Un’opera mirabile nell’assemblare le ricerche effettuate sul preraffaellita perduto: Robert Bateman. In questa intervista dettagliata, Nigel Daly ci parla delle sue incessanti scoperte che saranno presto al centro di nuovi sviluppi letterari.

L’esperienza nel restauro ti ha permesso di scavare nel passato di antiche dimore. Cosa ti ha fatto immediatamente capire che tu e il tuo compagno vi trovavate al cospetto di qualcosa di unico a Biddulph Old Hall?

Nonostante Brian e io si abbia un debole per le costruzioni antiche, il nostro lungo passato professionale ci ha resi abbastanza critici e resistenti al colpo di fulmine al cospetto di facciate storiche che si rivelano, poi, ingannevoli. L’esperienza ci ha insegnato che molte case non sono affatto ciò che sembrano, mentre altre sono così iperprotette dai loro proprietari infatuati, che hanno perso tutta la vibrante energia dei tempi andati e sono decadute nel torpore senza vita del buon gusto.

Il nostro primo sguardo a Biddulph ci ha incantati con le sue grandi torri e le mura fratturate. L’incredibile intesità della sua storia ci ha immediatamente fatto capire che non avremmo potuto seguire i dettami della convenzionalità suburbana. Non era conforme né alla mera razionalità delle case moderne né alle obsolete formule accademiche riservate alle vecchie case. Era frammentaria, anarchica e franca proprio come le forze violente che l’hanno portata alla forma odierna. Mentre camminavamo al suo interno, ha iniziato a sfidarci e lasciarci perplessi. Cos’era il significato dei testi latini scritti sui muri e chi si era occupato di scolpire la lucertola in pietra e il suo piccolo sulla porta centrale? Per generazioni pareva che le persone fossero solo passate davanti a questi misteriosi simboli, senza chiedersi cosa volessero dire realmente. Sentivamo che la bruttezza del luogo era direttamente proporzionale al loro fallimento nel comprendere questa costante narrazione andata perduta e che avrebbe chiarito cosa stavamo guardando, se solo fossimo riusciti a decifrarla. Ma soprattutto, come ho scritto nel mio libro, c’era questo incredibile presagio di persone realmente esistite che sembravano dirigerci nella loro scoperta. Anche se abbiamo riso di questo sentore e abbiamo cercato di razionalizzarlo, è cresciuto d’intensità e ci ha portati a voler acquistare Biddulph a tutti i costi.

Nei primi capitoli, parli di molte scoperte fatte durante il periodo di restauro. Quali ti hanno affascinato di più?

È un momento veramente eccitante, quando scopri all’improvviso che il significato di una scoperta apparentemente da nulla si collega perfettamente ad altre scoperte e ti dà la spiegazione nascosta che dà senso al tutto. A Biddulph quando stavamo lavorando alla Staircase Hall che si conclude da un lato sulla Great Hall, questa zona era praticamente incomprensibile. Da un lato della stanza c’era un arco alto circa un metro e mezzo. Quando abbiamo iniziato a rinnovare la stanza, l’arco ha rivelato un grosso camino bloccato, facendoci capire che la zona era stata utilizzata come cucina, al centro della quale era ancora visibile un meccanismo per cucinare. L’anomalia era che non c’era praticamente ventilazione e il soffitto era troppo basso per reggere il calore del camino. Una volta rimosso il meccanismo, le proporzioni della stanza e la ventilazione hanno reso tutto più credibile. Al contempo, abbiamo notato una scala che, a qualche punto nel lontano passato, doveva essere stata usata come accesso alla Great Hall.

Improvvisamente questa informazione ha risolto una serie di anomalie che ha permesso a noi e alle Autorità del Territorio di capire la storia dell’intero blocco della Great Hall. Sapevamo che le travi della stanza al piano di sopra erano state adattate per inserire un altro piano che aveva totalmente cambiato la natura dello spazio stesso e aveva creato una serie di piccole camere da letto. La posizione della scala e della porta ci hanno fatto capire che questa stanza era stata la Great Hall di una casa precedente. Per essere stata costruita in questo modo, la magione doveva essere stata portata a temine dopo il 1480 – circa 200 anni prima della data dichiarata all’acquisto della casa. La ricerca sulla cucina ci ha portati alla reale datazione. Improvvisamente ci trovavamo al cospetto di un reperto infinitamente più raro e prezioso del passato di quanto non avessimo immaginato.

