Tirana diventa capitale temporanea dell’Albania nel 1920 con il Congresso di Lushnja e nell'anno 1925 lo diventa permanente grazie alla nomina dell'Assemblea Costituzionale.

Cosa colpisce di Tirana ancora oggi? I grandi e imponenti edifici costruiti dall’architetto Gherardo Bosio su viale Dëshmorët, Kombit e Zogu i parë, oppure sulla piazza Nënë Tereza.

Le grandi opere gli furono commissionate nel 1939: l’'Esercito Italiano era appena sbarcato in Albania, quando il Governo albanese in accordo con il Regime, chiese all'architetto Gherardo Bosio di realizzare il Piano di sviluppo urbano di Tirana, città ancora molto indietro dal punto di vista urbanistico e che bene avrebbe potuto accogliere le nuove architetture imponenti volute dal fascismo.

Chi è Gherrado Bosio

Architetto e urbanista, fiorentino, benestante, voleva diffondere le idee socio-politiche dall’Italia a tutta l’Europa. Affascinato dalle opere di Walter Gropius e della scuola Bauhaus in Germania era militante delle nuove forme di arte e architettura che stavano modificando l’Europa.

Bosio appartiene ad una generazione di architetti e artisti in generale che operando negli anni del Fascismo e Nazismo in Europa sentono di dover rappresentare non tanto uno stile personale ma uno stile internazionale e conforme a tutti, preferiscono perdere la creatività individuale per rifarsi ad una omogeneità culturale che nasce dalla politica, ma diventa sociale ed etica.

Nel 1938 il Duce approva l’operato di Bosio per i lavori svolti in Addis Abeba, Gondar, Dessié, Gimma (Etopia) e attende il nuovo Piano urbanistico per la città di Tirana. Lo fa nominare primo consulente e direttore dell'ufficio centrale di Edilizia e Urbanistica, un organismo centrale che amministrava tutti i progetti urbanistici delle città albanesi ed includeva anche il controllo delle attività di edilizia di iniziativa privata nelle diverse località del Paese per far sì che fosse possibile lo sviluppo razionale omogeneo regolato dalla legge. Risale al 1939 il Palazzo del Fascio che oggi è sede del corpus dell’Università di Tirana.

Bosio tra la Prima e la Seconda guerra mondiale ha costruito anche la sede dell'Università, l'Accademia delle Arti, l'Istituto Archeologico, lo stadio Qemal Stafa, l'edificio del Governo, l'Hotel Dajti, il Palazzo delle Brigate, il Palazzo di Cultura, Museo Nazionale...

Nella progettazione del Piano urbanistico di Tirana, Bosio si differenzia dagli altri architetti razionalisti: ha, infatti, mantenuto la struttura della vecchia città musulmana riprogettandola in stile occidentale. Oltre Tirana si occupò dei piani urbanistici delle città di Shkodër, Milot, Durrës, Elbasan, Korçë, Berat, Vlorë e Sarandë: questi progetti, però, non furono mai attuati.

Essendo un architetto fascista fu dimenticato per anni, il suo lavoro censurato e vietato il suo studio alle nuove generazioni di architetti. L’architettura razionalista ha assunto solo in epoca recente un suo posto nella storia dell’architettura al di là del significato politico che ha rappresentato.

Bosio morì di cancro all'età di 38 anni, nel 1941, lavorando ancora su progetti per l'Albania.

Il primo ministro Edi Rama nel 2013 ha dato il via alla restaurazione del Palazzo della Luogotenenza, sede del Governo, seguendo i progetti originali di Bosio. Ma in seguito il palazzo è stato completato con una pensilina in plexiglass e luci al neon mutandone l’aspetto austero iniziale. Nello stesso anno fu demolito lo Stadio Olimpico, decisione molto criticata, per realizzare uno stadio moderno adeguato alla nuova nazionale di calcio.

Stefano Boeri: Tirana 2030 e il Cubo di Blloku

Il rapporto che lega l’Italia all’Albania sembra ripristinarsi e riprendere forma con il lavoro di Stefano Boeri1 che si aggiudica il Piano Regolatore cittadino dal nome Tirana 2030, un grande progetto di sviluppo urbanistico che include oltre al rifacimento della periferia cittadina e la rigenerazione dello spazio pubblico, anche la costruzione di nuovo centro polifunzionale denominato Cubo di Blloku e la realizzazione di tre scuole che diventeranno i nuovi epicentri della vita socio-culturale della zona nord-occidentale della città.

Tirana 2030 è il piano di trasformazione della città che agisce attraverso 13 progetti strategici sparsi sul territorio.

La strategia principale propone un necessario e non più prorogabile contenimento dello sfruttamento del suolo, della discontinuità nel tessuto urbano, della frammentazione dell’edificato. A ciò si aggiunge l’eventuale sfruttamento della verticalità per liberare ulteriori porzioni di terreno.

Tirana è una città con altezze medie non elevate, ma una densità tra le maggiori d’Europa, come se fosse stata compressa sacrificando tutti gli spazi aperti. Far leva sul vuoto per generare spazio pubblico, dunque, è stata la prima priorità del progetto, così come intervenire sulla natura e sull’agricoltura allo scopo di assorbire le diversità e le complessità interne ai nuovi confini urbani.

Il rapporto con la natura è un tema che prevede diverse strategie: un sistema boschivo orbitale continuo intorno alla metropoli, inclusivo di parchi e oasi naturalistiche protette che preservino e alimentino la biodiversità esistente; nuovi corridoi ecologici lungo i fiumi Lana, Tirana ed Erzeni; un anello verde di circonvallazione (nuovo 4° ring), baricentrico rispetto alla grande Tirana, come spazio pubblico lineare e di mobilità di raccordo; il rilancio dei centri minori come network diffuso di poli turistici, agricoli e produttivi in comunicazione tra loro e con l’area urbana2.

Il Cubo di Blloku

Il Cubo di Blloku è un centro polifunzionale di 6mila m2 che prende il nome dal quartiere centrale e un tempo inaccessibile in cui avevano residenza l’ex dittatore Enver Hoxha e gli esponenti dell’Ufficio Politico del partito comunista.

Il volume è un cubo con tetto piano: l’ingresso si trova in posizione d’angolo, evidenziato da un taglio diagonale del volume che si ribalta verticalmente su un piano terra completamente trasparente chiuso da pannelli vetrati.

L’involucro sarà costituito da una doppia pelle:

  1. la prima consiste in un curtain wall, una facciata continua in vetro che garantirà un ottimo isolamento termico e acustico;
  2. la seconda è invece costituita da un sistema tecnologico di schermatura in alluminio anodizzato composto da moduli quadrati di 110 centimetri di lato, oscuranti solo per la metà della loro superficie grazie ai triangoli tridimensionali saldati al loro interno.

La diversa inclinazione degli elementi e la loro disposizione variabile all’interno dei moduli creano una facciata vivace e dinamica che cambia tra il giorno e la notte. Il cubo nasce per essere il simbolo della trasformazione di un intero paese.

1 Stefano Boeri, architetto milanese classe 1956, intellettuale attento alle problematiche socio-politiche del contemporaneo, urbanista, professore universitario. Tra i progetti realizzati il più noto a tutti: il Bosco Verticale di Milano Porta Nuova.
1 Cfr. Stefano Boeri Architetti