Qualche anno fa la conoscenza di una persona appassionata di giardini mi portò a realizzare con grande gioia un giardino di piccole dimensioni, ma molto accattivante per la sua posizione privilegiata nel cuore della città di Padova.

La proprietaria mi portò a vedere questo piccolo chiostro che conduceva all’interno di un giardino abbandonato contornato da alte mura di cinta in vecchi mattoni e si chiudeva in fondo con una vecchia serra. La signora, proprietaria del palazzo, era in procinto di ristrutturare l’edificio che ha un affaccio sulla strada interna cittadina e un fronte verso il chiostro e il piccolo giardino. Inizialmente mi preoccupai perché trovai un vero cantiere e l’ambientazione era un po’ ombrosa ed esposta a nord benché riparata dalla serra. Mi consultai con l’architetto che seguiva il restauro e proposi qualche idea che venne subito ben accettata.

Il giardino era una sorta di quadrato di circa 20 x 30 metri e dovevo cercare di farlo apparire più ampio di quanto fosse realmente. Pensai quindi di movimentarlo un po’ creando un pergolato che conducesse dall’entrata del giardino alla serra, in modo che, chi fosse entrato dall’androne centrale del palazzo avesse una sensazione di maggiore profondità. Era necessario anche rifare i camminamenti e una sorta di piancito di accesso che avremo realizzato in pietra locale, la trachite tipica della zona, di color grigio chiaro non liscia ma leggermente bocciardata, per avvicinarsi a quelle preesistenti ben più antiche.

Mi misi a comporre il giardino sperando di poter realizzare una specie di orto-giardino all’inglese che avesse uno stile informale, con molti accostamenti di colori, piante officinali, ortaggi, cespugli, piante da frutto a spalliera. Così studiai una bella pergola da realizzare in legno di circa 20 metri di lunghezza dove avrei fatto arrampicare rose e kiwi, mentre a decorazione del giardino avrei realizzato un lungo contenitore in muratura per inserire piante da usare come aromi in cucina, rosmarini, salvie, origano, menta alternati a piante da fiore molto varie e colorate.

Lo spazio era limitato e la luce era disponibile solo per una parte della giornata quindi ho dovuto inserire delle piante da frutto di varietà antica, allevate a spalliera verso il muro più caldo perché fossero ben protette. Feci piantare così una mela Renetta di Champagne, una Renetta grigio di Torriana, una Susina Regina Claudia, una pera Angelica Santa Lucia e delle Albicocche varietà Luisè, e infine qualche pianta di Kiwi Hayward, questi ultimi sarebbero stati facilmente raggiungibili a maturazione pendendo dalla pergola.

L’altra parte di giardino la arredai con gruppi di cespugli con colori accesi durante tutto l’anno, in primis inserii una pianta di provenienza orientale, la bellissima Parrotia persica, un albero piccolo adattabile in un giardino come questo e molto vivace per le foglie rosse, arancio e gialle in autunno, con un portamento espanso con rami dal basso per formare una cono perfetto. Questa pianta poco sfruttata è appartenente alla famiglia delle Hamamelidaceae, e cresce spontanea in estese foreste in Asia occidentale e Caucaso. È una pianta a foglia caduca che raggiunge mediamente un’altezza di 5-6 metri e un diametro di 4 metri, ideale per piccoli giardini. E ancora per avere il profumo un sempreverde come l’Olea fragrans, originario della Cina e del Giappone, che regala un'intensa fragranza nei periodi più inaspettati, a settembre in particolare, benché abbia fiorellini minuti e poco evidenti.