Robert Bateman (l’artista che avete scoperto) ci appare come un preraffaellita e pittore vittoriano davvero unico. Cosa pensi delle sue doti pittoriche, se paragonato agli esponenti più famosi della Confraternita e cosa ci si sente a vivere nel luogo che relegò a suo studio, circondati dai paesaggi che scelse per le sue opere?

Prima di spingermi oltre, devo dichiarare il mio interesse personale poiché posseggo tre Bateman e sono tutti qui a Biddulph. Inoltre, la relazione che si è venuta a creare tra Caroline, Bateman e me nei cinque anni dal nostro primo ‘incontro’ è troppo devota per qualto mi riguarda per essere del tutto oggettivo. Tuttavia, nessuno può togliermi dalla testa che Bateman vada collocato tra i massimi esponenti delle scuole preraffaellita e simbolista. In vita venne sempre trattato alla pari di geni quali Simeon Solomon e Walter Crane, ma dal mio punto di vista i suoi migliori lavori sorpassano entrambi questi artisti – basti paragonare i colori squisiti di Four Seasons con l’equivalente molto crudo di Solomon. Niente che sia stato dipinto da Crane raggiunge la chiarezza di The Pool of Bethesda, per non parlare della sua fissità emotiva. Sono certo che i lavori che gli sono sopravvissuti quali Bethesda, Abelard & Heloise, Women Plucking Mandrakes, The Dead Knight e l’incommensurabile ritratto di Caroline debbano assicurargli un posto d’onore tra le figure più importanti del movimento preraffaellita.

Temo che due perdite cruciali abbiano contribuito disastrosamente all’oscurità cui è stato relegato per così tanto tempo –in primo luogo lo smarrimento del suo capolavoro Saul and The Witch of Endor da parte del Potteries Museum & Art Gallery in un momento imprecisato tra il 1954 e il 2000, e la distruzione di un altro, importantissimo olio The Lily or The Rose da parte del Brighton College negli anni Sessanta. Se fossero rimasti visibili ai giorni nostri, le sue capacità non avrebbero avuto bisogno di spiegazione e la sua posizione sarebbe stata assicurata.

La mano di Robert su Biddulph è ancora evidente. La costruzione preserva l’ipnotica intensità di generazioni di persone che vi si sono succedute. Robert e la sua generazione furono i primi a doversi confrontare con la teoria evolutiva di Darwin. Robert e il suo gruppo, incluso Solomon, sperimentarono con la libertà implicita che ne conseguì. Il culto dell’amore che auspicavano è evidente in Reading of Love, He Being By, ambientato a Biddulph. Ritrae un mondo illuminato e trasformato dal potere dell’amore umano. È impossibile non avvertire la presenza di Robert mentre cammini nel giardino bianco tra le rovine dedicate alla memoria di lui e di Caroline. L’essenza della loro relazione rimane intrappolata fra le pietre caduche e le cascate di fiori tra quelle rovine.

La tua ricerca continua ancora? Se sì, in che direzione ti sta portando?

Sì, molto velocemente e in modo più continuativo rispetto al primo round di investigazioni. Ingenuamente, non avevamo capito che iniziare un rapporto con figure di spicco del passato non è diverso che avere a che fare con persone vive. Per un breve momento abbiamo pernsato che la pubblicazione di The Lost Pre-Raphaelite fosse una conclusione. Adesso lo consideriamo una mera pietra iniziale della reincarnazione di Robert e Caroline di cui noi siamo umili medium. Le informazioni ci arrivano da così tanti posti e risorse diversi che non posso nemmeno iniziare a elencarle, quindi menzionerò solo due esempi che hanno aperto meravigliose aree di comprensione. Entrambe sono relative ad aree per le quali non c’erano prove evidenti all’epoca della pubblicazione del libro.

La prima è stata la prova definitiva che Robert e Caroline si sono conosciuti e innamorati quando erano giovani. Due mesi dopo l’uscita del libro qualcuno ci ha contattati per dirci che vent’anni prima aveva acquistato una scatola di stampe e dipinti vari a un’asta, fra i quali c’era un piccolo dipinto a olio di una donna con i capelli rossi, firmato Robert Bateman sul retro. Quando ce la mostrò a Biddulph, non lasciò dubbi su chi fossero l’artista e la modella. Sul retro era riportato il prezzo, la firma di Robert e l’indirizzo del suo studio a Nottingham Street, Londra. Questo ci ha fatto capire che il quadro era stato esposto per la vendita alla Dudley Gallery tra il 1866 e il 1868 quando i suoi genitori si trasferirono a Londra e presero in affitto una casa con uno studio d’artista, stanza dalla quale Robert portò a termine tutti i lavori su commissione da quel momento in avanti.

