Nel 1785 il principe Giorgio del Galles, futuro Giorgio IV, moriva d’amore per la cattolica Mary Anne Fitzherbert, vedova e di sei anni più grande di lui.

Il principe era malato d’amore, ma l’Act of Settlement del 1701 non permetteva all’erede al trono di Inghilterra di prendere in moglie una vedova cattolica.

Determinato a sposare la Fitzherbert, il 3 novembre Giorgio chiese nuovamente la mano della donna, inviandole una lettera con in allegato un oggetto particolare.

«Ti mando un pacco», scrive il principe nel post-scriptum della lettera, «e allo stesso tempo ti mando un occhio». All’interno del pacco Mary trovò una suggestiva miniatura dipinta dell’occhio destro di Giorgio IV, una miniatura su sfondo monocromatico in cui spicca un’iride scura che la osserva.

Nessun documento racconta come abbia risposto la donna al regalo del suo spasimante, ma sicuramente deve aver suscitato in lei un sentimento tale da convincerla ad accettare la proposta di matrimonio del principe. Il 15 dicembre 1785, infatti, gli amanti sfortunati si sposarono in una cerimonia segreta nella casa di lei di Park Street, a Londra. Tuttavia, il matrimonio non venne ritenuto valido poiché non aveva ricevuto l'approvazione del re Giorgio III e del Consiglio della Corona, come richiesto dal Royal Marriages Act del 1722.

Per celebrare l’unione venne dipinta un’altra miniatura, questa volta a somiglianza di Mary Anne, in modo tale che ovunque si trovasse, il principe potesse portare con sé lo sguardo della sua amata.

I due amanti restarono insieme fino al 1795, quando il futuro erede al trono fu costretto a sposare la protestante Caroline di Brunswick.

L’esempio di Giorgio IV diede il via, nell’Inghilterra del XVIII secolo, ai lover’s eyes: miniature realizzate ad acquarello su avorio o porcellana, incastonate in spille o ciondoli adornati di perle, pietre preziose e oro.

La maggior parte furono commissionati come doni d’amore da conservare in tasca, proprio vicino al cuore e nella maggior parte dei casi, sia il soggetto il cui occhio è stato raffigurato sia l'artista che l'ha dipinto sono sconosciuti. Le eye miniatures non venivano utilizzate solo dagli amanti, ma anche da chi voleva ricordare i propri cari, in quest’ultimo caso all’occhio veniva aggiunta una lacrima decorata con pietre preziose.

Anche la Regina Vittoria, affascinata da questa moda, commissionò al miniaturista di corte Sir William Charles Ross molti esemplari degli occhi dei propri figli.

Avvolte dal mistero, queste miniature appartengono all’Inghilterra del XVIII secolo in cui le persone non volevano regalare ai propri cari solo un’immagine di se stessi, bensì una parte del loro essere. Prima degli occhi degli amanti erano diventati popolari in Inghilterra anche miniature raffiguranti il volto delle persone care, talmente piccole da essere cullate in una mano permettevano a chi le possedeva di evocare il volto della persona amata.

Venendo a conoscenza di questi fatti, verrebbe spontaneo chiedersi: che cosa avevano in più i lover’s eyes? Da cosa fu scaturito tutto questo successo? L’atto di guardare e la sua valenza nel XVIII secolo, hanno un’importanza fondamentale nella diffusione delle eyes miniatures. A quel tempo i codici sociali limitavano le interazioni pubbliche tra persone del sesso opposto e gli sguardi potevano essere scambiati più facilmente delle parole.

La cultura del XVIII secolo spiega, quindi, perché le miniature degli occhi divennero così popolari durante quegli anni. Uno sguardo poteva trasmette lussuria, amore, sorveglianza e tanto altro; non c’è da stupirsi che la miniatura di un occhio testimoniasse la devozione e l’amore tra due amanti.

Nel 1830, con l’avvento della fotografia e con la possibilità di avere un vero ritratto tra le mani, la produzione dei lovers eyes quasi si fermò e i nomi dei loro soggetti, dei proprietari e le storie d'amore che li hanno ispirati furono in gran parte dimenticati.