L'Italia, con la sua caratteristica di Museo Diffuso, è la gioia di turisti e cultori dell'arte, ma insieme problema degli amministratori locali e di chi legifera. Croce e delizia, nel vero senso dei termini. Chi si occupa del patrimonio artistico si trova chiedersi: Italiani o Stranieri si debbono occupare delle opere d’arte sul nostro territorio? Si può invitare i privati a investire su edifici pubblici del patrimonio? In quale misura si possono (s)vendere i nostri tesori? Affittarli per serate promozionali ad aziende private è una giusta strategia?

Senza voler rispondere a domande così impegnative, è interessante seguire la storia dei progetti che riguardano il futuro della Tenuta di Cafaggiolo. La villa di Cafaggiolo, pezzo forte della Tenuta, è stata tra le più importanti dimore nella storia della famiglia dei Medici. L’edificio nacque a metà del '400, quando Cosimo il Vecchio chiese a Michelozzo di ristrutturare sin dalle fondamenta un antico fortilizio medievale. La tradizione vuole che i Medici fossero originari proprio della vicinissima Campiano: un ritorno alle origini che si arricchì anche di una tra le più importanti fabbriche di ceramiche del Rinascimento.

Situata nei tre comuni di Barberino di Mugello, Scarperia e San Piero, a circa 40 km da Firenze, era, fra le residenze della famiglia, la preferita da Lorenzo il Magnifico che ne fece un cenacolo intellettuale. Icona storica e artistica del Mugello, è raffigurata in una delle celebri lunette prospettiche con cui Iustus Van Utens, all’inizio del '600, documentava le ville medicee. Dalla fine del '600, la villa è passata nelle mani di molte famiglie celebri, tra cui i Lorena e i Borghese. Negli ultimi decenni, dopo un breve periodo in cui vi ha soggiornato don Pierino Gelmini, parroco di Cafaggiolo negli anni '60, il castello è diventato teatro occasionale di cerimonie, ricevimenti e convegni. Ma adesso, grazie a un investitore arrivato dall’altra parte del mondo, Alfredo Lowenstein, la villa potrà, ci si augura, tornare allo splendore di un tempo.

Nel 2013 è divenuta patrimonio dell’ UNESCO. La Tenuta comprende anche 385 ettari di terreni boschivi e seminativi, dove sorgono quattordici unità poderali. Nel 2011 è stato presentato, dai proprietari di allora, un progetto di restauro e di manutenzione della villa con la valorizzazione degli altri edifici e dei terreni della tenuta. Proposta: Hotel cinque stelle, ma non nel Castello; centro beauty-fitness; area sportiva; campo per il polo; percorsi a cavallo; recupero di vecchie coloniche; riqualificazione agricola e paesaggistica; museo di arte contemporanea e rinascimentale. 514 posti letto, 181 camere, 30 appartamenti. Si chiamava «progetto Cafaggiolo». Ed è diventato... un sogno, da quando è recentemente passato nelle mani della famiglia Lowenstein. Un sogno non nel senso che non si farà più, ma che, con l'ultimo cambio di proprietà, ha preso un nuovo nome “Il sogno di Cafaggiolo”. La presentazione alla stampa l’11 aprile 2017, in una giornata che ha visto riuniti politici responsabili del territorio, imprenditori ed esponenti del mondo dell’architettura e delle costruzioni, è stata l'occasione di presentare, oltre al progetto complessivo, anche il restauro effettuato al tetto della villa, con una cura rispettosa, a livelli straordinari, non solo del disegno dell’edificio, ma anche dei materiali costruttivi da sostituire perché usurati dal tempo. Il progetto imprenditoriale prevede un imponente piano di riqualificazione e valorizzazione, la cui realizzazione è stimata in 24-30 mesi dall'inizio dei lavori, con un forte impatto economico, occupazionale e sociale ipotizzato sul territorio. Ma mentre il restauro è stato straordinario, non così soddisfacente appare il piano costruttivo, perché, rispetto a quello del 2011, è cresciuto il volume delle nuove costruzioni approvate. Non verrà quindi solo restaurato l'esistente. Quello che è certo è che il castello non doveva inizialmente essere trasformato in albergo, ma nell'ultimo progetto lo sarà e si è aggiunta quindi la richiesta di variante stradale, accettata dalla regione (che ha stanziato 9 milioni di euro all’uopo), per far sì che il Castello risulti non visibile dalla strada. E questo è sicuramente una sottrazione di fascino al territorio, perché si elimina la meraviglia che suscita l’emergere di una costruzione così imponente, inaspettata in un contesto di prati e campi con costruzioni di modesta entità. La struttura di hospitality conterrà 356 suites, quattordici ristoranti e dodici bar, diffusi su tutta la proprietà, al servizio di attività sportive, culturali e ludiche. L’attività di ristorazione includerà una scuola di cucina ispirata all’arte culinaria rinascimentale.