Le liste del Dudley dicono che in quegli anni Robert ha esibito una sola figura femminile ed era un ritratto da 15 ghinee di Lucretia Borgia. Poiché il dipinto raffigura una donna con un grande cappello nero che accarezza un gatto dello stesso colore, l’intenzione di dipingere una donna vampiresca calza a pennello. Tuttavia, al fondo della tela Robert scrisse di suo pugno: Caroline Bateman nei panni di Sophia Weston. Poiché Caroline Howard non divenne la signora Bateman prima di compiere 43 anni e la modella ha circa 20 anni (età corretta nel 1868) sembra ovvio si tratti di un ritratto di lei. In queste circostanze il riferimento a Sophia Weston appare ulteriormente ironico – Sophia Weston è l’ideale di purezza all’interno dello scandaloso Tom Jones di Henry Fielding. Mentre guardavamo il dipinto non abbiamo subito compreso cosa ci ricordasse, ma all’improvviso abbiamo capito che la posa in toto con il cappello nero, le mani giunte, il nastro fra i capelli e la linea del collo non erano altro che una parodia del ritratto di Georgiana la Duchessa del Devonshire di Gainsborough – la bellezza impressionante che aveva scandalizzato la società con il suo giocare d’azzardo e la sua promiscuità. Poiché la figlia di Georgiana era la zia di Caroline, sembra probabile che Robert abbia disegnato un parallelo tra l’aristocraticità di Caroline e le sue origini borghesi. Il dipinto oltre ad essere la prova della loro relazione già in giovane età, fa anche nuova luce sullo scandalo che li colpì, suggerendo che Caroline fosse parte attiva nella loro relazione che sfociò in una gravidanza, che divenne – in seguito – il nocciolo della storia.

Un’altra scoperta riguarda l’identità di R. G. H. Somerset, la persona che firmò il certificato di nozze di Robert e Caroline, come testimone di Robert. Durante le nostre prime ricerche non eravamo stati in grado di identificarlo, ma un anno dopo l’uscita del libro, Brian rimase sorpreso da una ricerca su Internet a proposito di una fotografia di epoca vittoriana di R.G.H. Somerset alla National Portrait Gallery. Questo poteva non voler dire nulla, se non che il modello aveva firmato la tela con la stessa grafia di chi aveva firmato il certificato di nozze. Ciò ci ha permesso di identificarlo come Raglan G.H. Somerset, figlio di Lord Granville Somerset e nipote del Duca di Beaufort, che lavorò come usciere per la Regina Vittoria a Buckingham Palace. Era molto vicino ai suoi due cugini, Lord Henry e Lord Arthur Somerset. Lord Henry era il Controllore degli appartamenti della Regina Vittoria e Lord Arthur lavorò dal Principe di Galles e fu gravemente implicato nello Scandalo di Cleveland Street. Entrambi vennero forzati a lasciare il paese e vivere all’estero per evitare di venire arrestati e imprigionati per via della loro omosessualità. La vicinanza di Bateman a questi uomini e a Lord Euston, un’altra figura chiave di Cleveland Street ci ha portati su una strada straordinaria di sotterfugi e probabili suicidi per evitare che la famiglia reale fosse implicata in uno scandalo omosessuale.

Avete intenzione di aprire Biddulph Old Hall al pubblico per eventi speciali per raccontare la sua incredibile storia?

Sì. Abbiamo sempre cercato di venire incontro all’interesse della gente verso la Hall, ma ci siamo anche resi conto che - dalla pubblicazione del libro - abbiamo un problema. Il problema è che grazie alle varie recensioni e interviste c’è stata una domanda insaziabile di dibattiti sia sull’artista sia sulla casa. I gruppi che assistono ai dibattiti quasi sempre ci chiedono una visita. Vogliono sempre che io e Brian siamo presenti per dar vita a esaustivi tour guidati per avere maggiori dettagli sulla casa e i giardini. Sfortunatamente, con l’aumento dei numeri, i dibattiti e le visite sono diventati impraticabili poiché entrambi lavoriamo ancora a tempo pieno alla nostra azienda, l’Architectural Design Consultancy. Per un periodo abbiamo ristretto le visite a specialisti del British Art Fund, la Pre-Raphaelite Society e vari gruppi del National Trust.

