Uno scontro all’interno delle istituzioni dell’Unione europea come quello verificatosi quest’anno non si era visto dai tempi della politica “sedia vuota” di De Gaulle del 1965. Parlamento europeo e Stati membri contro la Commissione europea (l’esecutivo dell’Ue) e anche all’interno della Commissione europea, tra Commissari.

Tutto inizia ufficialmente il 7 marzo di quest’anno. La Commissione europea pubblica un bando di concorso (COM/2023/10427) per il posto di economista capo presso la Direzione Generale della concorrenza. Stipendio mensile: 15.000 euro circa. Posto di rilievo politico elevato poiché la persona che lo occupa prepara i dossier che, per esemplificare, nel passato hanno portato l’esecutivo comunitario a multare per miliardi di euro multinazionali che violavano le leggi sulla concorrenza. In particolare le multinazionali statunitensi.

Nel bando di concorso però c’è qualcosa di strano: può partecipare al concorso anche una persona che non abbia la cittadinanza di un Paese membro dell’Ue (deroga alle disposizioni dell’articolo 12.2 del RAA); e, fatto ancora più inquietante, nel corso del Collegio dei Commissari (la riunione di tutti i Commissari europei) nel documento di base loro sottoposto per l’adozione del bando di concorso, la questione della nazionalità non viene menzionata e del resto tale deroga non era mai stata applicata prima in occasione dell’ingaggio di questo stesso incarico.

Lo scandalo scoppia quando Bloomberg Law, Il 21 aprile 2023, utilizzando la "sfera di cristallo" afferma di sapere che “L’UE sceglierà l’ex Enforcer di Obama, e delle multinazionale delle tecnologie informatiche come principale economista antitrust: la signora Fiona Scott Morton”.

Qualche giorno dopo, il 2 maggio 2023, anche sei organizzazioni europee si sono rivolte alla Commissione, dichiarando di conoscere già il nome della candidata che sarebbe stata nominata ed esprimendo le proprie riserve, chiedendo alla Commissione di non nominare la sig.ra Fiona Scott Morton a quell’ufficio. In particolare, il Balanced Economy Project, l'Osservatorio Corporate Europe, l'Alleanza europea delle PMI digitali, il Consiglio irlandese per le libertà civili, il Lobby Control e l'Open Markets Institute (Europa) hanno espresso la loro profonda preoccupazione riguardo al processo di reclutamento e in particolare sui potenziali conflitti di interessi derivanti dalla sig.ra Fiona Scott Morton la quale ha prestato in passato servizi di consulenza ai “Big Five” (Apple, Amazon, Microsoft, Sanofi e Pfizer). Inoltre le 5 organizzazioni hanno espresso il timore che la sua vicinanza alle principali aziende tecnologiche possa ostacolare la sua capacità di applicare il diritto della concorrenza dell'UE in modo neutrale ed efficace in questo settore. Viene, inoltre sottolineato che la deroga alla non cittadinanza europea per partecipare ai concorsi per il personale dell’Ue non era mai stata applicata prima d’ora in occasione dell’affidamento di questo stesso incarico e in più in un momento in cui l’UE si prepara a lanciare il “Digital Market Act” e sono in corso diverse indagini antitrust su Apple, Google e altre importanti società tecnologiche. Le organizzazioni sottolineano che il requisito della cittadinanza di uno Stato membro era sempre stato incluso in passato negli avvisi di posti vacanti pubblicati per questo posto, e ritengono che non sia credibile che tra i 450 milioni di cittadini europei vi sia non un solo altro candidato con le competenze richieste a cui potrebbe essere affidato.

Nonostante questi fatti, l'11 luglio 2023, la Commissione infine decide, nella riunione del Collegio, di nominare la signora Fiona Scott Morton come economista capo della Direzione Generale della Concorrenza.

Il 14 luglio 2023, i presidenti di quattro gruppi politici al Parlamento europeo hanno chiesto alla Commissione di riaprire la procedura di nomina. I quattro capigruppo: Stéphane Séjourné (gruppo Renew Europe), Manfred Weber (gruppo Partito popolare europeo), Iratxe Garcia Pérez (gruppo Alleanza progressista dei socialisti e democratici), Philippe Lamberts (gruppo Verdi/Alleanza libera europea) hanno inviato una lettera di protesta alla Commissione europea nella quale si oppongono fermamente all'assunzione della sig.ra Fiona Scott Morton e chiedono alla Commissione di riconsiderare la decisione presa nella riunione del Collegio dell'11 luglio per i seguenti motivi: Incomprensione sul motivo per cui è stato preso in considerazione un candidato extracomunitario; Opinioni contrastanti della candidata in relazione all'attuazione della legislazione DMA (Digital Market Acts) e possibili conflitti di interessi tra il suo nuovo ruolo e le sue precedenti posizioni all'interno di un gran numero di aziende tecnologiche americane; Impegno per una politica industriale indipendente, in particolare per la sovranità digitale nel nostro continente.

Il 18 luglio, la commissione economica del Parlamento europeo ha convocato la vicepresidente della Commissione e incaricata della concorrenza: la danese Margrethe Vestager. Gli eurodeputati hanno riconosciuto il buon lavoro svolto dalla Commissaria negli anni precedenti e le sue qualifiche mai state messe in discussione, tuttavia hanno fatto sì che sia stata sollevata la questione dei conflitti di interessi in relazione alla sua precedente attività di consulente per i Big Five. Gli eurodeputati hanno inoltre insistito sulla questione del nulla osta di sicurezza di cui gode l’incarico in questione, sottolineando che, in qualità di capo economista, la sig.ra Scott Morton avrà accesso alle informazioni riservate dell'UE. In questo ambito, hanno rilevato che le autorità americane esigono che i candidati a posizioni equivalenti all'interno della loro amministrazione siano di nazionalità americana, proprio per ragioni di sicurezza interna. Le risposte della Vestager non hanno convinto gli eurodeputati, i quali hanno ribadito la loro obiezione secondo cui “non è credibile che la Commissione non sia riuscita ad affidare un ruolo simile a un candidato qualificato per il posto tra i 450 milioni di cittadini europei”. L’atteggiamento della danese, definito dagli eurodeputati “arrogante”, ha infine trasformato l’incontro in un disastro politico per la Commissione europea.

Poco prima dell'udienza della commissaria danese di fronte al Parlamento europeo, Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, si era dichiarato "scettico" su questa scelta, sottolineando che "se non abbiamo ricercatori (europei) di questo livello da assumere da parte della Commissione, significa che abbiamo un grosso problema con tutti i sistemi accademici europei”.

Il giorno dopo, il 19 luglio 2023, 5 Commissari europei: l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari europei, Josep Borrell (Spagna); Thierry Breton, Commissario all’Industria e mercato interno, sicurezza informatica, spazio e difesa (Francia); Paolo Gentiloni agli Affari economici e lotta alla frode (Italia); Elisa Ferreira alla Coesione e riforme (Portogallo) e Nicolas Schmit, all’Occupazione e diritti sociali (Lussemburgo), in una lettera alla presidente Ursula von der Leyen hanno chiesto di “rivalutare” l'assunzione dell’americana. Risultato? Lo stesso giorno, Fiona Scott Morton si è dimessa dall'incarico "vista la controversia politica causata dalla scelta di un non europeo per ricoprire questo posto, e l'importanza per la direzione generale [della Concorrenza n.d.r.] di avere il pieno sostegno dell'Unione europea".