Questa è la 40a edizione del Congresso “Conoscere e Curare il Cuore”, un traguardo importante per tutti, a maggior ragione se a compierlo è una organizzazione che ha da sempre avuto a cuore uno scambio fra professionisti degli ultimi ritrovati per la cura del cuore in tutte le molteplici manifestazioni di malfunzionamento di questo organo di vitale importanza.

Lo scambio di ricerca scientifica e tecnologica e della loro applicazione in casi concreti, insieme con l’apertura alla divulgazione tramite stampa, contribuiscono a diffondere e divulgare una corretta informazione scientifica a beneficio della comunità cardiologica e della cittadinanza del nostro Paese.

Come già messo in luce in un precedente articolo sulla 38a edizione, la collaborazione fra medico e paziente in campo cardiologico è essenziale. Può arrivare a salvare vite umane. Collaborare si può se anche il paziente ha conoscenza e consapevolezza del funzionamento del proprio cuore.

Ogni anno vengono offerti alla divulgazione i dati raccolti in nuovi campi di indagine. Quest’anno si affrontano i rapporti fra cuore e ambiente. Si chiama Esposoma il campo di ricerca emergente che studia gli effetti di tutte le esposizioni ambientali sulla salute umana. I dati raccolti sugli effetti avversi causati da luminosità e suoni eccessivi ed intermittenti sono una novità assoluta.

Il rumore del traffico, ad esempio, può portare a un aumento della frequenza cardiaca e dei livelli di ormoni dello stress, una maggiore reattività piastrinica, l’infiammazione vascolare e lo stress ossidativo. Non è solo l’inquinamento atmosferico quindi a nuocere al cuore. L’alimentazione è da tempo un must nelle strategie di prevenzione cardiovascolare. Nuove ricerche confrontano l’efficacia della dieta mediterranea con quella di una dieta povera di grassi. Esperimenti condotti in Spagna della durata di 7 anni su un campione statistico randomizzato hanno mostrato che la dieta mediterranea è risultata superiore a quella povera di grassi nella prevenzione dei principali eventi cardiovascolari.

È bene qui ricordare cosa si intende per dieta mediterranea. Definita così da Ancel Keys biologo, fisiologo ed epidemiologo statunitense, riguarda le abitudini alimentari delle popolazioni del bacino del mediterraneo negli anni ’50/’60 del secolo scorso. Basso consumo di carne, bassissimo quello di carni rosse; latticini solo fermentati, formaggi e yogurt, in quantità moderate; un elevato consumo di ortaggi, frutta, noci, legumi e cereali non raffinati, olio di oliva in quantità e uso moderato di vino rosso, che, come l’olio extravergine, contiene polifenoli bioattivi con proprietà antiinfiammatorie (anche se la sperimentazione deve essere approfondita riguardo al vino).

Oltre a ciò, per mantenere il cuore in salute, meno sodio e più potassio è l’indicazione che emerge dalle ultime analisi. Il sodio, contenuto nel sale, è considerato una delle principali cause di aumento della pressione arteriosa, fattore di rischio per eventi cardiovascolari. Cinque grammi al giorno di sale è la dose da non superare per ridurre la pressione arteriosa. Questa accortezza è una terapia non farmacologica, senza sostanziali differenze fra pazienti ipertesi e normotesi.

La stretta relazione che esiste fra sodio e potassio sconsiglia l’uso di prodotti confezionati, come il pane, che aumentano il sodio e diminuiscono il potassio in chi li assume. L’uso di verdura e frutta aumenta invece il contenuto di potassio nella dieta.

Ci vengono dati i rudimenti sul metaverso e sulle sue applicazioni in medicina. Il metaverso applicato alla cardiologia è in primis un prezioso mezzo di apprendimento. Permette di osservare l’interazione fra l’Avatar del medico e quello del paziente, entrambi immersi in una realtà virtuale. Si può vedere il feedback di ogni azione del medico virtuale sull’ Avatar del paziente. Ma il metaverso permette pure di condividere atti medici compiuti a distanza. E sembra essere ancora più utile come collaboratore di un’operazione quando, in caso di dubbio, il chirurgo può simulare due diverse strategie sull’Avatar del paziente nel metaverso e vederne i risultati, così da poter scegliere quale sia da eseguire nella realtà. E siamo appena all’inizio dell’utilizzo di tecnologie che offrono potenzialità e opportunità di cura straordinarie.

Donne e cuore: un rapporto per molto tempo non riconosciuto e non investigato. Gli ultimi dati raccolti sono relativi all’ipertensione in gravidanza, quale possibile elemento di compromissione della salute cardiovascolare futura; la sindrome di Takotsubo, più frequente nella donna, più pericolosa nell’uomo.

Oltre a ciò, si affronta il tema della morte improvvisa, “crux desperationis” del cardiologo: le cause e il duplice meccanismo di morte improvvisa nella cardiopatia ischemica. Da ultimo, le infezioni correlate all’assistenza: quanto possono incidere sull’esito di un intervento oppure in fase post operatoria.

Questi gli argomenti di punta, selezionati all’interno di un programma ad ampio spettro.

Attribuito durante il Congresso il “Premio alla carriera” al Prof. Antonio Colombo, illustre clinico di fama internazionale, inventore dello stent (dispositivo per effettuare l’angioplastica coronarica). Il premio è in memoria di Pier Luigi Prati, che è stato l’ideatore di questo Congresso. Di lui si ricorda la preveggenza nel raccomandare ai medici di considerare ogni paziente come un caso a sé stante. Suo figlio, Francesco Prati, è subentrato a lui nell’organizzazione di “Conoscere e Curare il Cuore”, che si tiene annualmente. Data la sua intensa attività clinico-assistenziale abbinata ad una ricca produzione scientifica pubblicata su riviste internazionali, ha saputo stabilmente rendere questo Congresso tra i primi quattro congressi di cardiologia italiani per numero di iscritti ed interesse scientifico.