Città, polis, city, ichi, grad, shahar, madina… Tanti nomi per indicare un luogo, un posto dove esseri umani hanno deciso di vivere, creare legami, lavorare, avere interessi, degli hobby, una famiglia, degli amici dove creare la propria casa. Nel corso dei secoli il concetto di casa, aggregato sociale, di città e conseguentemente di modo di essere e di vivere è totalmente mutato nei secoli sovvertendo talora i gesti più comuni e quotidiani quali fare colazione a casa anziché al bar, oppure passare le intere giornate, settimane per lavorare e correre correre cercando di produrre potere, interessi, affari, senza rendersi conto del tempo prezioso che scorre inesorabile allontanando da noi il benessere della lentezza dei gesti, il godere di un passo lento e osservare un languido tramonto. Viviamo senza quasi accorgerci di vivere.

Questa è la verità del 21esimo secolo quasi 22esimo, ci stordiamo di vita senza apprezzare di viverla e nella maggior parte dei casi senza quasi nemmeno ricordare come fossimo vestiti il giorno prima. Con questi presupposti, la domanda che mi pongo su tale questione è: Ma noi esseri umani in che direzione stiamo andando? Proviamo a chiarire in primis cosa è la vivibilità.

La vivibilità di una città è un concetto che esprime il grado di soddisfazione e di benessere che i suoi abitanti provano nel vivere e nel fruire degli spazi e dei servizi urbani. La vivibilità dipende da molti fattori, tra cui la qualità dell'ambiente, la mobilità, la sicurezza, la cultura, l'innovazione e la partecipazione. In un mondo sempre più urbanizzato e globalizzato, la sfida delle città del futuro è di garantire una vivibilità elevata e sostenibile, in armonia con le esigenze delle persone e del pianeta.

Tra le città del futuro che si propongono di raggiungere questo obiettivo, c'è The Line, la città verticale che verrà costruita nel deserto dell'Arabia Saudita, come parte del progetto Neom. The Line sarà una città lunga 170 chilometri e alta 500 metri, che ospiterà 9 milioni di residenti, che potranno spostarsi a piedi o con un treno ultra-veloce sotterraneo. La città sarà alimentata al 100% da fonti di energia rinnovabile, produrrà acqua potabile attraverso una desalinizzazione avanzata, riciclerà e riutilizzerà l'acqua e i rifiuti, e avrà un digital twin che monitorerà e ottimizzerà le funzioni e le operazioni della città. La città rispetterà il principio della neutralità climatica, cioè non emetterà più gas serra di quelli che può assorbire, contribuendo così alla lotta contro il riscaldamento globale. La città garantirà anche il benessere e la salute dei suoi abitanti, offrendo servizi di qualità, spazi verdi, opportunità di lavoro e di sviluppo. La città favorirà inoltre la partecipazione e l'inclusione sociale, coinvolgendo i cittadini nelle decisioni e nelle attività che riguardano la città.

Accanto alla realtà utopica di The Line abbiamo altri progetti di città verticali già realizzati e in fase di realizzazione come:

  • Bosco Verticale, il complesso residenziale di due torri a Milano, progettato da Stefano Boeri, che ospita oltre 900 alberi e 20.000 piante, creando un microclima che assorbe CO2, produce ossigeno, filtra le polveri sottili e protegge dal rumore e dal calore.

  • Sky City, il progetto di una città verticale di 220 piani a Changsha, in Cina, che dovrebbe ospitare 30.000 persone, con scuole, ospedali, uffici, negozi e parchi, e che avrebbe un consumo energetico del 20% inferiore a quello di una città convenzionale, grazie all'uso di pannelli solari, turbine eoliche e sistemi di isolamento termico.

  • Crystal Island, il progetto di una città verticale di 450 metri di altezza a Mosca, in Russia, progettata da Norman Foster, che dovrebbe ospitare 30.000 residenti e 10.000 visitatori, con hotel, uffici, appartamenti, centri commerciali, musei e teatri, e che sarebbe dotata di una facciata intelligente che regola la temperatura interna, di pannelli solari e di turbine eoliche.

  • X-Seed 4000, il progetto di una città verticale di 4.000 metri di altezza a Tokyo, in Giappone, progettata da Taisei Corporation, che dovrebbe ospitare un milione di persone, con zone residenziali, commerciali, industriali e ricreative, e che sarebbe alimentata da energia solare e geotermica, e dotata di un sistema di ventilazione artificiale.

  • Vertical Forest, il progetto di una città verticale di 300 metri di altezza a Nanjing, in Cina, progettata da Stefano Boeri, che dovrebbe ospitare 3.000 persone, con uffici, hotel, scuole e musei, e che sarebbe ricoperta da 1.100 alberi e 2.500 piante, creando un effetto di foresta urbana che assorbe CO2, produce ossigeno e filtra le polveri sottili.

Le città verticali sono un'idea di architettura e urbanistica che prevede di costruire edifici altissimi o reti di edifici altissimi che possano ospitare intere comunità umane, offrendo servizi, spazi verdi, mobilità e sostenibilità. Le città verticali sono considerate una possibile soluzione al problema della sovrappopolazione urbana e dell'impatto ambientale delle città tradizionali. Tutto ciò mi lascia un tantino perplessa e mi fa sorgere non pochi dilemmi che fanno viaggiare la mia mente in ricordi lontani di città utopiche create dalla cinematografia per lo più ambientate in colonie spaziali o città nascoste nelle profondità della Terra (vedi Interstellar oppure Zion in Matrix).

The Line è una città verticale che si estenderà per 170 chilometri nel deserto dell'Arabia Saudita in un luogo estremamente inospitale per le altissime temperature raggiunte, Zion è una città sotterranea che si trova nelle profondità della Terra, dopo una guerra nucleare tra gli umani e le macchine, che ha reso la superficie inabitabili. Le Città satelliti create in Interstellar, sono delle colonie spaziali che orbitano intorno alla Terra o ad altri pianeti, dove gli umani si rifugiano dopo che il cambiamento climatico ha reso la Terra un luogo non più adatto ad ogni forma vivente.

The Line è una città che funzionerà al 100% con energia rinnovabile, prodotta da fonti solari, eoliche e idrogeno. La città ha anche un digital twin, una replica virtuale che permette di monitorare e ottimizzare le funzioni e le operazioni della città, grazie all'uso di Internet delle cose, cloud computing e intelligenza artificiale. Zion è una città che si basa sull'energia geotermica, prodotta dal calore del nucleo terrestre. La città dispone anche di una flotta di hovercraft, di una forza di fanteria e di una squadra di soldati per difendersi da macchine che hanno l’obiettivo di sterminare il genere umano e soggiogarlo. Le Città satelliti sono delle strutture artificiali che simulano le condizioni di vita terrestri, grazie a sistemi di rotazione, gravità artificiale, atmosfera controllata e biosfere. Le città sono collegate tra loro e con la Terra da navette spaziali e da un tesseratto, un ponte spazio-temporale che permette di viaggiare istantaneamente tra due punti.

In conclusione, The Line, Zion e Città satelliti sono tre visioni diverse di come potrebbe essere la città del futuro, in base alle sfide e alle opportunità che si presentano agli umani in un mondo in crisi. Ognuna di queste città ha dei vantaggi e degli svantaggi, e riflette una certa idea di progresso, armonia, visione di un'alternativa alla nostra realtà che ormai così com’è non è più adeguata ad una richiesta impellente di decisi cambianti!