19 maggio 2021 cominciano a intravedersi le prime crepe nel mondo del calcio europeo. Come un fulmine a ciel sereno, le testate giornalistiche di tutto il mondo intonano all’unisono “È nata la superlega”. Un titolo altisonante, e dai toni intimidatori, che fin da subito divide. 2 sono gli schieramenti: Da un lato la UEFA, forte del consenso delle leghe nazionali, contraria al progetto e ora intimorita da questa neonata cellula separatista. Dall’altra un compatto gruppo di squadre, capeggiate dal Real Madrid, che si fanno ora portatrici di un verbo di libertà. Una scontro che da ormai 3 anni si protrae tanto sul campo di gioco, quanto nelle aule di tribunale, i cui esiti restano tutt’ora incerti. Qui di seguito la storia della caduta e della rinascita della Superlega.

La Superlega è una competizione calcistica per club alternativa alla Champions League che riunisce le migliori squadre d’Europa in una sorta di campionato Super élite: è questo il progetto al quale da diverso tempo stavano lavorando alcuni dei presidenti più influenti delle top squadre europee guidati da Florentino Perez (attuale numero 1 del Real Madrid) . Si tratta di una competizione calcistica privata a cadenza annuale tra i più blasonati club d’Europa. La Superlega, nel suo assetto originale, sarebbe stata composta da 20 club, di cui 15, le fondatrici, partecipanti di diritto (Liverpool, Manchester City , Manchester United, Real Madrid, Barcellona, Atletico , Chelsea, Tottenham, Milan, Inter, Juventus, (nonché PSG, Bayern Monaco e Borussia Dortmund, le quali hanno però declinato fin da subito l’invito) a cui si sarebbero affiancate 5 squadre che avrebbero dovuto qualificarsi con un meccanismo ancora da definirsi.

La notte tra il 18 ed il 19 aprile 2021, l’ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli, proclama ufficialmente la nascita del torneo. La notizia fa da subito breccia nei cuori dei giornalisti di tutto il mondo, che ne fanno il cavallo di battaglia per i loro titoli dei giorni successivi. Le dichiarazioni del presidente juventino scatenano subito l’allarmismo dei vertici della UEFA, la quale fin da subito fa ostruzione al progetto. Il mondo del calcio europeo corre al riparo. Dello stesso avviso della UEFA si schierano anche la Fifa e le varie leghe nazionali, che all'unisono condannano la nuova competizione. Alle organizzazioni, fa seguito la protesta del mondo del tifo. Persone da sempre divise dai colori sociali, ora più che mai coese contro un vero e proprio colpo di mano autarchico. Tra sommosse popolari e minacce dei maggiori organi calcistici mondiali, la Superlega inizia a perdere mordente.

Con sempre più club che abbandonano il progetto, il 21 aprile 2021 viene annunciata la sospensione del nuovo torneo. Per prime si sfilano le squadre inglesi, con il Manchester City apripista, poi l'Inter, l’Atletico Madrid, il Milan e successivamente tutte le altre, con l’eccezione di Real Madrid, Barcellona e Juventus. Il concetto è chiaro “il torneo non s’ha da fare”. La storia però non finisce qui. A seguito del fallito colpo di mano del 19 aprile, si apre un nuovo scenario per la competizione. La UEFA, a meno di un mese dalla nascita e prematura caduta della competizione, annuncia l’avvio di un’indagine disciplinare ai danni delle squadre, ritenute fautrici del torneo: Juve, Barcellona e Real Madrid. I due club spagnoli, ora associati in una Società di Superlega Europea, portano la questione innanzi alla Corte di Giustizia UE, obiettivo: valutare l’effettiva violazione della libertà di concorrenza e il seguente abuso di posizione dominante da parte della UEFA.

Seguono anni di silenzi e la questione superlega passa in sordina, quasi alla stregua di un brutto sogno della sera prima, ma l’argomento è tutt'altro che archiviato. Il 21 dicembre 2023, arriva la sentenza della corte UE. È una stangata. La corte dà ragione alla Superlega. Decisione choc quella dell’organo di giustizia dell’Unione europea, secondo cui FIFA e UEFA abusano di una posizione dominante. Analizziamo ora il contesto giuridico. Ai sensi del dettato della sentenza, viene contestata la validità delle sanzioni e delle norme di approvazione UEFA sulle neo competizioni, sulla base di una palese violazione dei principi di libertà di concorrenza alla libera prestazione di servizi. In dettaglio viene sancita l’illegalità di queste pratiche in quanto carenti dei principi di trasparenza obiettività e di non discriminazione.

I poteri di FIFA e UEFA infatti ne sono privi. Si tenga però presente che la sentenza non si esprime riguardo la necessaria approvazione del progetto Superlega, ma il suo fine ultimo è delucidare circa l’esistenza di un principio di diritto nel caso concreto. Una decisione che apre un universo di scenari. Il mondo del calcio europeo trema. Tante le soluzioni: dalla creazione di due competizioni distinte, alla sintesi delle due, con eventuali ricadute sui campionati nazionali, del domani non vi è certezza. La creazione del progetto Superlega segna un punto di rottura che noi oggi conosciamo, attraverso la manifestazione sempre più evidente di come questo sport sia diventato sempre più un business, in cui il Dio denaro la fa da padrone. Uno scenario in cui le squadre più ricche e potenti, diventano sempre più ricche e potenti a discapito di quelle medio piccole, che vedono sempre più ridursi le proprie possibilità di emergere.

Una competizione di stampo prettamente oligarchico, in totale contrasto con i principi di meritocrazia e meritevolezza, di cui il calcio si è fatto fin dagli albori portatore. In sintesi a mio parere, questo evento rappresenta l’ennesima dimostrazione di come i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.