La diffusione degli integratori alimentari nella dieta degli italiani è una tendenza registrata già da qualche anno, ma spesso il cittadino si lascia andare a un fai da te che può diventare pericoloso. Sul ruolo dei farmaci naturali e sul tema della sicurezza si è parlato lo scorso giugno a Padova in occasione del “1° Congresso inter società sui prodotti vegetali per la salute” che si è tenuto a Padova il 15-17 giugno scorsi.

Ma gli integratori sono un coadiuvante sicuro per la nostra salute? Ci spiega tutto Monica Montopoli, docente associato di Farmacologia presso l’Università degli Studi di Padova e una delle protagoniste del convegno promosso dal Dipartimento di Scienze del Farmaco dall’ateneo patavino.

Bisogna sempre valutare la qualità dell’integratore alimentare e la sua provenienza - sottolinea la docente - perché, purtroppo, oggi e grazie alle vendite in internet, si trovano prodotti di cui non si conosce l’origine, alcuni sofisticati, altri che contengono inquinanti. La prima cosa da fare è saper valutare un buon prodotto con un’etichetta ben esplicitata, con l’adeguata titolazione e la parte della pianta usata e del tipo di estratto.

Un altro aspetto importante da prendere in considerazione quando si assumono gli integratori alimentari è che alcuni prodotti non sono per tutti.

Bisogna fare maggior attenzione ai pazienti fragili - mette in guardia Montopoli - come i bambini, il paziente oncologico perché ci sono moltissime interazioni di questi farmaci con chemioterapici, oppure l’anziano politrattato che assume molti farmaci. Quando si prende consapevolezza, si conosce e ci si avvale di professionisti competenti ecco che l’integratore alimentare può essere d’aiuto. Noi suggeriamo di fare sempre riferimento all’acquisto coadiuvato da professionisti.

Quindi no al fai da te perché anche ciò che appare innocuo potrebbe fare male?

Un campanello d’allarme deve scattare quando si reperiscono nella grande distribuzione prodotti che hanno un costo irrisorio, perché comunque un buon prodotto ha un minimo di costo. L’alternativa è che non faccia niente, ma se si ha un disturbo si vorrebbe cercare di migliorare la situazione. Tuttavia mai sento di ricordare sempre che l’integratore si utilizza per mantenere uno stato di salute e non avere un’attività farmacologica nella patologia.

Professoressa Montopoli, questo e molti altri temi sono stati al centro del congresso che si è svolto a Padova?

Il Congresso intersocietà che si è svolto lo scorso giugno a Padova ha compreso tutto il grande tema delle piante medicinali: dalla possibilità di coltivarle con sistemi innovativi fino ad arrivare alla realizzazione del farmaco o integratore. In questo congresso, si è parlato trasversalmente di tutto ciò che concerne le piante medicinali. Sono stati presentati lavori che spiegavano come aumentare la presenza di principi attivi e lavori scientifici di attività farmacologiche e terapeutiche. Si è parlato molto anche della regolamentazione di farmaci a base di piante, sia di integratori che di dispositivi medici a base di sostanze vegetali.

A proposito di regolamentazione e sicurezza a Padova al convegno hanno partecipato anche esponenti del Ministero della Salute e dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco).

Erano presenti rispettivamente Valeria Di Giorgi, direttrice dell’Ufficio Alimenti particolari, integratori e nuovi alimenti del Ministero della Salute e Alessandro Assisi, dirigente delle professionalità sanitarie di Aifa. Abbiamo in commercio tanti farmaci che sono di origine vegetale, sono fitocomplessi e magari le persone non lo sanno, come ad esempio il centellase e diverse specialità medicinali che non sono altro che piante medicinali nel loro insieme. Ma anche se vegetali si tratta comunque di farmaci che hanno effetti curativi e terapeutici.

In tema di normazione, c’è qualche novità su questo fronte?

Si sta cercando di arrivare a una normativa nazionale ed europea per mettere ordine tra gli integratori, food e tutte le piante che arrivano da altre colture integratori o farmaci ma devono seguire un percorso particolare, a sé stante e ottenere una certificazione come novel food. In sintesi si è affrontato tutto ciò che comporta il percorso regolatorio tra integrazione farmaco e dispositivo medico che è in continua evoluzione.

Le persone si rivolgono sempre di più agli integratori alimentari, quasi in una corsa volta a preservare la salute.

Le persone si avvicinano sempre più al naturale perché hanno l’idea che sia più sano e sicuro. In realtà, noi abbiamo esplicitato questo aspetto con Carmela Fimognani, tossicologa di Bologna conosciuta a livello internazionale, evidenziando come questi prodotti possano avere degli effetti benefici ma anche delle problematiche tossicologiche.

Molti giovani sono interessati all'argomento. Quale contributo hanno portato alla discussione?

La scelta è stata quella di avvantaggiare i giovani nell’iscrizione perché volevamo avere un’interazione con chi poi è fisicamente nei laboratori. Sono i giovani professionisti che fanno gli esperimenti, quindi abbiamo voluto portare la loro esperienza, insieme a quella dei senior, sulla ricerca delle piante medicinali che si fa con lo stesso rigore scientifico che caratterizza altri tipi di ricerche.

L’alto valore scientifico del loro lavoro è stato riconosciuto da tutte le aziende che hanno sponsorizzato e hanno presenziato alle presentazioni, hanno creato delle reti con i vari gruppi di ricerca perché hanno visto che il livello scientifico, l’innovazione e la progettualità hanno ottime prospettive nel mercato.

A settembre ci sarà un altro congresso che sarà dedicato al botulino, più conosciuto per le sue virtù impiegate nei trattamenti estetici.

Sarà un congresso che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo del botulino, un farmaco che normalmente viene associato al trattamento estetico anti-età. Ma ad esempio il botulino viene utilizzato per correggere alcune forme di strabismo.

Adesso in tanti ospedali lo utilizzano anche per casi di emicranie non trattabili. Quindi quello che deve emergere è come il botulino sia un farmaco da utilizzare per diverse patologie non esclusivamente in ambito estetico, perché ci sono persone che hanno necessità di essere trattate col botulino in problematiche post-ictus o post incidente. Ricordiamo che c’è una medicina estetica che cura situazioni molto gravi.

Quindi non c’è solo il botulino che distende le rughe ma anche un botulino impiegato a fini curativi e terapeutici.

In occasione del congresso vedremo proprio la spiegazione del meccanismo di funzionamento del botulino e tutte le applicazioni cliniche utili per problemi molto diversi che vedono il target del botulino come sistema da riorganizzare.