Le aiuole furono così formate con il metodo inglese della bordura mista con piante di statura crescente a scalare dal basso verso l’alto come imparai molto bene dalla grande maestra Gertrude Jekyll (1843-1932), specialista assoluta nel creare tavolozze di colori usando materiale vegetale. Londinese ed esponente del movimento Art and Crafts, iniziò con la pittura, il ricamo, la creazione di tappezzerie per approdare alla progettazione di giardini, di cui è stata la più autorevole esponente tra Ottocento e Novecento. Per gli appassionati vorrei ricordare che sua sorella Caroline visse a Venezia e sposò il proprietario del noto giardino Eden alla Giudecca, di cui nel libro Un giardino a Venezia, ristampato recentemente, potrete trovare diverse curiosità. Qualcuno ipotizzò che non fu proprio Gertrude l’ideatrice del mixed border bensì la poco nota sorella che fu ispirata dalle tante specie naturalmente giustapposte nei paesaggi naturali italiani! Da non perdersi anche il suo libro Il giardino dei colori dove è possibile ispirarsi e capire cosa doveva essere il paradiso della sua dimora Inghilterra: Munstead Wood. E vi dirò di più: Stevenson si ispirò al fratello Walter di Gertrude, amico dell’autore, anche lui scrittore, per scrivere il notissimo romanzo Dr. Jekyll e Mr Hyde.

Ma tornando al nostro giardino, posai quindi al primo livello Epimedium di due varietà, una tappezzante delicatissima di un verde tenero da sottobosco resistente anche all’ombra secca, poi dietro un bambù nano, delle felci e poi dietro ancora Nandine domestiche delicati cespugli che in autunno si tingono di rosso e producono generosamente bacche anch’esse rosso vivo. Una piccola radura centrale e poi di fronte una grande aiuola informale con specie arbustive, erbacee. Al centro diverse rose tappezzanti bianche molto sane e rifiorenti, usate anche nelle bordure stradali e in ambiti ombrosi di facile manutenzione.

Infine qualche Salix viminalis “vitellina” da tagliare bassi per avere ricacci gialli in inverno. Sopra le tappezzanti un bell’esemplare di Vitex agnocastus a fiore blu, un alberetto cespuglio delle zone mediterranee che resiste anche in Pianura padana: scoprii che visse per 434 anni un esemplare straordinario all’orto botanico di Padova, morto nel 1984, e così non esitai a metterlo nel giardino. Ancora inserii in questa zona molte tappezzanti che avrebbero fiorito in modo scalare tutto l’anno e mi avvalsi di un fornitore eccezionale, un vivaio di Bressanone, Andreas Hofer, specializzato in erbacee perenni con un catalogo incredibile di varietà. Inserii così Centranthus ruber 'alba', un'erbacea perenne dai fiori rosa che sono generosi per tutta la stagione estiva, Anemoni hybrida 'pamina', fantastici per fiorire alti come nuvole sopra le erbacee sfiorite a fine estate di un bianco puro, Geranium sanguineum 'album', un geranio molto selvatico dai fiori bianchi e numerosissimi, Viola sororia 'freckles' per le zone ombrose, Antirrhinum hispanicum, detta bocca di lupo, una perenne sempreverde con portamento ricadente, fogliame grigio, delicatamente profumata a fiore bianco, solo per citare alcune specie.

Incentivai poi la proprietaria a coltivare la passione dell’orto e a mettere le sue zucchine, pomodori, zucche e melanzane in mezzo al giardino e facendole arrampicare per la pergola così da creare l’effetto desiderato, quello di piccolo eden nascosto tra mura antiche, una sorta di giardino segreto. I muri antichi restaurati, a cui tenevo molto per la loro bellezza, li lasciai liberi, a parte una Rosa bracteata bianca a fiore semplice con occhio centrale di stami gialli, e una clematide a fiore bianco. La pergola dopo poco tempo fu ricoperta dal kiwi, molto produttivo, di cui misi il maschio e la femmina, dalla prodigiosa Rosa reve d’or, con fiori copiosissimi da maggio a dicembre, e il primo anno maturarono anche molte albicocche che la proprietaria dovette salvare dagli uccelli con reti protettive alla maturazione.

Questo ambito fu anche un degnissimo luogo di sperimentazione per un corso che organizzai per aspiranti botanici e giardinieri, una giornata dove cercammo di comunicare e divulgare come fare un giardino, e soprattutto come mantenerlo, con la mano attenta di chi ama la natura. Più il giardino è complesso più è necessario intervenire con delicatezza, riducendo le potature, facendo solo quelle necessarie, mondando le specie troppo competitive e aspettando che la natura crei un giusto equilibrio. In questo modo il giardino non sarà mai lo stesso e questo sarà il segreto per avere sempre nuove sorprese e suggestioni, imparando sempre da lei, la natura.