezionato e raccolto memorabilia nel corso di quasi 60 anni di storia dei Beatles, che generosamente ci prestano e talvolta anche donano al nostro Museo”.

Questo connubio con il vino di Franciacorta e con La Montina come nasce?

Da una lunga conoscenza ed amicizia con i fratelli Bozza e la frequentazione, anche come fotografo professionista, della Villa Baiana/La Montina. Soprattutto, però, per la Galleria d’Arte Contemporanea ospitata nella Tenuta, in occasione di eventi come: inaugurazioni di mostre d’arte, degustazioni di vini, convegni scientifici, congressi, cerimonie varie. Da questo humus la collaborazione è venuta con semplicità di “Art, Rock, Wine”. Da sempre sono convinto che i Beatles, il rock e il vino possono essere considerate autentiche “opere d’arte”.

Passione, certamente, quella di Giambelli, ed ora anche collezionismo, che richiede pazienza, dedizione, spirito critico. “La mia passione per i Beatles è nata come per la maggior parte dei fans ascoltando i loro dischi. Please Please Me è stata la canzone che mi ha fatto innamorare fin dal 1993. Tutti questi dischi a 33 e 45 giri in vinile ormai da collezione costituiscono la loro completa discografia. Ogni disco dei Beatles evoca in me ricordi indelebili. Sono stati e sono tuttora per molti di noi una colonna sonora che accompagna la nostra vita”.

Infinite le curiosità che si possono trovare alla Mostra. La Butcher cover (copertina del macellaio), ad esempio, fu ritirata dal commercio perché immagini troppo cruente è ora un prezioso cimelio.

“Oltre ai dischi – osserva Giambelli - grazie ai collezionisti, foto, autografi, libri e tanti oggetti curiosi: pupazzi, bambole come John Lennon o i Beatles del film cartone Yellow Submarine con i pupazzi di Sgt Peppers e Biechi Blu. Poi ci sono i Beatles (soldatini di Piombo) che raffigurano HELP! – Abbey Road – Magical Mystery Tour. C’è il modellino molto ambito della Corgi Toys del Sottomarino Giallo. Molto ricercato anche il gioco del Monopoli dei Beatles: Flip Your Wig Game. Ancora, a dimostrazione della dedizione e del valore, un frammento di legno con certificato di autenticità del palco dello Star Club di Amburgo sul quale suonarono i Beatles fra il 1961 e il 1962 quando c’era anche Tony Sheridan che suonò con loro e Pete Best suonava la batteria prima di Ringo Starr.

Gli strumenti musicali sono come quelli usati dai Beatles. Batteria Ludwig, basso Hofner del 1965, chitarra Rickenbacker modello 1959 di John Lennon, chitarra Epiphone e Amplificatore VOX. Molte Beatles band italiane li usano. Soprattutto quando partecipano ai nostri raduni: Beatles Days, Lennon Days, e così via a Brescia, Roma, Milano, Napoli. Quest’anno poi Liverpool è capitale europea della cultura e siamo stati coinvolti in numerose manifestazioni compresi il concerto di Ringo Starr, quello di Paul McCartney e la fantastica Beatles Week di fine agosto dove noi siamo presenti da tanti anni”.

Inarrestabile, Giambelli osserva ancora: “Se gli anni ’60 sono stati, a detta di molti, il periodo più bello, stimolante, innovativo e probabilmente irripetibile del secolo appena trascorso, la ‘Beatlemania’ e la rivoluzione artistica, culturale e di costume che ne è scaturita a livello planetario, è di quel favoloso decennio la massima espressione. I Beatles sono stati come una potente fonte luminosa che ha rischiarato anche le strade di altri artisti e non solo in campo musicale. I quattro ragazzi di Liverpool hanno, infatti, ispirato pittori, scrittori, grafici, attori e coreografi e registi che rendendo omaggio alla “band” più famosa del mondo, sono diventati essi stessi importanti.

Prima dei Beatles c’erano per lo più grandi, ottimi musicisti professionisti ben preparati; poi, con la dirompente comparsa sulla scena dei Favolosi, tutto il mondo ha voluto suonare la chitarra! Poi, una sera del dicembre 1980 a New York, una pallottola sparata a John Lennon proprio davanti a casa, ha messo definitivamente la parola ‘fine’ alla bella storia dei Beatles, ma da quel momento è iniziato il loro ‘mito”. In questo atteso 2020 sono tantissime in tutto il mondo le celebrazioni dedicate al grande John Lennon a venti anni dalla scomparsa. John avrebbe festeggiato il 9 ottobre di quest’anno anche l’80° compleanno. Ma i beatlesiani lo ricorderanno come se fosse ancora in mezzo a loro! … perché è così. È dunque una vera passione sempre in crescita, sostenuta e coltivata in ogni angolo della Terra dai collezionisti, dai fans, dagli emuli dei Beatles, dalle cover band e da tutti coloro, insomma, che li apprezzeranno e li ameranno sempre… Beatles Forever!”.

Per chi allora c’era, ricordi ed echi senza tempo potremmo concludere, per i giovani e giovanissimi eventi come la Mostra Memorabilia, sono sicuramente un passaggio importante per conoscere dal vivo un’epoca per loro relegata nel mito ma non sempre conosciuta e approfondita e che certamente la musica per quanto di mezzo secolo fa può ancora risvegliare ed invogliare a capire. Siamo stati anche questo e non vi è conoscenza se non si conserva e si coltiva la memoria. In questo ambito certo, ma più in generale in tutto il cammino dell’umanità!