Rossi considera molto positivamente il progetto perché sopperisce alla mancanza di alberghi di lusso in Toscana, che pure sul piano del turismo è molto attrezzata e riceve grandi consensi. È, secondo lui un’opportunità di valorizzazione del Mugello. Ma sottovaluta il fatto che non è un luogo ben collegato con gli aereoporti e le stazioni ferroviarie delle rotte internazionali. Inoltre non c'è bisogno di essere economisti per domandarsi se 9 milioni certi di spesa, necessari a contribuire allo spostamento dela strada, sono giustificati da un ipotetico aumento di posti di lavoro (le polemiche relative al TTIP, per la cui accettazione l'America prometteva aumenti di posti di lavoro all'Europa, smentiti da serie valutazioni economiche, dovrebbero allertare su promesse non ben dettagliate). Disegni costruttivi del nuovo non appaiono nel bel catalogo consegnatoci, ma ci auguriamo lo avranno avuto i funzionari regionali che hanno accettato le condizioni dell'accordo. Dice Alfredo Lowenstein: in America e in Argentina, c’è tutto. Ma se penso di voler lasciare qualcosa alla mia famiglia, è all’Italia che penso, alla sua storia, arte e cultura. E aggiunge: “In questi anni Diana e io abbiamo imparato a conoscere questo territorio, la sua popolazione, le sue ricchezze naturali, storiche, artistiche e culturali. Per trovare questo luogo abbiamo impiegato oltre un anno e mezzo, dopo aver viaggiato per più di 15 mila chilometri. Nella nostra fortunata vita, abbiamo avuto modo di vedere molti paesi, di conoscere molte culture ma la Toscana è un luogo unico al mondo ... Per noi la Tenuta Medicea di Cafaggiolo è un gioiello che ha il diritto di essere custodito con amore e rispetto, e noi lo vogliamo riportare a nuovo splendore, attraverso un progetto di riqualificazione e valorizzazione dell’intera Tenuta Medicea che, nella nostra visione, sarà una destinazione turistica d'eccellenza. Uno sviluppo immobiliare che sarà effettuato preservando l'integrità della Tenuta e dell'Unità Poderale, conservando e tutelando il patrimonio edilizio esistente, per mantenerne l'identità e unicità. Recupereremo la viabilità storica, sulla quale verranno utilizzate esclusivamente forme di mobilità dolce, riqualificheremo il paesaggio ripristinando gli assetti territoriali storici e promuovendo attività agricole legate alla tradizione del territorio. Cafaggiolo – hanno concluso i signori Lowenstein - sarà nuovamente fruibile al pubblico che lo potrà vivere se solo ne avrà il desiderio. Siamo nati in Argentina, abitiamo a Lugano, ma nel nostro animo ci sentiamo cittadini del Mugello”.

Un giornale locale, OK Mugello, riporta i commenti di alcuni abitanti, che hanno unicamente a cuore l’integrità del paesaggio, non essendo coinvolti né in ipotetiche assunzioni, né in lavori di trasformazione dell’esistente. Le loro risposte dissentono dalle dichiarazioni del proprietario sulla fruibilità del bene. “L’ultimo fatto che ci sta dando da pensare è che da svariati mesi la villa di Cafaggiolo è avvolta da un grande ponteggio, una grande impalcatura». Perché vi preoccupate? - domanda l’intervistatore - «Sembra si stia trattando il castello come un bene privato che ci si deve abituare a non osservare. Inviterei la proprietà, gli uffici tecnici dell’amministrazione di Barberino e la sovrintendenza a chiarire la situazione. E la Regione si ricordi: fidarsi è bene non fidarsi è meglio. Qui, nel Mugello, la gente vuole continuare a viaggiare nella valle, ammirare il castello (un patrimonio dell’Unesco), e capire se questo investimento sia un’opportunità o meno».

I giochi quindi non sono ancora fatti.