Però, tre anni fa abbiamo scoperto una lettera negli archivi di Arley hall che descriveva i lavori svolti da Robert per creare i Giardini della casa attorno al 1871, e successivamente abbiamo trovato una meravigliosa descrizione in una guida del 1880, delle splendido connubio tra acque e flora creato nella valle sottostante per dare origine anche a delle piccole cascate. Da queste scoperte abbiamo avviato un progetto nel giardino, cercando di seguire alla lettera i dettami di Robert. Finora abbiamo costruito delle piccolo aree circoscritte attorno alla casa e culminanti con un’esuberante ‘Briar Rose’ o ‘Romaunt de la Rose’ per commemorare Burne-Jones e i suoi seguaci. Il risultato di tutto questo è stato che ora molte persone vogliono visitare anche i giardini oltre alla casa. Per cercare di soddisfare questa richiesta abbiamo deciso di avviare degli Open Day, ma ci siamo ritrovati un po’ spiazzati nel ricevere oltre 700 persone che non avevano prenotato, in una volta sola!

Sentiamo una responsabilità verso gli entusiasti che hanno sviluppato un culto per la Hall e Robert Bateman, poiché molti di essi vengono a visitare ogni singolo luogo menzionato in The Lost Pre-Raphaelite. Quindi intendiamo continuare con gli Open Day, anche se con un nuovo format che dividerà le varie aree di interesse anche se vogliamo che Biddulph rimanga un luogo di raccoglimento e una casa privata.

Il tuo è da considerarsi un libro di debutto davvero unico. Stai lavorando a un nuovo progetto al momento?

Sì. Ho già toccato diversi aspetti del circolo artistico di Bateman, il cosidetto ‘Poetry without Grammar School’, come lo definì Walter Crane in Artist’s Reminiscences. Questo include Simeon Solomon, Hamo Thorneycroft, Theodore Blake Wirgman, Edward Clifford, Edward Robert Hughes, H.E. Wooldridge e il Poeta Laureato Robert Bridges. Le loro storie, e in particolare quella di Bateman e Solomon, hanno un’incredibile potenza nell’illuminare il terrificante mondo di brutalità e povertà ai margini della società artistica e le manipolazioni atte a proteggere la Famiglia Reale. Il circolo di artisti bohemien, attori e cortigiani a formare un ponte tra questi mondi incompatibili che permise loro di interagire senza essere immediatamente notati. L’associazione di Bateman con figure così rilevanti come i fratelli Somerset e il tristemente noto Henry George Fitzroy, poi Conte di Euston, hanno il potere di illuminare un lato della sua vita che è essenziale per capire l’uomo e ciò che lo circondava.

Allo stesso tempo sto lavorando a un libro sui suoi avi, incluso il padre di Robert, James, lo zio Egerton Warburton, Robert stesso, e i cugini Piers Egerton Warburton e Adela Bootle Wilbraham, i quali idearono giardini meravigliosi che sono sopravvissuti fino ai giorni nostri. I giardini di Biddulph Grange, Arley Hall, Benthall Hall, Biddulph Old Hall e Ninfa a Latina sono alcuni tra più romantici del mondo e hanno tutti le loro radici nella creatività di un groppo di entusiasti del XIX secolo.

Per un breve periodo ho anche fatto ricerche sulla storia della costruzione e distruzione di Biddulph Old Hall. Le caratteristiche evinte dagli scavi l’hanno collegata ad altre case a opera dell’architetto Robert Smythson. Mark Girouard, la maggiore autorità per quanto riguarda l’architettura di Smythson ed elisabettiana ci ha fatto visita e ci ha detto che era altamente improbabile che Smythson fosse stato coinvolto poiché lavorava con una stretta cerchia di committenti e in particolare con la famiglia Talbot, Conti di Shrewsbury. Per questo siamo stati deliziati di scoprire che la casa venne costruita da Francis Biddulph visto che il cugino di sua moglie era Sir John Talbot: il figlio di Sir John era George Talbot, nono Conte di Shrewbury; così la connessione era certa e il convolgimento di Smythson confermato. Quando la casa venne assediata nel 1644, fu utilizzata come fortezza cattolica. Un altro Francis Biddulph, un giovane di 23 anni, il quale la difese, venne imprigionato fino alla Restaurazione di Carlo II ed ebbe un ruolo cruciale nella storia della Costituzione Inglese. Questo e molto altro ancora, si trova al centro delle mie ricerche odierne.